Le cerbiatte

di Leo Spanu

Le cerbiatte ( Les biches) è un film del 1968 di Claude Chabrol che tratta il tema dell’omosessualità femminile.  Nessuna volgarità o scene lesbiche ma la storia, complessa e con protagonisti  dalla personalità affascinante,  è raccontata con sensibilità e intelligenza. Ma non fu la storia a colpirmi all’epoca, anche se ancora certi argomenti erano tabù, quanto la presenza come protagonista , nel ruolo di una pittrice di strada che dipinge cerbiatte: Jacqueline Sassard
Nel 1957, a soli 17 anni aveva recitato nel film Guendalina  di Alberto Lattuada ma era stato l’anno dopo col film Nata di marzo di Antonio Pietrangeli che l’attrice francese aveva raggiunto la fama internazionale. E con questo film la ragazza mi aveva stregato anche se io avevo solo dodici anni. In entrambi i film il ruolo era quello di una ragazza esuberante , donna  e bambina insieme, classica figura femminile che fa girare la testa agli uomini di ogni età. Una Lolita meno maliziosa.
Ritrovarla anni dopo protagonista di un film così difficile come  Le cerbiatte mi aveva colpito  ma non più di tanto; l’attrice aveva mantenuto quello sguardo innocente che mi aveva affascinato dieci anni prima. E la cosa strana è che ancora oggi, alle soglie degli ottant’anni  la Sassard ha conservato quegli occhi di bambina. O forse sono io che non riesco ad accettare il tempo che passa perché la bellezza che ho conosciuto nel corso degli anni è sempre presente dentro di me. C’è sempre qualcosa  di eterno, nelle esperienze della vita, qualcosa da conservare come un fiore tra le pagine di un libro. Qualcosa che io chiamo bellezza ma forse è la vita stessa che è più forte della morte anche quando arriva il momento di andarsene.

Per una strana associazione d’idee questi pensieri mi sono venuti in mente guardando le opere di una pittrice iraniana, Pooneh Oshidari ( 1984). Le sue donne mi sono subito sembrate delle cerbiatte, nessun riferimento ad aspetti sessuali, ma com’è la condizione della donna in un paese integralista come l’Iran? Leggevo l’altro giorno che una donna è stata picchiata dai “ guardiani del pudore” perché il velo non copriva completamente i suoi capelli. Le donne di Pooneh Oshidari  mi sembrano così indifese, così innocenti, così tristi. Proprio come cerbiatte che aspettano il cacciatore.





 








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