Io non sono uno sbirro

di Leo Spanu

All’inizio fu “ Je suis Charlie”. Io credo che la satira debba essere libera anche quando fa schifo . Ma questo non significa che debba essere d’accordo col suo contenuto o, per usare una parola che ormai non significa niente, “ condividere”.  Io non condivido solo perché  richiesto da cento o mille persone o perché fa tanto figo. Invece ogni tanto ti viene chiesto di "essere qualcosa".Non sono mai stato “Charlie” per mia libera scelta  e non sarò mai neppure “sbirro”  con buona pace di don Ciotti che mi sembra un ottimo venditore di se stesso. 
Leggere qualche libro di storia o un vocabolario non farebbe male cosi potremmo sapere  cosa  significa la parola “sbirro”. Nel medioevo  era una specie di agente di polizia al servizio del signorotto di turno, nessuna legalità solo prepotenza e abusi. Un termine spregiativo per indicare la violenza del potere e questo significato ha mantenuto nei secoli. Niente a che vedere con le moderne forze di polizia. Troviamo il termine sbirro anche nel linguaggio marinaresco: indica un anello flessibile di canapa, usato per fissare un paranco su un’asta. Praticamente tenendolo prigioniero quindi, per estensione metaforica, il termine finisce con l’indicare qualcosa di decisamente negativo. 
I due bravi che minacciano don Abbondio , ne “ I promessi sposi” di Alessandro Manzoni sono “sbirri”. Tra i miei amici ci sono poliziotti, ottimi professionisti  non “sbirri” . Non c’è nessuna possibilità di paragone.
Allora bisognerebbe cominciare ad usare le parole nel modo corretto. 
Se domani la televisione o la stampa in genere decidesse di suonare la grancassa  su uno dei tanti fatti di cronaca nera come la violenza feroce che esiste nel mondo della prostituzione, allora tutte le donne, per solidarietà, dovrebbero scendere in piazza e urlare: Siamo tutte puttane. Ma per carità! Smettiamola con questa retorica volgare, con questo  buonismo un tanto al chilo. La malavita organizzata è una peste che da troppo tempo sta “uccidendo” l’Italia. Ogni persona ragionevole e perbene non può che stare dalla parte del diritto ed è evidente che è solidale con chi lotta contro questa piaga: forze dell’ordine, magistrati, giornalisti, politici ( si, ci sono anche loro) e gente comune. Chiediamo solo un mondo un po’ migliore, per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti, chiediamo solo che il futuro sia ancora portatore di speranza.  Chiamateci come volete ma “sbirri “ no, per favore!

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