I giorni e i santi: 27 febbraio
di Leo Spanu
San Leandro di Siviglia, nacque a Cartagena nel 545 e, come i suoi fratelli Isidoro, Fulgenzio e Fiorentina, fu subito indirizzato verso la vita religiosa. Insieme ai fratelli combattè a lungo l'arianesimo professato dai Visigoti che, all'epoca, governavano la Spagna. Naturalmente le difficoltà della lotta, pur con qualche successo, creò molti nemici a Leandro che dovette fuggire dal suo paese e rifugiarsi a Costantinopoli (l'odierna Istanbul). Qui conobbe Gregorio Magno, futuro papa, e grazie a questa amicizia potè ritornare in patria dove fu nominato vescovo di Toledo. Fu lui a convocare il terzo Concilio di Toledo che sancì la definitiva conversione dei visigoti al cattolicesimo. Morì intorno al 600.
E' rappresentato in abiti vescovili ed è invocato contro i reumatismi. Il nome deriva dal greco e significa "uomo delicato".
Leandro è il protagonista di uno dei più bei miti greci; la sua struggente storia d'amore con Ero ha ispirato poeti, pittori e musicisti.
Ero e Leandro erano due giovani innamorati che vivevano sulle sponde opposte di uno stretto braccio di mare. Un mare insidioso attraversato da correnti e da navi; malgrado l'opposizione delle famiglie i ragazzi si vedevano di nascosto, Leandro, abilissimo nuotatore, si tuffava ogni notte per raggiungere la ragazza. Ero, conscia dei rischi che Leandro correva, lo aspettava alla finestra con una candela accesa per indicargli il percorso da seguire. Ma una notte un forte vento spense la candela e prima che Ero se ne accorgesse Leandro si perse nel mare e annegò. Quando la mattina Ero, spaventata e preoccupata per l'assenza dell'amato, scoprì il corpo di Leandro sugli scogli, si gettò dalla torre. Una storia d'amore e di morte come quella di tante coppie famose della letteratura.
Confesso che questa storia mi ha sempre affascinato: non c'è bisogno di essere santi od eroi per essere uomini.
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