Noterelle di viaggio di un uomo comune (R)
Noterelle di viaggio di un uomo comune
“
Nati non foste per viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza “
Dante
“ Quello che mi piace della vita è il non
senso “
Leo
Sorso 2000
Alle soglie del 2000 forse ho capito cosa sono: un
collezionista. Non di francobolli o di biglietti da centomila lire, troppo
facile. Un collezionista di tutto o meglio di niente. Tutto quello che mi
colpisce: un' idea, un pensiero, un' immagine, un sogno, un attimo, un'
impressione. E ancora, una parola, un disegno, una fotografia, un suono, un
libro, una canzone, un film. Un volto, un sorriso, una persona, un ricordo, un
rimpianto. Il tutto a casaccio. Così come viene, senza ordine e padroni, senza
regole, seguendo l' istinto. A chi mi chiedesse il senso di tutto ciò potrei
rispondere solo che mi dà piacere e questo mi sembra un ottimo motivo, forse il
migliore dei motivi. Mi sono stufato di inseguire la vita per raccoglierne i
brandelli. Meglio collezionarli, ordinarli, classificarli. E' tutto un gioco,
la vita è un gioco. Assurdo e insensato. Nel peggiore dei casi la mia
collezione mi farà compagnia. Quando sarò troppo vecchio per sognare.
I dintorni del titolo
sono le fotografie, i biglietti, i depliant e il materiale cartaceo di vario
genere.
Un patetico tentativo di fissare i momenti visto che non posso fermare
il tempo. L' idea originale ( e soprattutto nuova ! ) era quella di
collezionare cartoline. Mai che mi riesca di fare una cosa come da tradizione.
Ecco quindi i commenti e le osservazioni. L' aspirante scrittore che sonnecchia
in me rivendica il suo spazio e tutta questa carta bianca: che tentazione! Del
resto non sono un vero collezionista, mi mancano la pazienza, il metodo e
probabilmente il talento giusto. Mi limito a seguire l' istinto e la curiosità
del momento. In ogni caso, una caratteristica comune fa da filo conduttore a
questa raccolta. Si tratta sempre di luoghi che ho visitato, di persone che ho
conosciuto. Si tratta di raccontarsi in un modo diverso, con una punta di
ironia e un' ombra di malinconia.
Infatti questa
raccolta dovrebbe intitolarsi: storia minima di un uomo quasi comune.
Perchè quasi ? Perchè
dell' uomo comune mi manca l'acquiescenza e la passività al potere politico,
religioso o televisivo che sia. Una macchia di anarchia mi porta ad andare
contro vento e a pagarne i costi relativi. Presunzione da intellettuale di
provincia o coscienza che il codice a barre possono stamparcelo in fronte ma
non nel cuore? Fate voi.
Mi rendo conto che la
mia è una forma inguaribile di vanità ma preferisco giocare e scrivere
noterelle di vita quotidiana piuttosto che inseguire e cercare a tutti il costi
il mio quarto d'ora di celebrità. Non troverò certo la strada per il successo
ma mi diverto di più
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