Cartoline e dintorni (15)

 Sorso. 1987-2011. Piccola storia dell'atletica leggera: CCRS (Centro Culturale Ricreativo Sportivo Sorso)

Nome lunghissimo per una società ma noi facevamo davvero tutto quanto previsto dall'intestazione. Dal carnevale con le sfilate dei carri mascherati alle mostre fotografiche su strade e monumenti di Sorso. Da ricerche sulle nostre memorie alla ricostruzione del costume. Se un giorno qualcuno racconterà le cronache della nostra comunità, ci riservi uno spazio. Magari piccolo. Ce lo siamo guadagnato.

Ho cominciato a fare il tecnico di atletica leggera nel 1987. Avevo 41 anni. Per la serie” Non è mai troppo tardi”.


Cagliari 1989 (la bambina col cartello è mia figlia)

Rieti 1991
La prima volta per i ragazzi. Ci classificammo solo noni nella finale interregionale dei campionati allievi su pista ma fu una trasferta memorabile per il divertimento.
L'anno successivo fu un trionfo. Vincemmo il titolo nei campionati allievi di cross battendo gli atleti delle Fiamme Gialle e scusate se è poco. E' stato il primo e unico titolo nazionale della nostra storia.

Orvieto 1992
Campionati interregionali allievi e allieve                                                                                                                    
Portammo entrambe le formazioni. Un viaggio che è rimasto nella memoria di tutti. Con un venditore di souvenir discutemmo sui sequestri in Sardegna. Spiegai a quel simpatico interlocutore che in Sardegna non abbiamo solo sequestratori di ricchi possidenti e ladri di pecore ma anche spacciatori di paccottiglia come lui e mignotte come quella che mi stava ronzando intorno. Mi regalò un portafortuna in pelle e un cordiale saluto. Il sindaco di Orvieto si complimentò con me, sorpreso quasi che un paese piccolo come il nostro potesse esprimere ben due formazioni allievi a livello nazionale. In effetti il 1992 è stato il nostro anno migliore.
Orvieto 1992 (con gli occhiali scuri, dall'alto controllo  alcuni dei miei "Guerrieri")

C2
Corridonia. Meeting Club Italia per rappresentative regionali:  allievi e allieve su pista 

Strano albergo. Un brutto grattacielo con la reception al piano terra e le camere negli ultimi due piani  a cui si accede solo con l' ascensore; la sala colazioni è sul terrazzo. In mezzo, appartamenti privati. Il viaggio è stato lungo e faticoso (nave più pullman): una notte e un giorno. La fascia d' età degli atleti è tra le più esplosive, 16-17 anni. Da maneggiare con attenzione.
Con il mio collega di Marrubiu ci ritiriamo presto nella nostra camera, siamo stanchi. Ci svegliamo alle otto, troppo tardi, dovevamo essere veramente a pezzi. Scendiamo al piano sottostante dove hanno le camere i ragazzi. Le porte dell' ascensore si aprono, davanti a noi uno spesso tappeto verde che copre tutto il lungo corridoio. Butto fuori la testa: libero a sinistra. A destra un lento fiume di candida schiuma avanza lentamente verso noi, sarà alto almeno trenta centimetri. Ci guardiamo in silenzio col collega; forse è meglio tornare a dormire. Quando ci sveglieremo l' incubo sarà finito.
Due cortesi poliziotti mi hanno interrogato per oltre mezz'ora anche perchè un ragazzo è finito al pronto soccorso per un letto trasformatosi in tappeto volante. Niente di grave per fortuna. Alla fine i poliziotti se ne vanno senza prendere nessun provvedimento.
“ Vi siete puniti abbastanza.” Dice uno dei due.

