Le donne nella mitologia greca: Venere
di Leo Spanu
Comincia una serie di articoli dedicati alle figure femminili della mitologia greca; poco tempo fa, su Twitter il tema è stato affrontato con citazioni (anche artistiche) interessanti. Infatti stavo pensando di sospendere la pubblicazione di questi miei articoli ma, visto che è un bel pò di tempo che ci lavoro (con un ricerca ricca di sorprese) ho deciso di continuare. Anche il mio modo di raccontare è diverso e in ogni caso ripetere non fa mai male.
Cominciamo quindi col classificare le donne in due gruppi: divinità e umane ma le due categorie hanno in comune la stessa caratteristica, sono sempre al centro dell’universo (maschile). Infatti gli uomini sono come pianeti o peggio satelliti che girano intorno al sole. Lo stesso Giove (Zeus), il padre degli dei, è un incorreggibile puttaniere; si inventa tutti gli inganni e i mascheramenti possibili per sedurre le donne (divine o umane non importa) che concupisce. Del resto cosa aspettarsi da uno che ha sposato la sorella mentre i fratelli li ha spediti uno in fondo al mare e l’altro all’inferno. Forse per avere tutto il campo libero. Naturalmente le storie sono illustrate da dipinti di una marea di artisti che nella mitologia hanno trovato molte fonti d’ispirazione. E per la gioia dei committenti guardoni le ragazze sono sempre più o meno nude. Cominciamo con la più bella delle dee dell’Olimpo: Venere.
Venere (nome greco Afrodite) é figlia di Zeus e Dione oppure è nata dalle onde del mare o da una conchiglia e poi trasportata sulle spiagge dell'isola di Citera. Dea dell'amore è sposata con Vulcano, dio del fuoco, ma non disdegna altri amori: Marte, dio della guerra, col quale ha un figlio (Amore); con Adone ma anche con Anchise con cui ha un figlio, Enea. l'eroe troiano fondatore di Roma. Ma Venere è anche la dea della bellezza: infatti vince il primo concorso per miss Universo sbaragliando la concorrenza di Giunone (la matrigna) e di Minerva (la sorellastra). Giudice unico il troiano Paride (futuro rapitore di Elena) che dopo aver consegnato il pomo d'oro (diventato poi famoso come pomo della discordia) alla vincitrice è costretto a fuggire per non subire la vendetta delle dee perdenti.
Una nota sul concorso per miss: allora le concorrenti si presentavano (come si vede dai dipinti) senza abiti. Sono sicuro che ripristinando quelle belle abitudini il giudizio sarebbe più obbiettivo. Ed anche gli spettatori molti di più.
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