I polli di "Renzi"

 di Leo Spanu

Ho già detto , più volte, che non ho mai votato Matteo Renzi quando ambedue militavamo nel Partito Democratico: lui in alto ed io molto in basso. La spacconeria mi fa sorridere ma in politica ci vuole serietà. Come dicevano i nostri progenitori romani “anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto”. Invece la nostra classe politica è, in gran parte e spesso, al di sotto di ogni decenza. Non so se ci sia qualche reato, penso di no, nelle relazioni del senatore Matteo Renzi con l’Arabia Saudita ma credo sia moralmente censurabile il suo comportamento. Non perché l’Arabia sia un paese dove il concetto di democrazia è inesistente (il nostro governo ha recentemente venduto navi da guerra all’Egitto, altro paese che non rispetta certo i diritti umani)  ma semplicemente perché una persona che ha un incarico istituzionale dovrebbe astenersi dall’avere rapporti di affari con altri paesi. E’ una questione di buon gusto ma discutere di buon gusto è pura follia in un paese dove c’è una vasta parte di un giornalismo cialtrone che istiga all’odio politico l’opinione pubblica fino a suggerire il linciaggio o quasi degli avversari. Matteo Renzi è una persona criticabile per molti aspetti  ma non è un nemico da abbattere sulla pubblica piazza; bisognerebbe ricordarlo a quanti pensano che la politica sia una lotta all’ultimo sangue tra nemici. Un  “signore” proveniente da 5 stelle lo ha definito “un accoltellatore” sempre pronto a dare coltellate (alla schiena e nel buio?) ma non c’è da stupirsene visto che l’ideologia di questo partito nasce da “fanculismo”.

Purtroppo questo è il livello culturale della nostra classe politica.

Per fortuna che, dopo un paio di settimane di crisi politica narrata da troppi come un film dell’orrore, un signore che abita al Quirinale ha riportato la situazione su un piano di serietà.  Matteo Renzi non ha vinto ma non è neppure quel mostro distruttore descritto da certa stampa; non è Attila e neppure Godzilla.  Così come Conte non è un magnifico salvatore della patria. La sua arroganza è opposta a quella di Renzi: l’altra faccia della stessa medaglia.  Conte e Renzi hanno lo stesso smisurato orgoglio da primi della classe. Purtroppo sono anche i soli che abbiano dimostrato un qualche talento politico ma amministrare un paese come l'Italia richiede altro; richiede concretezza e umiltà. Qualche volta bisogna abbassare le armi e fare insieme un pezzo di strada specialmente quando serve ad aiutare gli altri, cioè noi, gli italiani. In questo momento abbiamo bisogno di speranza, di fiducia, di credere che questo brutto momento possa essere superato. Abbiamo bisogno di pace e non di politici che si comportano come i manzoniani polli di Renzo.   

A mio parere Matteo Renzi è uno che ha detto delle cose giuste nel momento sbagliato. Discutiamone quindi con serenità e cerchiamo le soluzioni adeguate. Certe battaglie lasciamole a fare a pseudo giornalisti eternamente affamati di visibilità. Le elezioni sono di sicuro il maggior strumento della democrazia ma in questo momento credo che il paese abbia altre priorità, con buona pace dell’onorevole Meloni e del senatore Salvini che pensano che la politica sia un’elezione continua.

In questo paese troppi si sentono giudici inflessibili, sempre pronti a condannare quelli che la pensano diversamente,  ma io non vedo in giro tutte queste candide verginelle ferite nel loro pudore. Un paese che sta riempiendo di debiti le generazioni future, un paese che non ha mai voluto fare i conti con la sua storia facendo rinascere un fascismo e un razzismo preoccupante, un paese che tratta i giovani come un fastidio da sopportare, un paese che considera gli anziani come materiale da gettare, non è certo un paese sano.  

Io non ho le ricette per risolvere i problemi  ma penso che sia giunto il momento di fermarsi a riflettere con calma, buon senso e senza fretta. In questo paese, malgrado le difficoltà, c’è ancora tanta bella gente che lavora con impegno e passione, bella gente che ha tanto da dire. Andiamo a cercarla  e insieme cerchiamo di ripartire da capo.

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