Le 100 canzoni italiane più belle (71-80)
Leo Spanu
71- Sguardo verso il sole (1971) Orme. Il miglior complesso rock italiano. Io l’ho sempre detto e mi sembra che oggi siano in tanti a rivalutarlo. Nasce nel 1967 e tra i principali componenti vede Aldo Tagliapietra, Tony Pagliuca e Michi Dei Rossi. “ La maschera di un clown in mezzo a un gran deserto, un fuoco che si spegne, uno sguardo verso il cielo, uno sguardo verso il cielo dove il sole è meraviglia, dove il nulla si fa mondo, dove brilla la tua luce.”
72-Jenny e la bambola, parte I (1974) Gli Alunni del Sole. Gruppo musicale napoletano nato nel 1968. Autore delle musiche e dei testi, voce e anima Paolo Morelli (Napoli 1947- Roma 2013). Jenny e la bambola è un LP che racconta in sei canzoni l’incontro con una ragazza, Jenny, che scappa di casa dopo una gravidanza finita male. Disco straordinario, tra i migliori in assoluto nella storia della musica leggera italiana, poco conosciuto e poco apprezzato. Sono sempre convinto che la maggioranza del popolo italiano venga ingrassato e tenuto in piedi con l’ignoranza, non solo in campo musicale. Riporto integralmente il testo.
“ Mi raccontava che
una volta da bambina, per distrarla la portarono in campagna, che d’inverno in
città si era innamorata, troppo presto di un ragazzo assai più grande.
Sempre sola chiusa in
una stanza voleva restare, anche quando la campagna tornò tutta in fiore, e
quando l’albero più verde dell’orto
cambiò di colore, le regalarono una bambola per giocare.
-C’era una volta. la
sentivano che le sussurrava, e coricandosela al suo fianco l’addormentava.
Le fantasie già d’una
donna s’immaginava, e sempre più volte di scappar via si convinceva, di tanto
in tanto nello specchio si guardava, e con gli spilli un po’ di gonna si
scorciava.
Così da qualche tempo
andava in giro e la dimenticava, ma al suo ritorno, in punta di piedi, la
riabbracciava.
Si era tanto trasformata ed aspettava, quella
bambina che anticipasse la sua primavera,
sull’orlo del letto si attardava a pensarla nella culla già pronta,
prolungando di più l’attesa e non dormiva.
I vestitini addosso a
lei se li immaginava, intanto che l’inverno a poco a poco se ne andava.
Quella storia della
cicogna che non venne più, le procurò qualcosa in più di un dispiacere, per
questo aveva all’improvviso dei cambiamenti, e risaliva su a nascondere un
altro pianto.
Ma la campagna era
tornata ancora in fiore, qua e là tra i vetri si spostava il sole.”
73-Correre (1997) Sergio Endrigo (Pola 1933- Roma 2005) Negli ultimi tempi si sta cercando di recuperare la figura di questo grande artista. Mi fa piacere. “ Correre, uscire dalla stanza, come un ladro o un ballerino, la strada sempre immensa, un deserto americano, e lontano forse il mare.”
74-La nevicata del 56 (1990) Mia Martini (Mimì Bertè, Bagnara Calabra 1947- Cardano al campo 1995) - Franco Califano (Tripoli 1938- Roma 2013). Una canzone sulla nostalgia, forse la migliore scritta da Califano, superba l’interpretazione di Mia Martini. “ E zitta zitta poi, la nevicata del 56, Roma era tutta candida, tutta pulita e lucida, tu mi dici di si. E l’hai più vista così? Che tempi quelli.”
75-Ma mi (1959) Ornella Vanoni (Milano 1934)- Enzo Jannaci (Milano 1935- 2013) Canzone, forse autobiografica, di Giorgio Streheler (regista teatrale, Trieste 1921- Lugano 1997) con musica di Fiorenzo Carpi (musicista, Milano 1918-Roma 1997) Parla di un partigiano che, arrestato dai fascisti, non tradisce i compagni. “ Ma mi, quaranta dì, quaranta nott, a San Vittur a ciapà i bott, dormì de can, pien de malann…..sbattuu de sù, sbattuu de giò, mi son de quei che parlen nò!” Ma io, quaranta giorni, quaranta notti, a San Vittore ( la prigione) a prendere botte, dormire da cani, pieno di malanni… sbattuto su, sbattuto giù, io sono di quelli che non parlano!
76-Fiume Sand Creek (1981) Fabrizio De Andrè (Genova 1940- Milano 1999) La canzone racconta il massacro di vecchi, donne e bambini, avvenuto nel 1864, quando un reparto dell’esercito americano rase al suolo un villaggio di indiani (pellerossa). E’ in questa canzone che De Andrè paragona i sardi agli indiani. In realtà siamo ancora e sempre una colonia. “ Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte, c’eran solo cani, fumo e tende capovolte, tirai una freccia in cielo per farlo respirare, tirai una freccia al vento per farlo sanguinare, la terza freccia cercala su fondo del Sand Creek.”
77- Alla fiera dell’est. (1976) Angelo Branduardi (Cuggiono, 1950). E’ la canzone che diede il successo (meritato) a Branduardi, il testo è della moglie Luisa Zappa, studiosa di letteratura medievale. Un classico l’incipit: “Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò.”
78- Via del Campo (1967) Fabrizio De Andrè . Ormai in via del Campo non ci sono più graziose ma turisti, di quelli che dove passano si comportano da uccelli cagatori. Io ci sono stato quando ero giovane, c’erano molte ragazze e qualche volta mi sono fermato a parlare con loro, solo a parlare. Non sono mai andato “ a puttane” . Non per moralismo ma credo che ci siano cose che non devono essere comprate, in primo luogo le donne. “ Via del Campo c’è una bambina, con le labbra color rugiada, gli occhi grigi come una strada, nascon fiori dove cammina.”
79- Canzone per Alda Merini (1999) Roberto Vecchioni (Carate Brianza 1943) Un commosso omaggio ad una grande poetessa ed a una donna sfortunata, Alda Merini (Milano 1931- 2009). “ Io non scrivo più niente, mi legano i polsi, ora l’unico tempo è nel tempo che colsi, e qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l’amore che manca è l’amore che fa male.”
80- Le maschere infuocate (1976) Gli Alunni del Sole. “ E il vento picchia forte, sull’ultima spiaggia, sarà come un gabbiano, che prega sui campi, nell’ultima ora, con gli ultimi pensieri, che passano per la mente, e la rendono impotente.”
Commenti
Posta un commento