Noterelle di viaggio di un uomo comune (R)

Noterelle di viaggio di un uomo comune
 Scritte tra il 2000 e il 2011

 di Leo Spanu 

E' il sottotitolo di "Cartoline e dintorni" la mia autobiografia semiseria ( o poco seria a scelta) che, come avevo promesso in " Corsi e ricorsi", ripresenterò in piccoli assaggi. Comunque non si tratta di un atto di presunzione anche  se la modestia non è fra i miei peggiori difetti; lo so che le biografia si scrivono solo per i personaggi storici, per i grandi uomini ( pochi) e specialmente per  i VIP cioè ladroni e puttanoni . Noi piccoli uomini non meritiamo dunque neanche una riga di attenzione a parte quelle su una lapide tipo " quant'era era bello e quant'era buono"?  Che certe parole, se ce lo dicessero da vivi ci farebbero pure piacere anche se non è vero. 
Così ho deciso di parlare di me ( argomento che conosco molto bene anche se ancora mi sfugge qualche particolare) spiegandone le ragioni nella presentazione. 
"Cartoline e dintorni "  è stato pubblicato, in ampi stralci, su questo blog nel novembre del 2015. 
Non ha avuto molto seguito perchè allora non avevo molti lettori ( questa è la scusa che mi racconto per consolarmi). Oggi, a fronte dei dieci lettori fissi ( maledizione quant'è difficile aggiungere i 25 di Alessandro Manzoni) e una settantina di mezzi ammiratori su twitter, ci riprovo. Riporterò solo alcune parti di quel pilastro della storia dell'umanità e della letteratura che è " Cartoline e dintorni". Chi vorrà, potrà leggersi la quasi versione integrale della mia vita, invece  chi vorrà evitare queste poche pagine: controlli i titoli ( sono con o senza R) e si regoli. Però non sa cosa si perde. Praticamente niente, ma questo, per favore, non raccontatelo  in giro.

A seguire la presentazione che già dall'inizio è inquietante.

                                                                   “ Nati non foste per viver come bruti
                                                                      ma per seguir virtute e conoscenza “
                                                                                                                               Dante

                                                                    “ Quello che mi piace della vita è il non senso “
                                                                                                                                Leo

Sorso 2000
Alle  soglie del 2000 forse ho capito cosa sono: un collezionista. Non di francobolli o di biglietti da centomila lire, troppo facile. Un collezionista di tutto o meglio di niente. Tutto quello che mi colpisce: un' idea, un pensiero, un' immagine, un sogno, un attimo, un' impressione. E ancora, una parola, un disegno, una fotografia, un suono, un libro, una canzone, un film. Un volto, un sorriso, una persona, un ricordo, un rimpianto. Il tutto a casaccio. Così come viene, senza ordine e padroni, senza regole, seguendo l' istinto. A chi mi chiedesse il senso di tutto ciò potrei rispondere solo che mi dà piacere e questo mi sembra un ottimo motivo, forse il migliore dei motivi. Mi sono stufato di inseguire la vita per raccoglierne i brandelli. Meglio collezionarli, ordinarli, classificarli. E' tutto un gioco, la vita è un gioco. Assurdo e insensato. Nel peggiore dei casi la mia collezione mi farà compagnia. Quando sarò troppo vecchio per sognare.

I dintorni del titolo sono le fotografie, i biglietti, i depliant e il materiale cartaceo di vario genere. 
Un patetico tentativo di fissare i momenti visto che non posso fermare il tempo. L' idea originale ( e soprattutto nuova ! ) era quella di collezionare cartoline. Mai che mi riesca di fare una cosa come da tradizione. Ecco quindi i commenti e le osservazioni. L' aspirante scrittore che sonnecchia in me rivendica il suo spazio e tutta questa carta bianca: che tentazione! Del resto non sono un vero collezionista, mi mancano la pazienza, il metodo e probabilmente il talento giusto. Mi limito a seguire l' istinto e la curiosità del momento. In ogni caso, una caratteristica comune fa da filo conduttore a questa raccolta. Si tratta sempre di luoghi che ho visitato, di persone che ho conosciuto. Si tratta di raccontarsi in un modo diverso, con una punta di ironia e un' ombra di malinconia.
Infatti questa raccolta dovrebbe intitolarsi: storia minima di un uomo quasi comune.
Perchè quasi ? Perchè dell' uomo comune mi manca l'acquiescenza e la passività al potere politico, religioso o televisivo che sia. Una macchia di anarchia mi porta ad andare contro vento e a pagarne i costi relativi. Presunzione da intellettuale di provincia o coscienza che il codice a barre possono stamparcelo in fronte ma non nel cuore? Fate voi.
Mi rendo conto che la mia è una forma inguaribile di vanità ma preferisco giocare e scrivere noterelle di vita quotidiana piuttosto che inseguire e cercare a tutti il costi il mio quarto d'ora di celebrità. Non troverò certo la strada per il successo ma mi diverto di più
  

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