C'era una volta la Cinquecento
di Leo Spanu
Ho posseduto ben due Cinquecento: la prima l'ho comprata nel 1971 ed era color sabbia. Costava 180.000 lire e i soldi me li prestò mio suocero perchè io ero disoccupato. I soldi li ho regolarmente restituiti anche se lui non li voleva indietro. Con l'allora mia fidanzata abbiamo girato mezza Sardegna e la macchina ci ha lasciati a piedi in molte località. La peggiore è stata quando siamo andati al matrimonio di un mio cugino a Bonarcado. La nostra fuori serie si fermò in salita prima di Bonnanaro ma per fortuna il cognato dello sposo, meccanico geniale che con un cacciavite aggiustava qualsiasi macchina, ci fece arrivare a destinazione anche se la cerimonia era a buon punto. La seconda Cinquecento la comprai, anni dopo, per mia moglie; color rosso Ferrari e volantino in pelle, un'occasione. Un ragazzo che doveva partire militare e aveva bisogno di soldi; adorava la sua macchina e pianse come se stesse abbandonando la sua ragazza. Una macchina straordinaria: sembrava di correre in Formula Uno solo perchè stringevi un volante da Formula Uno: solo chi l'ha provato può capire l'emozione. Mi è dispiaciuto quando, dopo molti anni, ho dovuto rivenderla. L'ho vista in giro per molto tempo e la guardavo come come si guarda una ex. Poi non l'ho più vista.
Molti non lo sanno ma l'Italia sarebbe un'altra cosa se non ci fosse stata la Cinquecento. Nata nel 1957 c'è un'Italia prima e un'Italia dopo. Per molti italiani ha rappresentato il sogno realizzato del benessere dopo povertà e sacrifici. Per i ragazzi e le ragazze che diventavano maggiorenni a 21 anni è stata anche un paradiso (scomodo) dove fare l'amore.
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