Cartoline e dintorni. 18

Tour della Toscana. Maggio 2007

Itinerario: San Gimignano, Radda in Chianti, Laterina, Arezzo, 
                 Assisi, Chiusi della Verna, Poppi, Camaldoli, Anghiari, 
                 Sansepolcro, Siena, Certaldo, Livorno.

Ritorno in Toscana come in un luogo della memoria ed è strano come si possano inventare ricordi, costruire paesaggi dell'anima per il solo desiderio di essere quello che non sei mai stato. Se non fosse per la presenza di Lorenza, sarebbe un viaggio alla fine della notte, nella consapevolezza che ormai non c'è nessun giorno da aspettare. Invece ci sono oltre trent' anni di vita insieme e tutto quello che non potrà mai essere detto con le parole. Tutto acquista una dimensione diversa, i colori e i silenzi dei boschi. Il paesaggio non è più una cartolina da conservare ma l' amore che, discreto, mi ha fatto compagnia per tanto tempo. Tutto l' amore che ho ricevuto e che ha tenuto lontane le ombre del passato. Posso guardarmi indietro con serenità, ormai non  fa più  male. Il futuro, per quello che ci resta, si distende tra le dolci colline della Toscana dove, io e Lorenza, ci meravigliamo
come se fossimo presi per incantamento”. (Dante)

NOTE. Aumentano le fotografie. Da qualche tempo le cartoline sono quasi  scomparse. Non si mandano più. Oggi si mandano messaggini sulle onde dei  telefonini.

San Gimignano
E' ancora presto quando arriviamo. Fra poco spunteranno le orde dei turisti e degli studenti in viaggio di studio (si fa per dire) e un sottofondo di rumori molesti sommergerà la voce della città.
Che parla solo a chi non ha fretta e non deve consumare strade, piazze e memorie. Mi piacciono le coppie come noi, che sbuffano alla fine della salita ma hanno  il tempo che vogliono per leggere la storia di questi posti  e ritrovarsi come tra vecchi amici.
Sansepolcro

Laterina. Albergo Toscana Verde
Un capannone per la lavorazione del tabacco ristrutturato in modo intelligente, un grande parco ricco di vegetazione. Non male, si comincia bene poi il dramma. Appena entrati nella camera uno sguardo al soffitto e Lorenza lancia un urlo di guerra che sconvolge le nuvole che sonnecchiano dietro le colline circostanti. Zanzare, a decine, grandi come elicotteri, come quelle di Oristano (vera causa del mancato decollo del vicino aeroporto).
Le due ragazze addette alle pulizie vengono intimorite e distrutte dal sarcasmo di Lorenza. Il portiere ( che è anche proprietario) riesce solo a dire:
“ Ma sono quelle che non pungono.”
Io confermo alla mia signora che non sono le tristi e pungenti “culex pipiens”.
Il ragazzo si aggrappa al mio insperato aiuto e lo integra:
“ E' vero. Lo ha detto l'altra sera alla televisione Gerry Scotti.”
E poi dicono che la televisione non fa cultura.
Dieci minuti dopo è tutto a posto, le intruse sono state cacciate con ignominia e colpi di scopa. Secondo me si sono nascoste nelle camere dei tedeschi che, visto quello che si sono bevuti nel periodo del nostro soggiorno, le avranno scambiate per draghi dei Nibelunghi.
Cartolina pubblicitaria dell'albergo


Appena fuori dall'albergo c'è un bel viale alberato. E' stato utilizzato come set da Leonardo Pieraccioni nel film “Il ciclone”. La stradina conduce al casolare dove il protagonista del film si fermava a scambiare opinioni col nonno Gino. Ho controllato se per caso ci fosse ancora in giro Lorena Forteza, mi sarei accontentato anche di Natalia Estrada. Invece è passato solo un vecchio contadino sopra una motoretta malandata. E non sembrava neppure allegro.
Eh si, è vero. Il cinema è solo fantasia.

