Milano 1968 (R)

 di Leo Spanu

Pagine della memoria

Milano

Milano è come un vestito che nessuno vuole indossare, troppo impegnativo. Infatti è una città unica, abitata solo ed esclusivamente da milanesi e non importa se poi provengono dalla Sicilia o dalla Calabria. Solo i milanesi hanno diritto di cittadinanza, gli altri sono di passaggio. Anche se vengono da Brescia come il sottoscritto. Ma non importa, io sono qui solo per studiare. E'  passato da poco il “Maggio 68”, data storica ed io non capisco niente della nuova università. Dov' è finita quell'istituzione che avevo lasciato prima di partire per il servizio militare?

I professori cedono il passo agli studenti, quasi chiedono scusa della loro esistenza. La polizia vigila in forze agli ingressi delle facoltà. Fa specie vedere un poliziotto che chiacchiera amichevolmente con un venditore di sigarette di contrabbando e poi guarda torvo uno studente vestito da “sessantottino”. Sono confuso. Mi fa da guida in questo nuovo mondo Daniela, un'amica e compagna di viaggio.

Ci troviamo tutte le mattine alle sei alla stazione di Brescia, lei arriva vestita da brava ragazza poi in treno si cambia. Minigonna cortissima all' altezza dell'inguine, maglietta aderente e stivaletti in pelle. Bionda naturale con un piccolo aiuto chimico, sottile, non bella. I capelli hanno un’ attaccatura eccessivamente alta, ci puoi dipingere un paesaggio su quella fronte. Troppo magra; i seni poi, due olive. Sempre innamorata, almeno una volta al giorno. Io sono il suo confidente e ogni tanto la prendo in giro per il suo romanticismo fuori stagione.

- Sei solo un fottuto cinico, - mi dice- ma ti voglio bene lo stesso.-

Daniela è la mia Beatrice tra assemblee autogestite, improvvisati leader barbuti ed esami del tipo uno viene interrogato e trenta prendono diciotto. Conosce tutti, anche i poliziotti che prima ti salutano e poi, quando possono, ti manganellano. In realtà mi sono perso il meglio della contestazione, nel mese di maggio ero impegnato a marciare sotto il sole caldo della costruenda autostrada del Brennero perchè gli italiani, il 2 giugno, potessero ammirare i bei soldatini sfilare in via dei Fori Imperiali a Roma. Il clima è ancora pesante all' università, gli scontri tra estremisti di destra e di sinistra sono frequenti.

Fra un anno una bomba assassina chiuderà questa pagina di confuse speranze, ucciderà uomini e illusioni; il tempo poi racconterà storie bugiarde. C'era un sogno dentro le nostre parole, noi ragazzi del Sessantotto credevamo in una società diversa, più giusta, più umana.

Milano è una città che corre, non aspetta chi si ferma a pensare.

Non ho mai conosciuto un milanese vero.

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