Erano grandi speranze
di Leo Spanu
Gli anni 50 e 60 del secolo scorso sono stati anni di grandi speranze. Forse era la paura per quanto la seconda guerra mondiale ci aveva fatto vedere: com'era stata possibile tanta crudeltà sui civili, sulla gente comune, sulla gente innocente? La guerra è sempre stata un inferno creato dall'uomo ma erano gli eserciti che combattevano, erano i soldati che andavano a morire mentre i generali stavano a guardare. Poi la tecnologia moderna aveva introdotto nuovi orrori: i bombardamenti sulle città con le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, i campi di concentramento nazisti. In tanti avevamo pensato che era tempo di chiudere quella pagina nera dell'umanità, di seppellirla per sempre nelle pagine dei libri di storia; anch'io, che ero solo un bambino nel dopoguerra, sognavo un futuro a colori. La crescita economica ci aveva dato un benessere nuovo, la scuola per tutti ci aveva aperto nuovi orizzonti, e poi il voto alla donne che potevano finalmente partecipare alla vita politica, la musica che ci faceva cantare, ballare e la voglia allegra di far saltare in aria un mondo fossilizzato e sbagliato. E ancora i figli dei fiori coi loro sogni fuori di testa, il rifiuto della guerra del Vietnam, la contestazione al capitalismo e al comunismo sovietico così oppressivo nei paesi dell'est. Infine il 68 con gli studenti e gli operai in piazza insieme a chiedere una società diversa, migliore, più giusta e più solidale.
Certo ci sono stati anche grandi errori, l'uso e l'abuso delle droghe, l'ideologia esasperata al punto di trasformarsi in terrorismo in Italia, in Francia, in Germania, negli USA. Errori gravi che hanno dato l'alibi al potere per combattere richieste valide, per annullare diritti legittimi, per ritrasformare un popolo pensante in un gregge di pecore.
Ma c'era una grande sogno da realizzare, come abbiamo potuto scadere nel nulla di oggi? Svendere le speranze per metterci in mano a dittatori, a criminali, a pazzi assetati di guerra e di sangue! Perchè abbiamo dato visibilità e potere agli eredi nostalgici del nazismo, del fascismo, del comunismo, del fanatismo religioso più feroce? Qualcuno ricorda quando, negli anni 70, in Iran e in Afghanistan le ragazze uscivano a passeggiare in minigonna come in Europa? Qualcuno ricorda quando, con la caduta del muro di Berlino, si era buttato via il comunismo staliniano e la democrazia aveva finalmente cominciato a a soffiare in Russia e nei paesi dell'est Europa? L'invasione dell'Ungheria, i carri armati a Praga diventavano un brutto sogno del passato, c'era un mondo nuovo da ricostruire anche per loro, i nostri fratelli europei imprigionati da decenni dietro la cortina di ferro. Come ha fatto uno sbirro del KGB a diventare il padrone della Russia, a diventare un signore della guerra, ad occupare paesi liberi, a minacciare il mondo intero di iniziare (e finire) una guerra nucleare? Come ha fatto il popolo israeliano, che ha subito l'orrore dell'olocausto, a votare e a dare carta bianca ad un esaltato che ha deciso di sterminare il popolo palestinese? Odio chiama odio, i bambini che non verranno uccisisi a Gaza oggi, domani diventeranno terroristi. Così come la guerra chiama guerra, ma se ancora non sappiamo come verrà combattuta la possibile terza guerra mondiale, sappiamo come verrà combattuta la quarta: con clave e sassi. Non lo dico io che sono nessuno ma un certo Albert Einstein, uno che quando emigrò in America, compilando il foglio d'ingresso, alla voce "razza" scrisse: umana. Forse dovremo ricordarci che apparteniamo tutti alla stessa razza umana e che i nemici sono solo quelli che ci inventiamo con le nostre paure.
Alla mia età ho smesso di farmi illusioni ma vorrei tanto ritrovare i sogni e le speranze che avevo da giovane. Non per me, che ormai non misuro più il tempo che manca a chiudere la mia storia, ma per tutti quelli che devono ancora scoprire che la vita può essere meravigliosa.
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