La festa del papà
di Leo Spanu
L’ennesima invenzione pubblicitaria per vendere…. per vendere
cosa? So tutto, o quasi, della festa della mamma, della nonna, degli innamorati, dei
gatti con gli stivali, del cane del vicino che viene regolarmente a fare la cacca davanti a casa
mia. C’è pure la festa della commessa ( niente voucher, per favore!), del vigile del
fuoco ( più noto una volta come pompiere da una famosa parodia: a mezzanotte va la serva col pompiere e nell’oscurità …beh son fatti loro), la festa della
polizia, la festa degli alpini ( una volta o l’altra bisogna che mi decida a partecipare
ad un loro raduno se non voglio essere espulso dall’associazione). Conosco tante altre feste come quella del carciofo, della porchetta romana, della mortadella
bolognese, del gnocco e della gnocca ( di questa non sono certo. Dove si
svolge?). Ormai nel calendario ci sono più feste che santi: si parte dal cioccolato
magari con peperoncino incorporato, all’aglio contro i vampiri e l’infarto. C’è
il marinaio che ritorna dal periplo intorno al mondo, il raduno delle moto d’epoca ( la foto di Giacomo Agostini è compresa nel
prezzo), la festa di tutti quelli che si chiamano Vercingetorige e tremate
tremate, le streghe son tornate. Che poi l’utero è mio e lo gestisco io, non mi
convince molto perche neanche san Giuseppe il papà dei papà a cui è dedicata la
festa , ha capito molto a cosa serve un padre. Alla fiera dell’est , con due
soldi, un topolino mio padre non comprò. Lui comprava solo cravatte, era la sua
piccola mania ma aveva buon gusto e era sempre molto elegante. Nessuno lo ha
mai visto vestire in maniera sciatta come certi 50enni o 60enni di oggi. Magari
dei superpanciuti in tuta da campione olimpico. Gente che sbuffa per andare
dalla cucina al salotto ( quello buono). Apriamo una parentesi: voi lo sapete che c’è
gente che costruisce case di lusso ( magari buzzurro ma sempre lusso) e poi
abita in garage. Chiusa la parentesi. Io
invece, da papà, ho girato tutti i
mercatini, dall’est all’ovest, ma compravo ( mai visto un topo e neppure un
canguro) solo modellini d’auto ( Urago) per mio figlio e bamboline per mia figlia. Una volta ho
comprato una bambola anche a mia moglie.
Da Reggio Calabria a Alghero in aereo,
bagaglio a mano ( per non farmela rubare), quasi mezzo metro di elegante bellezza con gli uomini che mi guardavano male e le
donne che mi sorridevano. Qualcuna avrà pensato: Che bravo papà!
In realtà non so che tipo di padre sono stato, ero troppo
impegnato a fare il papà per farmi
domande inutili. Poi sono stato anche fortunato: la cassa integrazione mi ha
regalato più tempo per stare coi miei figli. Uno dei pochissimi vantaggi dell’essere
disoccupato ma tornando alla fiera dell’est ho comprato un cane, un gatto anzi
vari gatti, uno era nero come il carbone e portava sfiga solo agli altri perché
a casa nostra stava benissimo e si trattava ( abusando della mia pazienza) come
il re Sole a Versailles. Ma ho comprato anche altre cose: un vaso di Deruta (
ho pure passato il dito su un piatto appena dipinto e l’autore ha avuto un
infarto. “ Ha distrutto il mio capolavoro!’” Neanche Michelangelo si era incazzato
tanto, quando misero le mutande agli abitanti della Cappella Sistina. Forse perché
era un po’ morto.); un disco degli Inti Illimani ( El pluebo unido jamas sarà
vencido. Traduzione: il popolo unito non sarà mai vinto però quanti calci in culo sta prendendo); un fraticello in terracotta ( ad Assisi) che se gli poggi il dito
sulla testa si solleva automaticamente la gonna ed esce fuori un bastone lungo
così; i cojoni di mulo ( a Norcia) che
sono un insaccato, una specie di salame ( subito a pensare male); una cartolina
di Sorso del 1940 ( a Genova. 5000 lire , un vero furto all’epoca) ; cioccolato
all’arancio ( a Modica) che in paradiso se la sognano una cosa così buona: una
radio ( a Napoli) che ha funzionato per vent’anni. Quando è defunta l’ho aperta
e dentro non c’era niente. Come cavolo faceva a prendere tutti i programmi?
A Milano ho comprato un ombrello. Se piove sto tranquillo.
Infatti un vento feroce me l’ha subito strappato di mano. A Venezia ho comprato
una maschera; il venditore mi ha chiesto: a cosa le serve? Spiritoso! A Roma ho
comprato una madonna benedetta ( la benedizione valeva mille lire in più) per
mia nonna. Lei l’ha fatta fissare sulla sua tomba “ così quando muoio mi fa
compagnia”. Sono 37 anni che stanno insieme. Ciao nonna!
Il mio solaio è peno di acquisti “ alla fiera dell’est” ma
non ho mai comprato niente per mio padre. Una volta non esistevano certe feste.
Oggi siamo pieni di feste di ogni genere: auguri da urlare su internet, auguri
da esibire come trofei. C’est la vie. Buona domenica a tutti.
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