100 canzoni italiane: 1-25

 di Leo Spanu

Ritorniamo a parlare di canzoni e di classifiche tanto per giocare. La prima classifica di canzoni italiane la  votai (io da solo  più me medesimo nel 2017) poi mi sono accorto che le 100 canzoni italiane che più mi piacciono sono almeno 200. Lo lo so che la matematica non è un'opinione ma mi piacerebbe far stare 200 in 100, purtroppo, secondo una legge fisica, dove ci sta un corpo non ce ne può stare un altro (anche se qualcuno ha inventato i water closed a due culi).

In realtà le classifiche (almeno di canzoni) sono come le ciliegie; mangi la prima,  la seconda poi via come ti vengono a portata di mano senza un ordine prestabilito. Probabilmente la classifica potrebbe essere diversa ogni giorno ma oggi mi è uscita così. Vediamo di raccontare qualcosa su queste canzoni.

P.S. Ho provato a controllare altre classifiche per confrontarle con la mia. Sembra che la musica leggera italiana sia nata pochi anni fa anche se qualcuno è andato indietro addirittura fino al 1970. Ma noi fuori età cosa cantavamo e ballavamo da giovani? La danza della pioggia?

 1-25

1- Hotel Supramonte (1981) Fabrizio De Andrè (Genova 1940- Milano 1999) Fa parte del decimo LP (noto  L'indiano). La canzone racconta della tragica esperienza del sequestro e della prigionia (agosto-dicembre 1979) del cantante e della compagna Dori Ghezzi da parte dell'Anonima Sequestri. Il LP,  scritto in collaborazione con Massimo Bubola contiene molte altre straordinarie canzoni, è una dichiarazione d'amore per la Sardegna e contiene tra l'altro una bellissima versione di "Ave Maria" (Deus ti salvet Maria, canto tradizionale sardo, opera del poeta Bonaventura Licheri, Neoneli 1667-1773, un brano reso famoso da Maria Carta (Siligo-SS, 1934- Roma 1994). Hotel Supramonte è stata cantata anche da Mia Martini (Domenica Bertè, Bagnara Calabra 1947-1995) e da Roberto Vecchioni. " Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme/ ma se  ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano..."

2- Non potho reposare (1988)  Andrea Parodi (Ex Tazenda, Porto Torres/SS 1955- Quartu Sant'Elena/CA 2006) E' una canzone scritta nel 1920 da Giuseppe Rachel (CA 1858- Nu 1937) su testo di Salvatore Sini (Sarule/NU- NU 1954) e fa parte del patrimonio musicale sardo. Il titolo della poesia è "A Diosa" che in spagnolo significa Dea. Il brano è stato interpretato da molti artisti sardi: Maria Carta,  Anna Loddo, Beppe Dettori, Bertas, Duo Puggioni,  Cordas e Cannas, e altri. Anche artisti non sardi hanno interpretato questa canzone: Mango, Anna Oxa, Noa. 

3- Buonanotte fiorellino (1975) Francesco De Gregori. Tratto dal LP Rimmel, è una splendida ninna-nanna. Sul "biglietto scaduto" si sono scritte molte leggende metropolitane. Pochi che citano un libro dello scrittore Romain Gary (Lituania- Francia, 1914-1980) "Biglietto scaduto" Significato? Forse qualcosa (sesso?) che non funziona più. Comunque il titolo originale del romanzo è: "Au delà de cette limite votre ticket n'es plu valable" (Oltre certi limiti il vostro biglietto non è più valido).Cover: Miguel Bosè, Gianni Morandi, Inti Illimani, Ricchi e Poveri. "Ora un raggio di sole s'è fermato/ proprio sopra il mio biglietto scaduto "

4- Voce è notte (1959) Peppino di Capri (Giuseppe Faiella, Capri 1939) Canzone della tradizione canora napoletana uscita nel 1905, con musica di Ernesto de Curtis (Napoli 1875-1937) e testo di Edoardo Nicolardi (Napoli 1878- 1954). Di Capri la rivestì con  un arrangiamento rock che pur mantenendo le sonorità classiche dava un'interpretazione più moderna al brano. Infatti fu un successo clamoroso. Altre versioni: Roberto MuroloLina Sastri, Massimo RanieriEnzo GragnanielloSal Da VinciClaudio Villa.

5- La rosa bianca (1963) Sergio Endrigo (Pola 1933- Roma 2005)  Ispirata da una composizione del poeta cubano Josè Marti (L'Avana 1853-1895). La canzone ha fatto parte della colonna sonora del film "La rimpatriata" (1963) di Damiano Damiani con Walter Chiari, Riccardo  Garrone, Gastone Moschin. L'altro lato dell'originale 45 giri contiene "Aria di neve" una delle più belle canzoni di Sergio Endrigo e tra le mie preferite. " Per chi mi vuol male e mi stanca/ questo cuore con cui vivo/ cardi e ortiche coltivo..."

