Vieni al cinema insieme a me
di Leo Spanu
" Vieni al cinema insieme a me, c'è l'attore che piace a te "era il ritornello di una canzoncina, L'attore (1968) di Adriano Celentano. Con la pandemia i cinema sono stati chiusi ma anche prima non godevano di ottima saluti. Per quelli della mia generazione sono stati una finestra spalancata sul mondo. Ho già scritto dei miei molti pomeriggi passati in un cinemino di ultima categoria a Brescia, due film 180 lire. Magari ho trascurato gli studi con effetti negativi sui miei voti. Se ci penso oggi, lo rifarei lo stesso: musica, libri e film mi aiutavano a sognare, la scuola mi annoiava. Quei pomeriggi buttati su scomode poltrone a vedere film mediocri o capolavori, sono stati la mia vera scuola. Ne ho parlato nella mia quasi autobiografia "Cartoline e dintorni": E nella sala il camionista stanco che russava come un vulcano in attività, il maniaco che allungava le mani e volavano schiaffi e bestemmie, la casalinga con la borsa della spesa, la prostituta che faceva una pausa e studenti con poca voglia di studiare. Nella vicina chiesa del Carmine ho disegnato un'acquasantiera in marmo del periodo barocco. La gente dava un'occhiata mentre si faceva il segno della croce e annuiva soddisfatta. Un bel lavoro. L'insegnante di disegno mi diede nove, c'era un piccolo errore.
Aver riaperto i cinema alla sei del mattino è stato geniale. Non tanto per inventare un nuovo orario per andare al cinema quanto per ribadire che ci sono cose e valori che non possono morire. E come quando qualcuno ha detto che il libro di carta era destinato a sparire grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Non serve energia di nessun genere per disegnare, scrivere e sognare. Bastano un cuore che batte e un cervello che pensa.
Una delle principali caratteristiche del cinema di ieri erano i manifesti (o locandine); niente fotografie ma disegni di illustratori straordinari. Ancora oggi, ogni tanto, qualcuno sceglie di far manifesti con disegni, ma gli artisti di oggi sono spesso i computer. E' come per il pane, non ha il profumo e il sapore di quello di una volta, quando lo si faceva in casa.
So che esiste in qualche parte d'Italia, a parte Torino, un museo privato del Cinema, un collezionista che ha raccolto oltre ai manifesti anche materiale di ogni genere. Questi piccoli musei devono essere aiutati e finanziati dallo stato perchè sono anch'essi espressione della nostra cultura e, senza che nessuno si scandalizzi, patrimonio dell'umanità. Anche per questa ragione sto sulla rete a raccontare piccoli momenti o se preferite brandelli della nostra memoria collettiva.
Naturalmente ho scelto locandine di film italiani.
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