Ancora domande sceme?
di Leo Spanu
Per colpa della demenza senile, mi capita di fare delle
domande sceme, di quelle che non trovi
mai la risposta giusta.
Dunque, daremo la cittadinanza
italiana al ragazzo eroe perché la legge lo permette. Bene!
La daremo anche all’atro
ragazzo. Benissimo !
La daremo ai quattro che son andati a trovare Salvini
al Viminale. Ultra benissimo.
Qualcuno propone di darla a tutti i 51 ragazzi di
quel pullman.
Tutti 51 !? Ma erano tutti extracomunitari?
Fatemi capire: in due
classi di una scuola italiana non c’era neanche un ragazzo italiano?
Fatemelo
capire bene perché nessuno ha detto niente in proposito.
Nella civile,
civilissima Crema, le scuole sono differenziate come negli autobus americani di
una volta: i bianchi da una parte, i neri dall’altra.
Nella, civile civilissima
Crema ci sono classi con bambini
italiani doc e altre classi con bambini nati Italia ma di altre etnie?
Ci sono anche
classi diverse con bambini non nati in Italia? La serie B della serie B?
La devo smettere di prendere troppi caffè, la notte non
dormo bene e la mattina sono talmente rincoglionito che mi faccio troppe
domande sceme.
Quando abitavo al nord da bambino e parlavo in
veneziano a mia madre che mi rispondeva in "sussincu" (sorsense, dal sardo all'italiano), un adulto gentile mi disse una volta:
"No, voi sardegnoli (da noi si
chiamano così gli asini) non siete terroni, siete diversi."
Ecco, questa cosa qui io non l’ho mai capita. Forse per
questa ragione che continuo a pormi
domande sceme?
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