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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Dante Alighieri

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di Leo Spanu Ai miei tempi la Divina Commedia si studiava al liceo (scientifico): una cantica per anno a partire dalla terza classe. Il Purgatorio e il Paradiso erano abbastanza noiosi, l’Inferno invece era ricco di pagine appassionanti. Ho (abbiamo noi studenti dell'epoca) imparato molti versi a memoria   (era obbligatorio) e molte parole si sono fissate per sempre nella mente al punto che ancora oggi mi riesce di fare qualche citazione. Ad esempio l’iscrizione sopra la porta dell’inferno (canto terzo), sono ancora capace di recitarla. Magari con qualche affanno perché come attore credo di essere un vero cane. Ve la propongo e se c’è qualche errore, vuol dire che la mia memoria comincia a perdere colpi. Per me si va nella città dolente  per me si va nell’eterno dolore  per me si va tra la perduta gente Giustizia mosse il mio alto fattore.  Dinanzi a me non furon che cose create   se non eterne ed io eterno duro.  Lasciate ogni speranza o voi che entrate. Ve

Io, speriamo che me la cavo.

di Leo Spanu In genere quando i pifferi di montagna vanno per suonare finiscono con l’essere suonati. La storia si ripete. Abbiamo lasciato Salvini che, venerdì sera, alla fine della campagna elettorale proclamava: Noi non vinciamo ma stravinciamo e invece !? Salvini ha trasformato una elezione regionale in un referendum su se stesso, una nuova versione di Golia contro Davide; il leader massimo del maggior partito italiano, almeno stando ai sondaggi   e   certa stampa, contro uno sconosciuto (alla maggioranza degli italiani) governatore. Altra storia che si ripete. La politica muscolare, fatta di slogan, di propaganda bugiarda e di violenza verbale, questa volta   ha provocato una reazione contraria e i cittadini dell’Emilia Romagna hanno detto basta alle spacconate. Molti giornalisti, sempre bravi nel citare numeri e numerini   utilizzandoli a favore del potente di turno, hanno dimenticato di raccontare che nelle ultime elezioni europee, la lega aveva avuto, in quella regi

100 canzoni lontano da Sanremo

di Leo Spanu In realtà qualcuna è entrata a Sanremo ma è pure uscita di corsa tipo 1950 di Amedeo Minghi, arrivata regolarmente ultima. Comunque si tratta di canzoni che fanno parte  della mia abituale (e ampia) colonna sonora;  anche in questi giorni che sto cominciando un nuovo romanzo (ne riparleremo). Spero non vi disturbino troppo i miei gusti. I brani sono elencati in ordine casuale, mi rendo conto che si tratta di roba preistorica, quando esistevano  la radio, i juke box e i mangiadischi ma io ho qualche problema d'orecchio (musicale). La scelta poi è opera di un programma che ritiene  (i computer pensano?)  di interpretare i miei gusti perchè si chiama  “ il mio mix”; è vero che, ogni tanto vado a frugare nella sua (del computer) memoria e, più spesso, nella mia ma esso (notare la finezza) ci infila pure canzoni e artisti da me mai sentiti. Io cancello e sostituisco ma esso persevera e insiste al punto che mi viene il dubbio di essere io in torto. Esso è il futuro con l

Il Vernacoliere

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di Leo Spanu Il Vernacoliere è un mensile di satira, di umorismo e di sberleffo nato a Livorno nel 1982. In realtà è figlio (legittimo?) di un periodico locale di controinformazione del 1961. Ricordando che a Livorno tre baldi studenti hanno preso per il posteriore gli accademici (tromboni) dell'arte con le finte teste di Modigliani, c'è da dire che questa bella città non ha la ricchezza artistica delle altre città toscane ma come maldicenza non è inferiore a nessuno. La lingua usata è naturalmente il vernacolo livornese (ma si capisce benissimo) che spesso e volentieri va a braccetto con l'italiano. Del resto il giornale (una tiratura di 25.000 copie, roba da giornale nazionale) è venduto in varie regioni limitrofe e oltre. La caratteristica principale è la totale mancanze di rispetto verso tutto e tutti. Questi ficcano il dito in un occhio (ma anche in altre parti) ai potenti e grazie al linguaggio triviale e al fatto che le notizie sono palesemente inventate godono