Nel parco, all'ingresso dell'albergo, ci sono due alberi potati male. Li ho fotografati da due angolazioni diverse, nello stesso giorno, a distanza di pochi minuti. La prima fotografia poterebbe raccontare della morte dell'albero, un dito rivolto contro il cielo come ultimo gesto di sfida. Dietro, l' altra vittima, con le braccia mozzate che vorrebbero chiedere aiuto. Due ruderi alla fine del giorno. L' altra fotografia sembra il simbolo di una rinascita, malgrado tutto. I polloni hanno sommerso la base del primo albero, forse col tempo ricrescerà. Forse anche il secondo, un giorno, non sarà più una colonna spenta davanti all'albergo.

Assisi. Chiesa Nuova
Costruita sul luogo dove abitò san Francesco. All'interno, il sottoscala (una vera prigione) dove il giovane Francesco fu rinchiuso dal padre che non gradiva le sue scelte di vita. Oggi sarebbe stato sbattuto sulle pagine dei giornali come un mostro spaventoso. In effetti esagerò alquanto ma mai quanto Bruno Vespa che ci avrebbe fatto almeno tre puntate di “ Porta a Porta” e due libri.

Nella piazzetta antistante la chiesa, un monumento ai genitori del santo. Cosa ci faccio davanti ai genitori di san Francesco. Niente anche se tra due statue di bronzo ci può stare una faccia di bronzo come la mia. E' solo un piccolo omaggio ai miei genitori. E' da tempo che se ne sono andati ma non ne sento la mancanza, loro sono sempre con  me.

                                                                                                                  
La Verna (Chiusi della Verna)
Il santuario della Verna si trova alla fine di una strada con tante curve e tornanti da far venire il capogiro ad una trottola. San Francesco li sceglieva bene i posti isolati. Ma come faceva ad arrivare così lontano a piedi? Alberi secolari fanno da cornice ad un complesso di costruzioni di varie epoche. Un insieme piacevole con opere della famiglia Della Robbia  e bottega a impreziosire altari e cappelle. Quel che colpisce il visitatore, anche il più distratto, è il profondo distacco tra la serenità di questo luogo e la vita caotica che si vede in fondo alla valle. Se il paradiso esistesse potrebbe rassomigliare a questo angolo di Toscana. Mettetelo nelle guide, per chi lo desidera, in provincia di Arezzo, sempre in cima, appena sotto le nuvole.
1920 ca.
1920 ca.
                                                                                                                                    
Ho scattato diverse foto del bosco intorno al santuario. Era degno dell'ultimo dei Mohicani che poi sarei io se avessi l'arco e le frecce invece  della macchina fotografica. Lorenza mi guarda preoccupata: salto e mi arrampico come un bambino che crede di essere uno stambecco. Un sessantenne  che gioca agli indiani probabilmente è  un caso clinico. Ma forse si preoccupa solo per le mie vecchie articolazioni. 


Camaldoli (Poppi)
Confesso che ho dedicato la mia attenzione alla farmacia e all' antro da alchimista retrostante piuttosto che incantarmi davanti al dipinto di Giorgio Vasari. Che fascino quegli alambicchi e pentolame vario di rame oltre a cose assurde, vecchie e sporche. Ma come diceva il mio amico sedicente “ trombeur de femmes ” ( Ricordate? Quello della gita scolastica a Venezia.): E' meglio una racchia che te la dà subito senza discutere che una dea che non te la fa vedere neanche da lontano.

