La ricreazione è finita
di Leo Spanu
L’amministrazione comunale di Sorso da deciso di regalare le
mascherine ai suoi cittadini cominciando dagli anziani. Valida idea ma, parte che dopo una
settimana dal proclama non ho ancora visto niente (su una popolazione di circa
15.000 persone quanti anziani ci sono e quanto tempo ci vuole per la consegna?), l’incarico per la distribuzione è stato affidato ad una associazione di volontari.
Per quel che ne so io il responsabile dell’associazione è un bravo ragazzo ma
fa il volontario per mestiere.
Sarà un mio difetto ma non mi hanno mai
entusiasmato i volontari a pagamento o che trattano soldi, spesso tanti. Ho
letto di recente cheTelethon utilizza oltre il 60% delle donazioni per mantenere
in piedi la struttura (organizzazione, stipendi, ecc.). Se è vera non è una
bella notizia perché anche se è tutto legittimo, non è corretto giocare con le parole e spacciare per volontariato quello che
volontariato non è. E’ un problema di credibilità.
Ma aldilà di queste
considerazioni a margine vorrei capire il senso di certe scelte.
Da oltre 40 giorni sono chiuso in casa con la mia signora,
ottemperando al divieto di uscire per il
mio maledetto vizio di rispettare le regole; ma quali regole? Non posso andare
a fare la spesa con la mia signora perchè fuori di casa dobbiamo tenere le distanze.
Giuro che se dobbiamo
scambiarci un sorriso o una carezza non lo facciamo da lontano.
Ai bei tempi,
quando facevamo la spesa insieme, io guidavo la macchina e il carrello mentre la mia
signora sceglieva i prodotti. Farlo oggi è diventato un reato. Ma chi le pensa certe
idiozie? Solo un mente confusa e malata!
Oggi la spesa per noi la fa mia figlia che deve occuparsi anche dei
suoi suoceri, isolati in campagna perché lui non può guidare e lei non ha la
patente. Una bella storia questa, tipica storia all’italiana. Mio genero sta
lavorando in Piemonte e non può rientrare in Sardegna; praticamente niente
mezzi di trasporto perchè il governatore sardo-leghista Solinas ha idee
stravaganti sulla continuità territoriale. L’altra volta, da assessore ai
trasporti, ha fatto naufragare la flotta sarda subito dopo il varo; gli aerei
sono fermi perché in attesa di
fallimento e lui chiude i porti e le spiagge.
Teoricamente mio genero potrebbe trovare un qualche sistema
per tornare a casa ma poi dovrebbe fare due settimane di quarantena. Esperienza
già fatta il mese passato, quando rientrato in Sardegna si è auto isolato (un
altro pazzo che rispetta le regole) in una camera (per fortuna ne hanno una
adatta alla bisogna) e per quindici giorni ha parlato con moglie e figli (tre,
due ragazze e un bambino) da dietro la porta. Poi appena finita la quarantena,
un abbraccio e un bacio veloce a moglie e figli e via di nuovo al lavoro. Ora
se rientra si becca altri quindici
giorni di quarantena e quindi il rischio di perdere il lavoro.
Sarei curioso di sapere
quale azienda può tenere un dipendente
che lavora una settimana contro due di isolamento. Una storia assurda se non
fosse vera.
Mi chiedo chi è il mostro che si nasconde dentro i gironi infernali
della burocrazia.
Io me lo immagino come una specie di ameba, una cosa
molliccia che cambia forma ad ogni soffio di vento politico; quattro braccia, come la dea Kalì, che muovono continuamente fogli e decreti da un punto
all’altro della scrivania per non farti trovare mai quello che cerchi. In alto una testa piccola piccola che non serve a
niente, in basso invece, nelle parti (ignobili) dove non batte mai il sole una
testa enorme che, vista la posizione, può solo sparare cazzate o stronzate a
scelta.
Così continuo a chiedermi perchè abbiamo dato tanto spazio agli imbecilli; con la storia che siamo tutti uguali, li abbiamo fatti "todos caballeros" e li abbiamo messi a
comandare comuni, regioni e governo. Io non sono nessuno ma una larga parte
della classe dirigente attuale mi fa venire dei preoccupanti complessi di
superiorità.
E insisto a farmi domande sceme: perché se una cosa può essere fatta bene o male, noi italiani la facciamo sbagliata?
E’ vero che io faccio parte della categoria dei vecchi e, come cantava una cinquantina di anni fa
Domenico Modugno (Il vecchietto dove lo metto). sono in attesa di sistemazione
finale (scusate se nel frattempo mi tocco) ma ancora riesco a tenere uniti logica e buon senso.
La canzone, che sembra
scritta ieri sera per raccontare la realtà di oggi, non riesce a dare una
soluzione al problema degli anziani malgrado l’umorismo nero di cui è pervasa.
Anzi mi fa venire in mente una vecchia storiella, quella di un signore che,
avendo fatto il monello da vivo, è stato destinato all’inferno per punizione.
Può scegliere però tra due combinazioni.
La prima: essere immersi nella merda fino alla bocca, appena
sotto il labbro inferiore. In realtà sono pochi i dannati a mollo e tutti sussurrano:” Mi raccomando,
state fermi, non muovetevi, non fate l’onda. “
Migliore (si fa per dire) l’alternativa: immersi sempre nello stesso
mare però solo fino al collo. L’uomo naturalmente sceglie questa soluzione
anche se non c’è molto spazio perché la maggioranza dei dannati che lo hanno
preceduto ha deciso nella stessa maniera.
L’uomo si immerge tra la folla e dopo pochi minuti si sente una voce cavernosa
che viene dall’alto: “La ricreazione è finita. Tutti seduti.”
Morale (in rima): Agitatevi pure quanto volete, sempre
nella merda sarete.
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