Riccione 1994
Criterium Nazionale cadetti e cadette (14-15 anni)
Appena arrivato in albergo prima chiamata d' emergenza. Salgo nella camera di Mario Casci, il più pestifero atleta che la mia società abbia mai avuto e trovo un collega di Cagliari che sta strangolando il ragazzo. Fortuna che lo ha incontrato per la prima volta cinque minuti fa. Riesco a calmarlo. Dopo neanche altri cinque minuti è lui che mi blocca e mi impedisce di impiccare Mario. Due ore più tardi mi informano che il nostro simpaticone è stato violentemente schiaffeggiato da una sua compagna di squadra, di Sorso tra l'altro. Ad una mia richiesta di spiegazioni Sara  Delrio (futura nazionale juniores nel salto in alto) mi risponde che io conosco benissimo la risposta. Mario Casci deve essere picchiato sempre e ovunque. E' un dogma. La notte si chiude serenamente e riesco anche a dormire. 
La mattina vengo tirato giù dal letto dal personale dell'albergo, esco all' aperto e mi si presenta un inconsueto spettacolo d'arte moderna. Il palazzo, uno schifezzo di quattro piani, ha la facciata completamente rivestita di carta igienica; i ragazzi in uno sgabuzzino hanno trovato la scorta di rotoli di  un anno e non hanno resistito alle sirene di uno slogan pubblicitario che andava di moda in quel tempo: dieci piani di morbidezza. Il proprietario mi chiede furibondo:
“ Lei cosa dice?”
“ Stia tranquillo, pagheremo i danni ma il palazzo ci ha guadagnato in estetica.”
La notte, dopo le undici, riesco a trovare un momento di tranquillità. Al centro della grande hall c'è una specie di gazebo con un bancone, una ragazza gentile prepara  the e tisane a chiunque lo desideri. Ci sono centinaia di bustine e barattoli esposti, uno diverso dall'altro in un trionfo di colori e di profumi. Sorseggio in silenzio la mia bevanda quando vengo raggiunto da Mario Casci.
“ Prendi un the anche tu.”
“ Grazie, signor Leo, quale scelgo?”
“ Quello che vuoi.”
L' avessi mai detto. Dopo mezz'ora Mario non ha ancora deciso. La ragazza ha spiegato pazientemente ogni tipo di the in vendita e si vede che comincia ad essere stanca, anzi una goccia di sudore scende dalla sua fronte. Alla fine Mario si ferma su tre bustine diverse
“ Questo è peggio dell'asino di Buridano.” Borbotto.
Allo sguardo di sorpresa dei due spiego che l' asino di Buridano morì di fame per non  aver saputo scegliere tra due balle di fieno perfettamente uguali. Guardo l' orologio, è già passata mezzanotte e Mario è più di un'ora che tortura me e la ragazza, incerto sulla decisione. Non ce la faccio più.
“Prenditi questo maledetto the e piantala.” Urlo al ragazzo poi prendo una bustina a caso e la consegno alla commessa.
“ Per cortesia, signorina, mi faccia anche una tisana che sto per avere una crisi di nervi.”
“ Ne faccio due, una anche per me. Offro io.”
Due giorni dopo  Mario arriva secondo nella gara di marcia. Era il favorito, il migliore della sua categoria in Italia. Malgrado gli avessi spiegato abbondantemente la strategia e la tattica di gara, fece esattamente il contrario, come sempre. Andò subito in testa e fu infilato negli ultimi cinquanta metri dagli avversari che rientravano. Il presidente regionale della Fidal, Sergio Lai, voleva strangolarlo, tagliarlo a pezzi e poi darlo in pasto ai pesci dell' Adriatico. Esagerato! Io mi sarei accontentato di saltargli addosso a piedi pari e ridurlo ad una piadina. Per fortuna c' era una recinzione metallica che ci separava dalla pista.

Caserta 1995
Criterium Nazionale cross cadetti
Che dire. La rappresentativa sarda con  i nostri Giovanni Marras e Gavino Solinas (un vero capitano) ha vinto il titolo italiano. Giacomo il loro tecnico nonchè padre di Giovanni, alla fine della gara non riusciva neanche a parlare. Aveva  i capelli rossi che fiammeggiavano. Certe soddisfazioni davvero non hanno prezzo.

Fidal. Isernia. Novembre 1992
Sono stato delegato due volte ai congressi nazionali della Fidal. Una volta ho votato a favore di Gianni Gola, una volta contro. Ordini di scuderia. 

Schio (Vicenza). Luglio 1993
Ero il più vecchio del corso, anche del mio amico Uccio Taras (purtroppo prematuramente scomparso), il boss di Santa Teresa di Gallura, che sembrava  nato già vecchio. Mi tagliai i baffi per sembrare più giovane. Furono dieci giorni molto faticosi, otto-dieci ore al giorno sono molte per un quarantenne pigro. All'esame risposi a otto domande su dieci. Cominciai a scrivere la nona sulla specialità della marcia; c'era un caldo infernale a Schio, noto come il pisciatoio d'Italia perchè piove ogni giorno (anche il mese di luglio). Guardai il foglio, la marcia non mi è mai piaciuta, imprecai mentalmente e consegnato il compito me ne andai al bar dove mi feci preparare un gelato ai frutti di bosco da mezzo chilo.
D' accordo che gli esami non finiscono mai ma che ca...!

NOTE. Delle tante foto ho scelto queste due per ragioni di spudorato nepotismo. Nella prima, come già scriito, c'è mia figlia Paola, nella seconda mio figlio Marco, l'ultimo a destra della seconda fila in alto.

Commen

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