Con(te)divido


di Leo Spanu

Nei bei tempi quando i politici venivano da Marte o dintorni, ci fu un deputato  che iniziò il suo intervento in aula con: “ La mia opinione che peraltro condivido….”
Un trionfo, finalmente un politico che riusciva a mettere d’accordo i due emisferi del  suo cervello.
Altan, personaggio troppo intelligente per fare l’italiano (anche lui viene da Marte e dintorni) anni dopo scrisse invece: “ Ho dei pensieri che non condivido.”
Mi associo.  Coltivo la mia schizofrenia come un fiore raro ma non vado a raccontarlo in giro. 
M’è  rimasta una punta di pudore per cui mi vergogno non solo della mia insipienza ma anche di quella di chi pretende di rappresentarmi come istituzione.
Quindi  non condivido le castronerie quotidiane pronunciate, senza il minimo senso del ridicolo,  da garzoncelli scherzosi  vestiti da ministri, gente che quando parla ci regala solo perle di verità universali. Gente che non sa di non sapere (lo so, Socrate ha detto il contrario ma erano altri tempi. E poi chi è sto’ Socrate?) ma che, con un corso accelerato di cinque minuti su Wikipedia, ha imparato la Treccani a memoria. 
Come  Il matto di Fabrizio De Andrè (ricordate? Dietro ogni scemo c’è un villaggio. Profetico!) che però si fermò alla lettera M con Malfatto. 
I nostri (?) onorevoli invece si sono fermati alla lettera A: annegare!
No, non condivido niente con te che mi guardi dallo schermo televisivo o dal quadrante del telefonino (che non so usare);  l’unico conte che conosco è il conte Dracula  ma lui succhiava il sangue non i miei ultimi rimasugli di intelligenza. No, anzi conosco un altro Conte, uno con la C maiuscola che ora fa il canzonettaro e una volta faceva l’avvocato ad Asti ma non diceva di essere l’avvocato del popolo.
No, non condivido il linguaggio di nostri governanti che giocano con la democrazia come se fosse una pistola carica, una specie di roulette russa dove ogni volta che premi il grilletto, muore qualche speranza.
Non condivido le loro facce già vecchie perché  abbruttite dall’odio, dal rancore, dal disprezzo, dall’ignoranza, dal nulla dei loro sentimenti. Gente che ride di chi sta male, di chi non ha niente, di chi la vita se la gioca in mare perché l’ha venduta nel mercato degli schiavisti per un sogno che non esiste.
Non condivido niente di questa tecnologia che non ci rende più ricchi di pensieri positivi e di cultura ma che ci spinge solo ad essere più feroci verso gli altri, quelli diversi da noi. Diversi in cosa poi, vorrei che qualcuno me lo spiegasse,  perché non ho nessuna voglia di partecipare a questa competizione, a questo gioco di uomini contro.
La scienza degli ultimi due secoli ci ha regalato scoperte incredibili, tali da cambiare la nostra esistenza decisamente  in meglio; siamo arrivati sulla luna e presto andremo più lontano ma la nostra coscienza è rimasta indietro, troppo indietro. Non siamo ancora usciti dalle caverne.

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