Paesi e città: Toscana
di Leo Spanu
2003
2003
Sarteano
Sarteano è stata scelta
seguendo rigorosamente le regole e le leggi della più antica scienza
conosciuta: la nasologia. Centro! Il tipico paese di formazione medievale con
castello (chiuso per restauri) e stradine ripide come rampe di lancio.
Piacevole e simpatico. Ma è stato l'albergo la sorpresa più felice, un paio di
chilometri fuori del paese, una tipica casa colonica toscana ristrutturata,
dentro un bosco sopra una collina che si affaccia sui laghi di Trasimeno e di
Chiusi. La mattina presto è un piacere passeggiare nei viali alberati
respirando profumi e odori dimenticati, rincorrere con gli occhi uno scoiattolo
che si arrampica sulle querce, mentre i pensieri vagano sereni tra le colline
oltre la foschia, in fondo alla valle dove il cielo si tuffa nelle acque del
lago.
L' albergo si chiama la
Torre ai Mari. La torre c'è ma i mari sono ad almeno due ore di macchina e di
certo noi non andiamo in vacanza per cercare il mare coi suoi derivati.
Ma se il nome è una fantasia (del proprietario) la cucina è una realtà che ti riconcilia col tuo apparato digerente condannato tutto l'anno a ignobili tramezzini e a tristi minestre di mense e tavole calde.
Ma se il nome è una fantasia (del proprietario) la cucina è una realtà che ti riconcilia col tuo apparato digerente condannato tutto l'anno a ignobili tramezzini e a tristi minestre di mense e tavole calde.
Montepulciano
A Montepulciano siamo
andati due volte. La prima, per un mio errore di valutazione (solo un'ora di
parcheggio a pagamento) è stata sufficiente solo per arrampicarsi su una strada
che possiamo tranquillamente chiamare Via Calvario perchè la prima cosa che
dice un turista quando arriva in cima è: Crocifiggetemi!
Qualche giorno dopo,
nella piazza principale, seduti su scomodissime sedie metalliche con due
aranciate ghiacciate davanti e i piedi che friggevano nelle scarpe, abbiamo ammirato dieci-turisti-dieci in pantaloni corti e culi (enormi) d'
ordinanza che, col naso in aria e la bocca aperta, guardavano la facciata del
duomo completamente coperta e rivestita di ponteggi.
Palazzo Comunale
Pienza
Un piccolo gioiello. La
piazza Pio II, la cattedrale e diversi palazzi, il tutto costruito secondo gli
insegnamenti di Giovan Battista Alberti dal Rossellino, suo allievo. Ho
scattato diverse fotografie. Lorenza è rimasta fortemente colpita dall'odore
di pecorino sardo-toscano che sprigionava dai vari negozi della via centrale.
Sconvolta è entrata in un chiostro senza rendersi conto che lo stesso è stato
incorporato in un albergo e che l' ammiraglio all'ingresso era solo il
portiere.
Arezzo
1950 ca.
Buonconvento
Visita di cortesia a dei
compaesani che si sono trasferiti lì e
che sono passati dalla lavorazione del Cannonau di Sorso a quella del Brunello
di Montalcino. Sempre ai massimi livelli!
I sorsensi, in casa, tendono a guerreggiare tra loro senza un attimo di tregua. Ma quando due sorsensi si incontrano in continente, anche se non si sono mai visti prima, diventano più che fratelli.
I sorsensi, in casa, tendono a guerreggiare tra loro senza un attimo di tregua. Ma quando due sorsensi si incontrano in continente, anche se non si sono mai visti prima, diventano più che fratelli.
Una vera festa dell'
amicizia. Io l' ho sempre sostenuto, i
sorsensi migliori sono fuori. Poi quando rientrano a casa riprendono le vecchie
abitudini.
2007
Castello. 1910-20
Arezzo
Appena arrivati, subito al mercatino dell'antiquariato che si
svolge la prima domenica di ogni
mese. Pioveva che anche Giove pluvio
pensò di aver esagerato. Malgrado ciò Lorenza è riuscita a comprare dei vasetti
di cristallo, fra le sue passioni. Io, con l'ombrello, cercavo di proteggere
lei e la venditrice impegnate in una trattativa che manco Totò con la fontana
di Trevi. Ho scoperto in albergo che l'unica parte asciutta del mio corpo era
un attrezzo intimo. Chissà dove s' era ritirato per sfuggire all'acqua.
Chiesa di S. Fabiano. 1910 ca.
Certaldo
Per arrivare al centro
storico di Certaldo bisogna prendere la funicolare che però non funziona perchè
siamo in bassa stagione ( siamo al mare?). Sono le tre di pomeriggio e c'è un
caldo tale che anche le mosche preferiscono stare all' ombra. Per fortuna c'è
una navetta che viaggia in sostituzione, basta pagare il solito parcheggio e un
modesto biglietto. Sul pulmino siamo in tre, io, mia moglie e Caronte che
invece di imboccare subito la salita per il borgo medievale, a dieci metri di distanza, ci fa fare un giro di mezz'ora intorno al paese.
