Capitani coraggiosi ?

di Leo Spanu

Lo dico subito: non sono mai riuscito a trovare un solo elemento positivo in Matteo Salvini né come uomo né come politico. Ma, ieri sera, mi ha divertito l’idea che la piccola "vendetta" lombarda si trasformasse, per una strana alchimia, in Davide e andasse in guerra contro Golia ( Berlusconi). Invece niente: falso allarme ragazzi, abbiamo scherzato, tutti a casa e così gli aspiranti fuggiaschi da Forza Italia, già pronti con la valigia in mano, si sono ritrovati con un biglietto scaduto. Vediamo chi ha perso in questa ridicola partita.

Berlusconi. La sberla elettorale è stata tale da riuscire a scompigliargli  i capelli dipinti.  Prima superato in corsa da un gregario come Salvini ( che umiliazione per uno abituato a vincere sempre e tutto) e  adesso anche la coltellata ( ahi, le idi di marzo!) inferta al suo alter ego, il senatore Romani che aveva  avuto la sfortuna di inciampare in un incidente di peculato. A mio modestissimo parere in questo contesto il Berlusconi doveva andare fino in fondo, tipo muoia Sansone con tutti i filistei. Una fine gloriosa e spettacolare  che, lo giuro, avrei applaudito pure io; un’uscita di scena degna di un grande attore. E a tutti i cortigiani, vissuti per anni all’ombra dei suoi soldi, avrei detto: Adesso andate a leccare altri culi. Un’ azione che avrebbe riscattato una vita ( politica) non proprio esaltante. Invece lo hanno lasciato seduto nel suo inutile trono di carta, unico resto di un regno finito,  a meditare di quanto la gloria terrena sia caduca ( sic transit gloria mundi *).

Salvini. L’idea di far saltare il banco non era male, da giocatore spregiudicato che si gioca in una mano sola tutto quello che ha. Sempre a mio modestissimo parere avrebbe  vinto perché gli altri giocatori sono persone da  rischiare massimo cinque euro per un gratta-e-vinci. Mettendo Berlusconi all’angolo tutti si sarebbero apprestati a far legna dalla quercia caduta e a salire sul carro leghista. Invece al nostro Matteo  2 ( il primo è sempre Renzi) non riesce neanche il ruolo di Maramaldo.  E pensare che le elezioni gli avevano regalato un potere contrattuale che neanche lui ha capito perché  è vero che hanno vinto  i 5 stelle, ma il loro risultato era ampiamente previsto. Il risultato della lega invece non lo aveva previsto nessuno, neanche il più stravagante degli opinionisti.
La vittoria di Salvini poteva scompigliare tutte le regole di gioco di una politica  (italiana) spenta, chiusa nei propri riti e incapace di nuove scelte, invece  si è così trasformata, per mancanza di coraggio, in una vittoria di Pirro. Il problema è che in questo paese  c’è troppa gente che non solo non sa perdere ma non sa neppure vincere. E quindi, come diceva Alessandro Manzoni, andiamo pure avanti ma piano e senza disturbare nessuno. Pedro, adelante con juicio.

NOTE
Sic transit gloria mundi= così passa la gloria del mondo.

L a frase risale al momento dell’elezione di un papa; quando il neo eletto, issato sulla sedia gestatoria, prendeva possesso della basilica di San Pietro, un cerimoniere, per ricordargli che tutte le cose terrene hanno breve durata, dava fuoco a uno stoppino in cima ad una canna d’argento, esclamando: Sancte pater, sic gloria mundi.  Questa piccola cerimonia non si usa più perché il papa Pio III, appena uscito dal conclave, vedendo la fiammella ardere si mise a piangere e ne restò talmente impressionato che, già sofferente di gotta, morì dopo dieci giorni, il 18 ottobre 1503. Cit, Cesare Marchi: Siamo tutti latinisti

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