Altrimenti ci arrabbiamo


di Leo Spanu

Quando nel 1980 sono stato eletto consigliere comunale a Sorso per la prima volta, davanti ad un funzionario comunale, ho dovuto sostenere “ la prova di alfabetismo”. In base alla legge di allora dovevo dimostrare di sapere almeno leggere e scrivere. La legge è stata abrogata e così 38 anni dopo, nel contratto di governo di due fini intellettuali come Di Maio e Salvini, puoi trovarci di tutto e di più:  a parte l’eliminazione del buon senso è possibile aggiungere anche quella dei congiuntivi.
Leggo su Post un articolo del giornalista americano David Harsanyi su un tema attuale, non solo in America: devono votare anche gli ignoranti? Perché una democrazia non informata è il preludio a una farsa o a una tragedia.
Il voto delle persone che non sanno niente di niente delle regole più elementari della democrazia finisce col condizionare, spesso negativamente, la vita di tutti gli altri. L’autore dell’articolo fa alcuni esempi dell’ignoranza americana ma anche da noi non si scherza. Basta guardare una trasmissione serale della Rai “ L’eredità” dove analfabeti con laurea guadagnano centinaia di migliaia di euro esibendo spudoratamente la loro incredibile ignoranza dalla storia alla geografia, dalla lingua italiana alla letteratura, dalla musica alla pittura. E stendiamo un velo pietoso sull’attualità e sulla politica.
Qual è la differenza tra Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio? Perché non sono la stessa cosa?
Si potrebbe scrivere un’enciclopedia di castronerie dove il monte Bianco si trasferisce in Sardegna, la cappella Sistina si può vedere a Firenze, Ancona è capoluogo della Calabria e, nel 1984, Hitler andò a trovare Mussolini a Roma.
All’ignoranza dei nostri tempi, impensabile anche mezzo secolo fa quando la gente era scarsamente scolarizzata, bisogna aggiungere anche una dose incredibile di presunzione. Se pensiamo alla grande quantità di informazioni alla quali possiamo accedere quotidianamente c’è da rimanere increduli per la tanta, troppa imbecillità ( imbecillità =  ignoranza + presunzione).
La gente vota senza sapere cosa sta votando, si beve tutte le balle dei loro candidati preferiti senza un minimo di senso critico. Ultimo esempio di malafede: i gazebo di Salvini per spiegare agli iscritti il “Contratto”e farlo votare. Bene ma  tra le proposte presentate mancava il reddito di cittadinanza. Una dimenticanza? No, una scelta consapevole per ingannare i cittadini “polli” che tanto “quelle cose manco le leggono”. 
Più che campagne elettorali le nostre sono campagne pubblicitarie per vendere un prodotto. Se poi la qualità del prodotto è scadente poco male, i nostri rappresentanti sono degli ottimi venditori anche se vendono merda. Purtroppo la democrazia  dice ( giustamente) che tutti gli uomini sono uguali ma il pensiero di Einstein è diverso da quello dello scemo del paese. Dovremmo studiare dei correttivi per migliorare i meccanismi delle nostre democrazie  perché non è che di Einstein in giro ce ne siano molti mentre per gli imbecilli non c’è che l’imbarazzo della scelta.
La pubblicazione dell’articolo di David Harsanyi ha provocato, in America, molte polemiche com’era prevedibile anche perché il giornalista invita gli ignoranti a starsene a casa e non andare a votare per non rovinare l'America. Anzi propone un test, una specie di esame di educazione civica da superare. E qui torniamo  all’esame di alfabetismo di cui sopra. Dobbiamo tornare tutti a scuola di educazione civica ( una volta si studiava nelle medie) ma anche di semplice educazione.
Gigi il bello e Matteo il bullo che alzano le voci contro il presidente Mattarella che si limita a fare quello che prevede la Costituzione, sono la conseguenza di un’ignoranza che ormai ha contagiato, oltre il semplice cittadino, anche i cosiddetti piani alti della politica.

O fate come vogliamo noi o altrimenti….
Altrimenti ?
Altrimenti ci arrabbiamo.
Era una famosa scena dell’omonimo film ma Bud Spencer e Terence Hill facevano ridere.  Questi altri no.  

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