Fratelli
di Leo Spanu
Ti ricordi quando eravamo piccoli e il mondo non era ancora
cattivo. Si che ricordi, adesso che
tutte le storie sono finite e non ci
sono più scommesse da vincere. Eravamo
fratelli una volta prima che le nostre strade si separassero, strade così larghe
da diventare infinite come il rancore di certa gente immersa nel proprio
inferno. Avrei voluto salutarti ma non mi è stato permesso. Ma cosa ne sa certa
gente di cosa sono i fratelli, del loro rapporto quasi magico come un filo che può diventare invisibile ma non si
può mai spezzare. Si, io mi ricordo benissimo di quando eravamo bambini; ho
raccolto tutti i nostri giorni come pagine sciolte di un libro che un giorno
farò rilegare per raccontarmi la nostra storia. A volte mi capita di pensare
che conservare la propria memoria è un compito difficile. C’è troppa gente che
vive giorno dopo giorno e cerca di cancellare ogni traccia del passato. Si
costruiscono muri con porte che vengono chiuse per sempre. A volte non ci sono
neppure ragioni valide, ci sono persone che fanno male agli altri solo per noia
o perché dentro il loro cuore non c’è niente. Gente che odia il mondo intero perché
non sanno amare neppure se stessi. Ma
non importa, ci sono momenti e storie che non possono essere cancellati perché ci
appartengono in maniera assoluta: ci sono memorie e ricordi che non puoi dividere
con nessuno e che nessuno può spezzare o
sporcare.
Così, dopo averti visto l’ultima volta dentro una bara che
può contenere solo l’ultima parte della tua vita, con fantasmi intorno a farti
compagnia, sono qui a ricordare quello che siamo stati e che poi abbiamo perduto per strada.
Guardo le fotografie di quando eravamo bambini. Mamma mi
diceva sempre: “ Controlla sempre tuo fratello”. Io ho sempre mantenuto quella
promessa fatta a mamma. Ti ho guardato le spalle anche quando tu eri troppo
lontano per sentirmi, anche quando non lo sapevi e mi credevi assente. Ma non importa, non devo
scuse a nessuno.
Il figlio maggiore è responsabile dei fratelli
minori, si dice. Che grande sciocchezza! Ognuno di noi è il solo e unico responsabile delle proprie
scelte. Solo le persone meschine e mediocri danno le colpe agli altri.
Ma tu non eri nè meschino nè mediocre, forse avevi solo paura.
Quando eri piccolo, a volte ti svegliavi durante la notte perché avevi avuto un
incubo. Io ti rassicuravo: dormi fratello, è solo un brutto sogno.
Voglio ricordarti con queste due fotografie. Nella prima sei con papà, non avevi ancora due anni. Sulla spiaggia
davanti al mare di Sorso, nostro padre
ha ancora molti capelli neri e quel suo sorriso buono. Tu con un enorme
cappello di paglia, una mano sulla sua spalla, guardi avanti impettito e
sicuro. Nella seconda foto sei insieme a mamma. Riconosci quella strada di
Treviso? Ormai hai sei anni e sembri un piccolo uomo mentre accompagni mamma.
Hai un mezzo sorriso e non è nelle tue abitudini ( ero io quello che non
sorrideva mai), tu eri sempre allegro. Ma va bene lo stesso e poi, hai visto
mamma. Com’era bella!
Addio fratellino.
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