Eroi di carta ?

di Leo Spanu

Non voglio fare il bastian contrario a tutti i costi ma questa storia degli eroi un tanto al chilo mi è sempre stata sulle palle. Oggi poi che hanno santificato la categoria dei medici e degli infermieri  mi viene la depressione al solo pensiero.
Parliamoci  chiaro: ci sono medici e infermieri straordinari per professionalità e umanità (ne ho conosciuti tanti) ma sono persone con nome e cognome non una categoria.
Questo vizio di generalizzare nel bene e nel male ci sta fregando alla grande. La pandemia del coronavirus poteva essere, pur in un contesto doloroso, l'occasione, il momento giusto per rivedere organizzazione sanitaria, valori morali  e principi di coesistenza civile; invece è stata la sagra delle peggiori nefandezze.
E lasciamo perdere la “strage” degli anziani (tanto dovevano morire, dice qualcuno), le bare trasferite di notte e di nascosto coi camion militari  ma che dire dell’indifferenza delle strutture sanitarie verso coloro che non erano malati di corona virus. 
I malati di cancro rinviati agli esami di settembre come studentelli  fannulloni, cardiopatici invitati a rivolgersi alla Madonna di Lourdes se volevano avere qualche chance di sopravvivenza. 
Ho il dubbio che ci siano in giro troppi morti “per caso”.
Gente rispedita di mala grazia a casa dagli ospedali troppo impegnati con la pandemia. 
Più di uno è morto "così" e i familiari ancora si chiedono perché. 
Ho pure il sospetto che qualche mio amico e coetaneo se ne sia andato nell’indifferenza degli “eroi” troppo impegnati.
Che strano, eppure ci eravamo visti qualche giorno prima:
-Tutto bene? Come stai? Si tira avanti.-
Poi  distrattamente qualcuno ti dice che Tizio è morto e tu non lo hai neppure saputo. Del resto non avresti neppure potuto accompagnarlo.
Ora gli eroi sono stanchi: chiedono riconoscenza sotto forma di medaglie e di aumenti di stipendio per continuare la loro “missione”.
Forse sono solo eroi di carta stampata o di carta igienica, fate voi.

O probabilmente io sono diventato un vecchio brontolone.
Ma intanto se n'è andato anche Giuseppe Polo. Ciao amico mio, fai buon viaggio.

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