A proposito di Pietro Antonio Manca

di Leo Spanu

Pietro Antonio Manca (Sorso 1892-Sassari 1975) è stato uno dei pittori sardi più rappresentativi del Novecento. Ma non parlerò di lui in questo articolo anche se è stato un maestro per molti artisti,  al punto di creare quasi una scuola sorsense di pittura.
Anche lui, come per molti personaggi della storia e della cultura locale, per una forma (involontaria) di distrazione è stato relegato tra le pagine di libri che quasi nessuno legge più. Ed anche  l'amministrazione comunale che, tra gli altri compiti importanti, ha (o avrebbe?) anche quello di conservare la nostra memoria, ha altri interessi.
Noto che ogni tanto l'assessore alla cultura organizza qualche manifestazione per artisti magari anche bravi ma mai di Sorso. Chiedo venia per questo mio provincialismo alla Salvini (prima gli italiani e il resto zero) ma altre volte ho scritto e contestato l'indifferenza dei miei concittadini.
Ma non è sempre stato così. Frugando tra le mie carte ho trovato la locandina  di una iniziativa intitolata a Pietro Antonio Manca, una mostra che aveva avuto un successo incredibile di partecipazione e di pubblico. Diamo un'occhiata.


La lettura, anche se un pò faticosa dei nomi, promotori, sostenitori, politici, artisti partecipanti è una piccola pagina di storia locale e provinciale. Ci sono personaggi importanti dell'epoca,  alcuni scomparsi, altri  ancora vivi ma ormai lontani dalla cronaca. E ci sono artisti di Sorso che vorrei evidenziare non per spirito di campanile ma per dimostrare che, nel piccolo di Sorso, l'amore per l'arte non è un fatto occasionale; ma noi siamo più famosi (e citati) per motivi meno nobili come la nostra presunta stupidità (macchini in dialetto).

Giovanni Camboni, Paolo A, Carboni, Andrea Cossu, Giorgio Fara, Agostina Mura, Antonio A. Mura, M.Lucia Piana, Tonino Pulino, Bruno Seghene,  Giovanni Senes, Mario Serra.

Promotore dell'iniziativa fu il professor Nicola Tanda  (altro grande intellettuale quasi dimenticato) con l'aiuto del sempre presente Petronio Pani (Vicepresidente del CCRS Sorso) e l'amico siciliano di Sorso Pietro Falesi (Presidente del CCRS Sorso). L'assessore alla Cultura era il dottor Antonio Salis. Ci sono pure io, col nome familiare Leandro, che già d'allora ero presente, come il  prezzemolo, in quasi tutte le pietanze culturale (locali). 
Il sindaco Bonfigli ci dava carta bianca per le nostre iniziative assessoriali (allora eravamo tutti molto giovani ed entusiasti) anzi mise a disposizione delle vasche costruite a sue spese nel deposito edile di famiglia (dove oggi c'è il supermercato Nonna Isa), per conservare in acqua dolce le ancore romane recuperate  nel mare di Maritza.
Tonino Rubattu, oltre che di poesia e di lingua sarda si occupava anche  d'altro, facendo  il sindaco a Sennori. Giovanni Desini, padre del consigliere regionale Roberto, era invece il Presidente della provincia di Sassari, quando la provincia sembrava ancora una cosa seria mentre l'ingegner Montresori era Sindaco di Sassari.
L'ex sindaco (sempre di Sassari) Fausto Fadda era diventato assessore alla cultura della regione sarda, e quando Antonio Salis ed io "inventammo" la biblioteca di Sorso, ci riempì il cofano della macchina (di Antonio, una Citroen di quelle che avevano il cofano grande quanto un garage) di libri e di  pubblicazioni della regione.
Eugenio Cossu ancora non si occupava di letteratura ma era ancora in politica, quell'anno come presidente del comprensorio nr. 1 di Sassari. Cos'era il comprensorio? Una nuova istituzione che doveva sostituire le province. Infatti! 
Vi ho fatto parte anch'io; avevo chiesto di essere nominato nella commissione bilancio visto che  professionalmente ero un contabile industriale. Niente da fare: sono finito  nella commissione  veterinaria, così io, che le mucche le ho sempre viste da lontano, mi sono dimesso dopo la prima seduta. Mi hanno dato dell'imbecille perchè  rinunciavo ai gettoni di presenza. Bah! 
Altri nomi  di persone  hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. Non voglio esprimere giudizi o fare confronti tra ieri ed oggi ma mi limiterò a citare il verso di una canzone di Paolo Conte: allora si sbagliava da professionisti.

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