Coltivo una rosa bianca
di Leo Spanu
Ho dedicato questa settimana a scrivere dei libri (alcuni) che ho letto nel corso della mia vita. Ho cominciato nel 1952, in prima elementare, dopo qualche mese dedicato a fare "spaghetti" sui quaderni dalle copertine nere prima di imparare a leggere. Poi ho letto tutto e di tutto, magari senza metodo ma con grande curiosità; una volta ho "letto" anche l'elenco telefonico di Brescia. Poi ho cominciato a scegliere le mie letture, nel frattempo c'erano state l'università, il servizio militare, il 68. Ho cominciato a scrivere dopo i vent'anni, qualche poesia, qualche racconto, un romanzo breve: la maggioranza di quel materiale è stato dato alle fiamme perchè decisamente mediocre ma volevo diventare uno scrittore, sapevo di avere le qualità.
Sono sempre stato un sognatore con lo sguardo al cielo come da copione, ma anche con i piedi per terra, così decisi che, a meno di una fortuna improbabile, scrivere non mi avrebbe dato da mangiare e che sarebbe stato meglio dedicarsi a cose più concrete, tipo vivere e sopravvivere. Ho continuato comunque a leggere e, qualche volta, a scribacchiare. Nel 2010, mi stancai di lavorare in un ambiente ostile con colleghi mediocri e cialtroni e me ne andai in pensione: ero ancora giovane, potevo avere ancora qualcosa di meglio da fare come recuperare i sogni di un tempo.
Ho cominciato a scrivere per una rivista locale, ottenendo buoni risultati in termini di lettori e di gradimento, ho pubblicato, nel 2012, il mio primo romanzo che, con mia grande sorpresa, ottenne un successo incredibile anche se solo a livello locale poi, nel 2015, ho aperto questo blog su Google e su Twitter. In nove anni ho pubblicato quasi tremila articoli: arte (pittura, scultura, fotografia ), politica, storia, letteratura (narrativa e poesia), cinema, musica e tanto altro. Confesso che mi sono divertito a farlo e quel che ho raccontato è piaciuto a parecchie persone. Del resto su Twitter ho più di 800 follower che ha a me sembrano tanti, anche perchè, per rispetto dell'intelligenza altrui, cerco di non scrivere stronzate.
Nel frattempo ho pubblicato altri due romanzi, l'ultimo è uscito nell'ottobre del 2023. E qui cominciano le noti dolenti. Sarà solo un'impressione ma ho la sensazione che il romanzo non abbia avuto il riscontro che mi aspettavo: non ho dati di vendita a suffragare la mia impressione ma, a seguire il mercato dei libri, c'è da spaventarsi. Ogni giorno in televisione c'è gente che presenta libri, magari avendo anche grossi problemi con la lingua italiana, ma oggi è tanto di moda scrivere libri o farseli scrivere e poi esibire, in programmi televisivi ruffiani, il frutto di tanto ingegno. Ma vi rendete conto che probabilmente il libro più venduto nell'ultimo anno è il saggio (si fa per dire) di un generale ignorante. Roba da far impallidire Harry Potter che pure è scritto da una signora fortunatissima che non sa scrivere, infatti, senza il cinema, la signora sarebbe ancora lì a fare parole crociate. Non lo dico per stupida invidia: quando la signora era una famosa e miliardaria scrittrice pubblicò un romanzo sotto altro nome; dopo un mese aveva venduto solo alcune copie, un decina o poco più. Allora comunicò al mondo intero che l'anonimo autore di quell'anonimo romanzo era lei, proprio lei, la mamma di Harry Potter. In pochi giorni le copie vendute furono decine di migliaia e, in più, arrivò il contratto per la sceneggiatura di un film. Oggi si vende il nome, vedi principe inglese Harry, il contenuto è un optional.
Fabrizio De Andrè, dopo anni di scarse vendite dei suoi dischi (solo noi ragazzi fuori di testa pensavamo che fosse un genio) stava per cambiare mestiere e andare a lavorare nell'azienda diretta dal padre quando Mina, la cantante italiana più famosa degli anni 60, scoprì " La canzone di Marinella" e la interpretò portandola ad uno straordinario successo. Da quella "scoperta" cominciò la meritata fortuna di Fabrizio De Andrè.
Io non sono stato scoperto da nessuno che conta ma, per mia fortuna, non devo cambiare lavoro e non cerco neppure soldi e gloria. Che poi, per dirla con Francesco Guccini, è una gloria da stronzi, visti i tempi; l'attuale ministro della Cultura, facente parte della giuria del premio Strega, ha premiato gli scrittori vincenti senza aver mai letto i loro libri. Dev'essere uno che capisce tutto dalle copertine.
Si, sono deluso e amareggiato, sarà che sto diventando vecchio ma non riesco ad essere cinico come necessario per legittima difesa, sarà che continuo a coltivare la mia rosa bianca per chi mi vuol bene e ortiche per chi mi stanca, come cantava Sergio Endrigo, ma forse è arrivato il momento di smetterla con la scrittura.
Mi prenderò qualche giorno di riflessione per decidere se continuare o no a mantenere questo blog. Nel frattempo ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito in questi anni.
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