Polvere di stelle: Luigi di Maio

di Leo Spanu

Le elezioni europee sono state, in Italia, l’ennesima occasione per parlare d'altro e andare regolarmente fuori tema. Ogni tipo di elezione, da noi,  è la scusa per rimettere tutto in discussione, naturalmente a solo parole. Siamo sempre troppo occupati a litigare sui fatti di casa nostra; fuori puà succedere di tutto, che ci importa. Va bene così ma torniamo ai numeri del voto europeo e ad i suoi effetti collaterali.
Intanto, visto che hanno votato il 55% degli aventi diritto, possiamo sostenere tranquillamente che Salvini ha “incantatato”  solo il 17% degli italiani e già questa è una buona notizia. 
A Sorso ha votato il 31% dei miei compaesani che naturalmente hanno dato la vittoria a Salvini. Mi preme sottolineare questo fatto perché a un mio concittadino è stato chiesto:
 -Ma tu hai votato la lega?- 
Risposta:-No, io ho votato Salvini.-
Ho il sospetto  che molti italiani abbiano la stessa "cultura". Fatti loro.
Da tempo sappiamo con certezza che la politica europea è un argomento di scarso interesse per cittadini,  giornalisti e politici di ogni grado; infatti abbiamo sempre mandato a Bruxelles vecchi politici e sindacalisti in disarmo ed altra paccottiglia. 
La nostra attenzione  è negli effetti che questa tornata elettorale può avere sulla politica nazionale. 
Ora, è evidente che Salvini, col risultato raggiunto, ha tutto l’interesse ad andare all’incasso del premio quindi niente elezioni politiche anticipate. In meno di un anno ha dissanguato  il movimento 5 stelle, ancora qualche mese e lo spolpa.
La patata bollente è finita nelle mani del povero Di Maio che ora deve trovare una soluzione per salvare almeno il suo partito perché ormai la sua carriera è andata. L’unica possibilità che ha è quella di aprire la crisi e ritirarsi dalla vita politica. Le sue dimissioni sarebbero un bel gesto  e salverebbe almeno la faccia. Ma dubito che lo farà: aver retto il gioco di Salvini per tanti mesi è stato non solo un esempio di incapacità politica ma un vero suicidio. Non è bastato reagire e rispondere, negli ultimi tempi, alla provocazioni del ministro dell’interno. 
Molti hanno pensato al solito gioco delle parti e non gli hanno creduto.
C’è una sola speranza per il suo movimento: tornare al voto magari passando  il testimone al panchinaro Di Battista  che a me convince ancora di meno ma è un problema loro.
E’ vero che il centro destra avrebbe un risultato tale da potersi proporre per la guida del paese ma c’è un altro aspetto politico che pochi hanno valutato. Nella eventuale nuova legislatura verrebbe a cadere il “non si può fare” tra il partito democratico e i 5 stelle; un accordo oggi è impensabile  per mille e una ragione ma, chiusa questa partita, in un nuovo campionato, magari con altri giocatori, perché non pensare ad una alternativa al probabile governo  di centrodestra?
Un accordo, naturalmente dopo le elezioni, non sarebbe così stravagante e in quanto ai numeri credo che sia tutto da vedere. Ambedue le cordate andrebbero oltre il 40%  dei voti. Partito democratico insieme ai 5 stelle potrebbero far saltare il banco apparecchiato da Salvini per Salvini.
Luigi Di Maio, passata la delusione, dovrebbe pensare seriamente a questa possibilità: far cadere questo governo e ridarne  uno nuovo all'Italia, certamente migliore. 
Il movimento 5 stelle può ritrovare un ruolo più dignitoso di quello di portaborse e non essere più umiliato e cannibalizzato dal furbo Salvini.

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