Sansepolcro
Sansepolcro è una città ricchissima di chiese ed ha un solo ristorante aperto la domenica, anzi una trattoria con le tovaglie di carta, i tavoli da un posto e mezzo e un cuoco che sembra Tognazzi quando litiga col cuoco Gasmann nel film “ I nuovi mostri ”. Grazie a queste qualità il prezzo è più alto della media. Abbiamo fatto in tempo a sederci che fuori si è formata una lista d' attesa come durante uno sciopero a Fiumicino. Non si mangiava male ma tutta quella gente intorno che ti scruta e sembra dirti fai in fretta che tocca a noi, ti disturba il piacere della tavola. Fuori, nelle viuzze nugoli di cavallette vestite da studenti sciamavano alla ricerca di un McDonald.
Piero della Francesca aspettava, preoccupato, nelle sale del museo.
Piero Della Francesca: Ritratto di Battista Sforza. Firenze, Galleria degli Uffizi

Anghiari
Anghiari è un borgo dimenticato dal tempo lungo la strada per San Sepolcro. Una deviazione a destra e ti ritrovi nel Medio Evo. Non è cambiato nulla o quasi, nei vicoli angusti le case si stringono tra loro quasi a darsi coraggio. Giuro che se chiudo gli occhi mi ritrovo a chiacchierare con Piero della Francesca che è di queste parti. Poi li riapro e mi viene da piangere a vedere la salita che ci separa dalla macchina: un perfetto sesto grado. Adesso capisco perchè Maometto, quando la montagna non andò da lui si mise a scrivere il Corano. Col tempo che aveva.

Arezzo


Appena arrivati,  subito al mercatino dell'antiquariato che si svolge  la prima domenica di ogni mese.  Pioveva tanto che anche Giove pluvio pensò di aver esagerato. Malgrado ciò Lorenza è riuscita a comprare dei vasetti di cristallo, fra le sue passioni. Io, con l'ombrello, cercavo di proteggere lei e la venditrice impegnate in una trattativa che manco Totò con la fontana di Trevi. Ho scoperto in albergo che l' unica parte asciutta del mio corpo era un attrezzo intimo. Chissà dove s' era ritirato per sfuggire all' acqua.

Siena
Ho scattato varie foto della facciata prima di scoprire che per entrare in chiesa bisogna pagare. A Siena si paga tutto e caro. Il parcheggio: 1 euro e 60 centesimi l'ora. Le cartoline: 60 centesimi. Al ristorante: un bicchiere di vino ( non ho osato ordinare una bottiglia anche perchè non l'avrei consumata) 5 euro. Il coperto, per due, altri 5 euro. In piazza del Palio, comitive di scolaresche con insegnanti (rassegnati) al seguito, si sdraiano per terra per mangiarsi un panino “ al sacco”. Molti adulti seguono il loro esempio. C'è un caldo da sciogliere l' adipe delle cento pance nude che biancheggiano impudiche. Dopo un pò, la piazza sembra un bivacco di sfollati. Lo chiamano turismo di massa.
Una via di Siena. Merita di essere immortalata perchè è l'unica via di Siena senza turista allegato

Tra i tanti scatti fatti a Siena ne ho trovato uno che rappresenta una piccola chiesa anonima. Facciata a capanna  con un gigantesco arco a rilievo che sovrasta il portale, poco più di un uscio. Al centro un piccolo rosone, sopra la porta un tondo con una madonna in ceramica invetriata. Non so perchè l' ho fotografata. Non c'è un cartello, un' indicazione. Non è un prodotto per turisti. Non è neppure bella.  Ma non importa. Meglio che rimanga così come un vago ricordo perduto nella nebbia del tempo. Confusa fra tanti oggetti inutili nel negozio di un rigattiere. Come la mia coscienza, quando sono stanco e mi sento niente.                                                                                                                                                         
Certaldo
Per arrivare al centro storico di Certaldo bisogna prendere la funicolare che però non funziona perchè siamo in bassa stagione ( siamo al mare?). Sono le tre di pomeriggio e c'è un caldo tale che anche le mosche preferiscono stare all'ombra. Per fortuna c'è una navetta che viaggia in sostituzione, basta pagare il solito parcheggio e un modesto biglietto. Sul pulmino siamo in tre, io, mia moglie e Caronte che invece di imboccare subito la salita, a dieci metri di distanza, per il borgo medievale ci fa fare un giro di mezz'ora intorno al paese. Così non si pagano neanche il gasolio.
Boccaccio riposa dentro la chiesa dei santi Iacopo e Filippo. La solita orda di scolari dispettosi passa allegramente sopra la tomba delle scrittore poi si lancia dentro l' unico negozio di souvenir dove, un vecchio accidioso controlla, con occhi rapaci, che niente venga rubato dai discendenti di Attila. La maestra, vicino ad un' antica fontana, l' unico posto ombroso del borgo, medita sugli errori del suo passato. Forse era meglio fare la mondina nelle risaie del vercellese.
Certaldo. Palazzo Pretorio
  
