Gli anni dei dolci sorrisi
di Leo Spanu
Oggi sono un uomo abbastanza sereno. La saggezza è un regalo (non a tutti) della vecchiaia insieme al mal di schiena. Così ti rendi conto che abbastanza non è mai abbastanza.
Gli anni dei dolci sorrisi 1966- 1972
I dolci sorrisi sono quelli che gli altri ti regalano quando ti guardi intorno e non sai difenderti. Sono tutti coloro che ti raccontano bugie quando sei disposto a credere a tutto. Sono le ferite che continuano a sanguinare anche quando racconti di essere diventato un cinico a tutta prova.
E gli anni sono quelli della pubblicità ossessiva, del " come eravamo" ruffiano, della retorica più vigliacca, delle incredibili nostalgie per un tempo che non ti ha dato niente in compenso è riuscito a spegnere ogni illusione. E ti ritrovi a scrivere "poesie" senza una ragione definita, forse per scoprire se nel silenzio che ti riveste può nascere un sogno. Recuperare un brandello di umanità, ritrovare la speranza di essere ancora vivo è un atto di fede, forse un atto d'accusa. Allora costruisci parole, qualche volta poesia. Per rabbia, per solitudine, per noia. (1978)
Parole per una canzone (1967)
Non chiedermi parole per una canzone.
Tra gente distratta
s'è smarrita la voce
e le parole se le porta il vento.
Un giorno me ne andrò (1968)
Un giorno me ne andrò
lascerò la vita come un abito smesso.
Un amico mi saluterà
e mi avrà già scordato
una lacrima bagnerà il mio cuore desolato
è sarà l'ultimo fiore.
Ma non avrò rancori nè rimpianti
anche se resteranno
gli uccelli a cantare.
Per i tuoi occhi (1968)
Scriverò una canzone per i tuoi occhi
l'affiderò al mare
che la racconti al vento
che te la canti tra i capelli.
Scriverò ti amo nei miei sogni
poi aspetterò la notte
per parlare d'amore.
Distrazione (1971)
Avevo un sogno
chiuso nel pugno
ma per distrazione
aprii la mano.
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