6- Bartali (1979) Paolo Conte (Asti 1937) Definire l'avvocato Paolo Conte un cantautore è riduttivo, lui è un cantore della provincia italiana, la parte sana, quella che non urla e strepita, quella che, con ironia e intelligenza, crea cultura. E Gino Bartali (Firenze 1914-2000) era non solo un grande atleta ma anche un grande uomo, uno che, durante il regime fascista, in silenzio aiutava gli ebrei italiani a evitare le cattura. E si è saputo solo dopo la sua morte perchè lui  non lo hai mai raccontato. Altra gente!  " E tramonta questo cielo in arancione/ e si gonfia di ricordi che non sai/ mi piace restar qui sullo stradone/ impolverato, se tu vuoi andare vai/ e vai che io sto qui che aspetto Bartali..."

7- Il cielo in una stanza (1960) Mina (Annamaria Mazzini, Busto Arsizio, 1940). Una delle più belle canzoni di Gino Paoli (Monfalcone 1934) magistralmente interpretata da Mina. Per i distratti, il soffitto viola era un tipico colore dei bordelli (di Genova) L'amore mercenario che diventa poesia. La canzone è stata utilizzata come colonna sonora in diversi film. Gino Paoli ha inciso la sua canzone nel 1961. Cover: Connie Francis, Franco BattiatoMassimo RanieriGianna Nannini e altri. " Quando sei qui con me/ questa stanza non ha più pareti/ ma alberi..."

8- Il gabbiano (1960) Daisy Lumini (Firenze 1936- Barberino di Mugello 1993) Una delle più belle e sconosciute canzoni italiane. La Lumini era una musicista di grande talento e una virtuosa del fischio melodico tanto che Ennio Morricone la utilizzò per le colonne sonore di alcuni film come "La bugiarda" (1965) di Luigi Comencini e " I basilischi" (1963) di Lina Wertmuller. " Il gabbiano gridando va/ perdutamente sul grigio mar/ porta l'anima mia con sè/ non importa che fine avrà."

9- I giardini di marzo (1972) Lucio Battisti (Poggio Bustone-Rieti 1943- Milano 1998). Probabilmente non è la più bella canzone del duo Battisti-Mogol (Giulio Rapetti, Milano 1936) ma è la meno ruffiana (come versi), E poi anch'io, dopo la maturità, all'uscita della scuola ho venduto i miei libri. 

10- Euridice (1993) Roberto Vecchioni (Carate Brianza 1943) Il mito di Orfeo rivisitato con intelligenza e sensibilità. Vecchioni, come De Andrè e (forse) qualche altro cantautor,  meriterebbe di essere studiato (nelle scuole) nella storia della poesia italiana. " E mi volterò perchè tu sfiorirai/ mi volterò perchè tu sparirai/ mi volterò perchè già non ci sei/ e ti addormenterai per sempre."

11- Impressioni di settembre (1971) PFM (Premiata Forneria Marconi) Musica di Franco Mussida (Milano 1947), testo di Mogol e Mauro Pagani (Chiari-Brescia 1946) In questo brano venne utilizzato per la prima volta in Italia  il Moog (sistema di sintetizzatori basati su tastiere). La PFM ha inciso il brano anche in inglese. Cover: Franco Battiato, Marlene KunzAntonella Ruggiero. Sul lato B del 45 giri originale il brano " La carrozza di Hans". Formazione del gruppo nel 1971: Mussida (chitarra), Pagani (strumenti vari), Franz di Cioccio (L'Aquila 1946, batteria, percussioni), Flavio Premoli (Varese 1949, tastierista), Giorgio Piazza (basso). 

12- Tema del soldato eterno e degli aironi (1991) Roberto Vecchioni. Ancora una canzone contro la stupidità della guerra, di tutte le guerre. E noi che vorremmo volare alto siamo costretti e morire ogni giorno per i giochi di potere di pochi padroni del mondo.. Una canzone struggente e poetica. " Dormono gli aironi, dormono / come fiori su un gambo solo/ è troppo grande il cielo/ per capirlo al volo,"

13- Andrea (1978) Fabrizio De Andrè. Estratto dall'album "Rimini" il brano è un inno contro la guerra e racconta di un amore omosessuale. In un concerto De Andrè presentò questa canzone e la dedicò ai "figli della luna" ( definizione poetica degli  omosessuali). Grande anche come uomo.

14- Anna e Marco (1979) Lucio Dalla (Bologna 1943- Svizzera 2912). Un racconto delle periferia più degradata con due ragazzi che sognano di fuggire non importa dove. Cover: Ron. " E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo/ quante stelle nei flippers, sono più di un miliardo..."