Pagine della Memoria

San Francesco
Da tempo ho risolto i miei problemi religiosi, un' educazione indirizzata verso una fede bigotta e terrorizzante mi ha creato qualche difficoltà durante l' adolescenza. Ora sono un uomo libero da superstizioni e consuetudini ipocrite e formali. Credo che la religione cristiana e probabilmente anche le altre siano una dichiarazione di guerra contro l' uomo. Poi incontri personaggi anomali. Mi irritava questa continua mortificazione fisica di Francesco. Una volta pensavo ad una forma esasperata di fanatismo masochista ma mi sbagliavo. Credo che Francesco abbia voluto, un millennio dopo, riprendere l' esempio di Gesù Cristo. Caricare su se stesso tutto il dolore del mondo, un compito terribile, disumano. Bisogna essere delle persone speciali o dei pazzi inguaribili. Le mie passeggiate lungo le strade di Francesco mi hanno portato ad alcune scoperte. Gli eremi, le celle anguste, la pietra nuda, la scelta di totale rinuncia a qualsiasi forma di benessere fisico, potrebbero sembrare l' espressione di una vanità fuori misura. Ma Francesco è candido, la sua semplicità non è un vestito, è  il suo modo di essere uomo. Allora comincio a non capire, i miei schemi di ragionamento non possono essere applicati a quest' uomo. Proviamo a pensare ai suoi insegnamenti. La Chiesa, allora come oggi, mi sembra lontana da san Francesco, si respira un' aria di restaurazione in Italia che ci riporta ad un passato buio. C' è un' offensiva oscurantista da parte della Chiesa, sostenuta e ampliata da una stampa servile e acritica e da una classe dirigente opportunistica e corrotta che desta una forte preoccupazione in chi, come me, crede nei valori 
della libertà individuale, dell' uguaglianza tra gli uomini, della tolleranza, della solidarietà verso i più deboli. La religione: una pistola puntata contro il libero pensiero.
Nell'eremo di Assisi o tra i boschi della Verna tutto questo non c' è. C' è il silenzio, una quiete che accarezza e addolcisce i pensieri di un laico convinto e arrabbiato come me. E c' è Francesco che ti mostra il mondo con i suoi occhi. Non c' è più dolore, lo ha raccolto tutto lui. Ed io guardo gli alberi, le ombre del sottobosco, le pietre antiche e gli affreschi consumati dal tempo e, dai ripostigli della memoria, mi ritorna alla mente:
“ Laudato sie, mio Signore, cum tucte le tue creature,
  specialmente messer o frate sole”
E poi ancora:
“ Laudato sie, mio Signore, per sora luna e le stelle
  in cielo l'ai formate clarite et preziose et belle”
Altro non ricordo. Non so per quale sciocca ragione ma sento una certa affinità con 
quest' uomo impossibile. Sarà la spiritualità dei luoghi, sarà che sto diventando vecchio e sono stanco di lottare contro un mondo assurdo. Sarà che mi sento in pace e in armonia col paesaggio che mi circonda.
Sarà che vorrei fermarmi a riposare sopra quest' erba soffice e guardare il mondo dalla cima di questi colli. Un mondo lontano e triste. Ma devo andare, non so dove, ma devo.  Ma so che ogni volta che vengo a trovare Francesco, ritorno più ricco.
“ Laudato sie, fratello Francesco”.
Andrea Della Robbia: Crocifissione. Santuario della Verna


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