Tra la via Emilia e il West

di Leo Spanu Per i soliti distratti si tratta   del titolo di un album di Francesco Guccini (1984). Bellissime canzoni con la fantasia che correva   tra la via Emilia e il West.  Ma Guccini è un poeta e un uomo libero e già da allora replicava a modo suo (L’avvelenata 1976)) a tutti quelli che, beati loro, sono sempre unti dal Signore e non solo. Sempre per i distratti di sopra, nella canzone Piccola città  ( da cui è tratto il verso citato) Guccini racconta che bastava attraversare la strada e la campagna di fronte diventava un’enorme prateria dove indiani e cowboy combattevano infinite battaglie.   Giochi di bambini che la mia generazione conosce benissimo; anch’io, nel mio piccolo, ho raccontato di quelle imprese. Chiedo scusa per la citazione da un mio romanzo (I ragazzi delle case INCIS) ma l’idea che si inventassero storie per vivere sempre nuove avventure, è un talento che hanno solo i bambini (di dieci o di settant’anni). Raccontare (da adulti) bugie per recuperare

Nel (dito) medio sta la virtù?

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di Leo Spanu Al tempo dei tempi, un falegname distratto   perdeva un dito all’anno della mano destra. Quando gli avanzò solo il dito medio decise di cambiare lavoro. All’impiegato dell’ufficio di collocamento che gli chiedeva il perché di questa decisione, in silenzio mostrò il dito avanzato.  L’impiegato, persona di pessimo carattere, fraintese il gesto e rispose con una domanda:  Sai dove devi ficcartelo? Gli americani, che tendono a innamorarsi delle stronzate e dei politici strani, decisero che quel gesto poteva rappresentare benissimo la loro cultura. Avevano provato anche con la pizza ma l’avevano talmente stravolta che i pizzaioli di Napoli emigrarono in massa a New York per salvare gli indiani metropolitani dal genocidio. Purtroppo non ci sono riusciti e i sopravvissuti oggi vivono nelle riserve mangiando wurstel (che loro chiamano hotdog, cioè cane morto ma caldo) e crauti. Invece il dito medio ha avuto tanto successo che gli americani lo hanno brevettato e

Paese reale

di Leo Spanu Da qualche tempo sento in televisione questo concetto ripetuto in maniera ossessiva da politici di destra e giornalisti "molto" obiettivi: La situazione politica attuale non corrisponde al paese reale. Traduzione dal politichese. Quelli come me che non hanno mai votato Salvini & company e che non voteranno mai la destra neanche se rivestita di cioccolato fondente non esistono.  Siamo degli ectoplasmi; eppure quando mi tocco so di essere ancora vero e vivo, il mal di schiena è sempre pronto a farmi compagnia quindi per dirla con Cartesio “Ergo sum” (Dunque sono). Ma i sondaggi dicono altro, le elezione regionali e locali dicono altro: la sinistra è morta, i 5 stelle sono in fase di estinzione e le sardine puzzano. Il paese reale è nelle mani e nel rosario di san Matteo da Milano, nel “c’eravamo prima noi (a destra)” della Meloni, nel clone di Berlusconi. Tutto il resto non esiste, non è reale.  Questa storia comincia a preoccuparmi non tant

Se siete di malumore....

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di Leo Spanu Se siete di malumore provate a guardare queste immagini. Se, dentro di voi, non riuscite a trovare nemmeno un sorriso, vuol dire che siete persi al mondo. E, quel che è peggio, siete persi anche a voi.