15- Atlantide (1976) Francesco De Gregori. Dall'album "Buffali Bill", probabilmente il migliore del cantautore con brani come "Santa Lucia", "Festival", " Disastro aereo sul canale di Sicilia" e altri brani  di grande valore artistico. Una storia d'amore fuori del comune con una colpa che diventa innocenza. " Ditele che la perdono per averla tradita."

16- Alla fiera dell’est (1976) Angelo Branduardi (Cuggiono- Milano 1950) Un artista che unisce la musica medievale e rinascimentale col folk del nord Europa e la musica popolare in genere. La colonna sonora del film "Stati buoni se potete" (1983) di Luigi Magni, è tra le migliori del cinema italiano.

17- Vecchio frac (1955) Domenico Modugno (Polignano a Mare 1928-Lampedusa 1994) Ispirata ad una storia vera (la morte, forse per suicidio, di un nobile lombardo) è un esempio di perfezione nel testo, nella musica, nella parte fischiata, nell'accompagnamento solo con chitarra e il ritmo dato dal battere la mano sul legno della chitarra, il tutto eseguito solo da Modugno. La canzone ebbe problemi con la censura. Cover: Alberto Rabagliati, Luciano Tajoli, Joe Sentieri, Claudio Villa, Enrico Ruggeri, Milva.

18- Il pescatore (1970) Fabrizio De Andrè. Una canzone decisamente " scorretta politicamente", un vero manifesto dell'anarchia. Cover: PFM: Fiorella Mannoia, Mia Martini. " E chiese al vecchio dammi il pane/ ho poco tempo e troppa fame/ e chiese al vecchio/ dammi il vino ho sete e sono un assassino. / Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno/ non si guardò neppure intorno/ ma versò il vino e spezzò il pane/ per chi diceva ho sete e fame."

19- Confessioni di un malandrino (1975) Angelo Branduardi. Adattamento di una poesia del 1920 di Sergej Esenin (Russia 1895- 1925). Quando la musica cosiddetta leggera raggiunge vertici di altissima poesia. " Mi sono cari i miei furti di monello/ quando rubavo in casa un pò di pane/ e si mangiava come due fratelli/ una briciola l'uomo ed una il cane./

20- Generale (1978) Francesco De Gregori. Una canzone contro l'imbecillità della guerra, sempre attuale visto i generali che ci sono in giro. " Dietro la collina non c'è più nessuno/ solo aghi di pino e funghi/ buoni da mangiare, buoni da seccare/ da farci il sugo quando viene Natale/ quando i bambini piangono/ e a dormire non ci vogliono andare."

21- Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers (1963) Fabrizio De Andrè. Il testo è di Paolo Villaggio (Genova 1932- Roma 2917). Naturalmente la canzone subì l'ostracismo della censura, anzi fu querelata da un pretore per oscenità. Due versi della canzone sono stati modificati:  "frustando il cavallo come un ciuco/ tra i glicini e il sambuco" era in realtà  "frustando il cavallo come un mulo/ quella gran faccia di culo". L'altra facciata del 45 giri originale conteneva il fannullone, altro capolavoro di De Andrè col testo sempre di Villaggio.

22- Dentro gli occhi (1982) Roberto Vecchioni (con Ornella Vanoni) Ho letto un'interpretazione del significato della canzone fatto dall'AI (Intelligenza artificiale). Certo che far valutare l'arte da una macchina...che mondo di merda! " Guardami dentro gli occhi/ gli occhi che erano bambini..."

23- Gelato al limon (1979) Paolo Conte. Mi piace ascoltarla quando sento certi programmi (stupidi) alla RAI, sull'Italia di ieri. Non sono uno malato di nostalgia ma quel "donna che stai entrando nella mia vita con una valigia di perplessità" è anche la mia, la nostra storia di uomini. Cover: Ornella Vanoni, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, Nada, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Milva, Gabriella Ferri.

24- Lontano lontano (1966) Luigi Tenco (Cassine-Alessandria 1938-1967) Tenco anticipò coi suoi testi davvero nuovi la musica degli anni 60 e rappresentò il malessere dei ragazzi "disturbati" di allora (all'epoca lo ero anch'io). Questa canzone d'amore è una poesia sui ricordi e sulla nostalgia. Cover: Dalida, Nicola di Bari, Ornella Vanoni, Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Renato Zero, Claudio Baglioni, Francesco Guccini, Ron. " E lontano, lontano nel tempo/ l'espressione di un volto per caso/ ti farà ricordare il mio volto/  l'aria triste che tu amavi tanto."

25- Eskimo (1978) Francesco Guccini (Modena 1940) E' praticamente la biografia di molti della mia generazione e Bologna potrebbe essere Brescia o una  qualsiasi città del nord. " Ma avevo la rivolta tra le dita/  dei soldi in tasca niente e tu lo sai/ e mi pagavi il cinema stupita/ e non ti era toccato farlo mai.""

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