Favole: Non bruciate la strega Cunegonda
di Leo Spanu
Le streghe non hanno mai avuto una buona reputazione: vecchie e brutte in genere con un naso a forma di patata americana, gatti neri e altri animali strani tipo caprincapron e lucertombrichi come compagni; poi trombavano solo col diavolo che non si presentava come Adone, anzi. E' logico quindi che fossero leggermente infelici.
Poi ogni tanto qualcuno, sessualmente depresso e moralmente represso, in pratica uomini con l'anima nel cesso, le bruciavano vive sulla pubblica piazza. Così le streghe preferiscono vivere ai margini della società, in luoghi nascosti, lontano da uomini stupidi e ignoranti e piromani religiosi.
C'è una cosa che mi dispiace e che purtroppo non potremo mai sapere: come fanno le streghe a far volare le scope?
Comunque ecco la storia della strega Cunegonda da Pisa.
Poi ogni tanto qualcuno, sessualmente depresso e moralmente represso, in pratica uomini con l'anima nel cesso, le bruciavano vive sulla pubblica piazza. Così le streghe preferiscono vivere ai margini della società, in luoghi nascosti, lontano da uomini stupidi e ignoranti e piromani religiosi.
C'è una cosa che mi dispiace e che purtroppo non potremo mai sapere: come fanno le streghe a far volare le scope?
Comunque ecco la storia della strega Cunegonda da Pisa.
E' l'unica foto che si ha di Cunegonda da bambina, poi il fotografò si suicidò.
Questa invece è la foto della carta d'identità. E' vero che, normalmente, tutti veniamo male nelle foto tessera ma qui hanno esagerato. Rassomiglia a Giorgio De Chirico
Cunegonda abitava in una casa di zucchero sciolto nel grasso di coccorillo, animale simile al coccodrillo ma con una d in meno, e poi lavorato come la pasta per le tagliatelle. Ogni mattina Cunegonda con una mano salutava, dalla finestra, i nipoti Hensel e Gretel che andavano a mangiare marzapane dalla zia. Con l'altra mano e una pompa aspirava dal lago l'acqua inquinata che dava al caffè un bel colore di cioccolata
Prima di uscire sceglieva la faccia da mettersi. Dopo aver letto Pirandello anche lei si sentiva "uno, nessuno, centomila".
Il suo gioco preferito era il doppio salto mortale con avvitamento a destra (ormai la sinistra non va molto di moda). Era bello vedere il cielo da sopra e sotto.
Ma il maggior divertimento era quello di appendersi a testa in giù dagli alberi come un pipistrello stanco. Da questo suo essere pendente l'aggiunta al nome " da Pisa". Per non offendere il pudore indossava sempre lunghi mutandoni bianchi.
A volte si mascherava da squalo e passeggiava lungo le spiagge deserte. Peccato per quei gabbiani che scacazzano tutto.
Cunegonda aveva un cane tipo cerbero ad una testa che si era mangiato il gatto nero e un pipistrello albino. La sua espressione cupa è dovuta al fatto che non li ha ancora digeriti.
La notte poi smontava tutti i pezzi del suo corpo, li sistemava sullo scaffale in camera da letto e finalmente poteva chiudere gli occhi e dormire.
Non avevo notato quel "buonanotte" col dito medio alzato. Scostumata!
I quadri sono dell'artista inglese Jane Andrews (1988)
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