Sorso 1970 (R)
Da Cartoline e dintorni
All'inizio della
primavera mio padre, già trasferitosi in Sardegna, mi scrive e mi propone, a
sorpresa, una candidatura alle elezioni comunali di Sorso. Ho appena concluso
il mio apprendistato politico: movimento studentesco prima e partito comunista
poi. Una militanza (senza tessera) di pochi mesi.
L'invasione della
Cecoslovacchia da parte dell'Unione Sovietica, l'anno prima, mi ha convinto che
la democrazia non sta dalle parti del comunismo ma ho le idee confuse.
A Sorso si prepara uno scontro epico tra i due big locali: Salvatore Cottoni per il PSDI e Giuseppe Borio per il PSI. Due socialisti che litigano, come da tradizione storica della sinistra, e puntano alla carica di sindaco della città romangina.
A Sorso si prepara uno scontro epico tra i due big locali: Salvatore Cottoni per il PSDI e Giuseppe Borio per il PSI. Due socialisti che litigano, come da tradizione storica della sinistra, e puntano alla carica di sindaco della città romangina.
Io vengo contattato da
Borio e invitato a Sorso con tanto di biglietto pagato. Accetto perchè un
viaggio pagato non si rifiuta mai e così vengo ”adottato” dai socialisti locali
con in testa il segretario Beniamino Nieddu, uomo di grande simpatia umana ma
anche un politico spregiudicato .
Mi riempiono la testa di chiacchiere, promesse, impegni. Largo ai giovani che sono il futuro del paese ed io, ingenuamente mi bevo tutto. Ad urne chiuse il primo grosso schiaffo; dei voti promessi niente, prendo 44 preferenze ( penultimo della lista ) perchè qualche sorsense mi vota per amore di mio padre. Mi sono fatto prendere in giro come uno sciocco e non lo sopporto. Ma me la lego al dito, un giorno mi prenderò la rivincita. Di quel viaggio catastrofico mi resta un solo momento bello: ho incontrato una ragazza che mi ha colpito profondamente. Chiedo informazioni in giro e mi prendo il secondo schiaffone. Non è “ cosa” per me. Quella bella ragazza ha una fila di corteggiatori che non finisce mai e mi dice “ un amico” a te manco ti caga. Ma chi sono io, il mostro di Dusseldorf?
Mi riempiono la testa di chiacchiere, promesse, impegni. Largo ai giovani che sono il futuro del paese ed io, ingenuamente mi bevo tutto. Ad urne chiuse il primo grosso schiaffo; dei voti promessi niente, prendo 44 preferenze ( penultimo della lista ) perchè qualche sorsense mi vota per amore di mio padre. Mi sono fatto prendere in giro come uno sciocco e non lo sopporto. Ma me la lego al dito, un giorno mi prenderò la rivincita. Di quel viaggio catastrofico mi resta un solo momento bello: ho incontrato una ragazza che mi ha colpito profondamente. Chiedo informazioni in giro e mi prendo il secondo schiaffone. Non è “ cosa” per me. Quella bella ragazza ha una fila di corteggiatori che non finisce mai e mi dice “ un amico” a te manco ti caga. Ma chi sono io, il mostro di Dusseldorf?
Davvero un bel paese
Sorso, accogliente e invitante. Bentornato a casa!
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