Così non si pagano neanche il gasolio.
Così non si pagano neanche il gasolio.
Boccaccio riposa dentro
la chiesa dei santi Iacopo e Filippo. La solita orda di scolari dispettosi
passa allegramente sopra la tomba delle scrittore poi si lancia dentro l' unico
negozio di souvenir dove, un vecchio accidioso controlla, con occhi rapaci, che
niente venga rubato dai discendenti di Attila. La maestra, vicino ad un' antica
fontana, l' unico posto ombroso del borgo, medita sugli errori del suo passato.
Forse era meglio fare la mondina nelle risaie del vercellese.
Palazzo Pretorio
Sansepolcro
Sansepolcro è una città
ricchissima di chiese ed ha un solo ristorante aperto la domenica, anzi una
trattoria con le tovaglie di carta, i tavoli da un posto e mezzo e un cuoco che
sembra Tognazzi quando litiga col cuoco Gasmann nel film “ I nuovi mostri ”.
Grazie a queste qualità il prezzo è più alto della media. Abbiamo fatto in
tempo a sederci che fuori si è formata una lista d' attesa come durante uno
sciopero a Fiumicino. Non si mangiava male ma tutta quella gente intorno che ti
scruta e sembra dirti fai in fretta che tocca a noi, ti disturba il piacere
della tavola. Fuori, nelle viuzze nugoli di cavallette vestite da studenti
sciamavano alla ricerca di un McDonald.
Piero della Francesca
aspettava, preoccupato, nelle sale del museo.
La
Verna (Chiusi della Verna)
Il santuario della Verna
si trova alla fine di una strada con tante curve e tornanti da far venire il
capogiro ad una trottola. San Francesco li sceglieva bene i posti isolati. Ma
come faceva ad arrivare così lontano a piedi? Alberi secolari fanno da cornice
ad un complesso di costruzioni di varie epoche. Un insieme piacevole con opere
della famiglia Della Robbia e bottega a
impreziosire altari e cappelle. Quel che colpisce il visitatore, anche il più
distratto, è il profondo distacco tra la serenità di questo luogo e la vita
caotica che si vede in fondo alla valle. Se il paradiso esistesse potrebbe
rassomigliare a questo angolo di Toscana. Mettetelo nelle guide, per chi lo
desidera, in provincia di Arezzo, sempre in cima, appena sotto le nuvole.
Chiesa Maggiore. 1920-30
Laterina.
Albergo Toscana Verde
Un capannone per la
lavorazione del tabacco ristrutturato in modo intelligente, un grande parco
ricco di vegetazione. Non male, si comincia bene poi il dramma. Appena entrati
nella camera uno sguardo al soffitto e Lorenza lancia un urlo di guerra che
sconvolge le nuvole che sonnecchiano dietro le colline circostanti. Zanzare, a
decine, grandi come elicotteri, come quelle di Oristano (vera causa del mancato
decollo del vicino aeroporto).
Le due ragazze addette
alle pulizie vengono intimorite e distrutte dal sarcasmo di Lorenza. Il portiere
( che è anche proprietario) riesce solo a dire:
“ Ma sono quelle che non
pungono.”
Io confermo alla mia
signora che non sono le tristi e pungenti “culex pipiens”.
Il ragazzo si aggrappa al
mio insperato aiuto e lo integra:
“ E' vero. Lo ha detto
l'altra sera alla televisione Gerry Scotti.”
E poi dicono che la
televisione non fa cultura.
Dieci
minuti dopo è tutto a posto, le intruse sono state cacciate con ignominia e
colpi di scopa. Secondo me si sono nascoste nelle camere dei tedeschi che,
visto quello che si sono bevuti nel periodo del nostro soggiorno, le avranno
scambiate per draghi dei Nibelunghi.
Appena fuori dall'albergo
c'è un bel viale alberato. E' stato utilizzato come set da Leonardo Pieraccioni
nel film “Il ciclone”. La stradina conduce al casolare dove il protagonista del
film si fermava a scambiare opinioni col nonno Gino. Ho controllato se per caso
ci fosse ancora in giro Lorena Forteza, mi sarei accontentato anche di Natalia
Estrada. Invece è passato solo un vecchio contadino sopra una motoretta
malandata. E non sembrava neppure allegro.
Eh si, è vero. Il cinema
è solo fantasia.
San
Gimignano
E' ancora presto quando
arriviamo. Fra poco spunteranno le orde dei turisti e degli studenti in viaggio
di studio (si fa per dire) e un sottofondo di rumori molesti sommergerà la voce
della città.
Che parla solo a chi non
ha fretta e non deve consumare strade, piazze e memorie. Mi piacciono le coppie
come noi, che sbuffano alla fine della salita ma hanno il tempo che vogliono per leggere la storia
di questi posti e ritrovarsi come tra
vecchi amici.
Piazza della cisterna
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