Perchè non me ne importa niente delle elezioni

di Leo Spanu

Premessa: ho fatto politica per 25 anni dal 1970 al 1995, sono stato dirigente di partito e amministratore comunale e mi sono ritirato dall’attività quando il mio partito, il partito socialista italiano, è stato condannato a morte  e linciato dall’odio. Il mio partito aveva molte responsabilità, la sete di potere aveva lasciato via libera alla corruzione, alla caccia alla ricchezza a qualunque costo. Gli ideali di un secolo di lotte sembravano diventati carta straccia.
Molti sedicenti  giudici, non quelli togati che facevano il loro lavoro, ma gli altri, quelli che si nascondevano dentro i giornali e dentro il partito comunista più altri moralisti a comando, sparsi nelle istituzioni, decretarono che i socialisti erano la sola e unica causa del marciume dell’Italia. 
Così tutti a lanciare monetine in testa a Bettino Craxi, orco e mostro che aveva abusato di un paese di gente perbene. Una battuta satirica dell’epoca diceva: un socialista che ruba è un ladro, un comunista che ruba è un compagno che sbaglia. Mi sembra di sentire i 5 stelle di oggi; come nella fattoria degli animali di Orwell, tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono sempre più uguali. 
Il vizio italiano di cercare un capro espiatorio e poi ricominciare daccapo nella stessa maniera ci ha portato non solo a non risolvere nessuno degli antichi problemi ma ad averne aggiunto di nuovi. 
Un tempo, non molti anni fa, le elezioni amministrative erano un momento di grande partecipazione popolare, quasi una festa , un fatto di vera democrazia malgrado le tante difficoltà.  Oggi, con una partecipazione al voto inferiore al 50% degli aventi diritto, si vince per stanchezza o abbandono dell’avversario.  Una vittoria che sembra basata sulla morte della democrazia.
Il centro sinistra continua nella sua lunga e straziante agonia ( una specie di vocazione al cupio dissolvi); in ogni parte d’Italia si grida “ Muoia Sansone con tutti i filistei”. Vuoi vedere  che Sansone è il padre biblico della sinistra italiana? I suoi discendenti oggi si chiamano Bersani, D’Alema, Speranza, Fassina, Orlando,  etc. etc. Tutta gente che si taglierebbe gli attributi per far dispetto alla moglie. Magari le mogli saranno pure contente ma la domanda che viene spontanea  è: ma  questi gli attributi li hanno davvero?
Sparatelo pure Matteo Renzi, crocifiggetelo, fatelo a pezzi ma ricordatevi che il vostro compito non è quello di vendicarvi dei torti subiti da un orrido violentatore di belle coscienze  ma di rappresentare in parlamento e dintorni  tutti quelli che, come me, vi hanno votato e qualche volta anche con fatica. 
Ma voi in che mondo credete di vivere?  Ci sono gruppi nazi-fascisti ( per quello che ne so io  proibiti dalla costituzione) che si candidano regolarmente alle elezioni di paesi e città e nessuno si scandalizza; voi militanti severi ( come direbbe Francesco Guccini) della sinistra, vestali dell’ortodossia e del purismo ideologico, preferite andare in giro a cercare le prove che Roma è stata bruciata da Renzi e non da Nerone.  Se può servire mi accuso io di quell’orrendo delitto: lo confesso, sono stato io a incendiare la Città Eterna ma adesso piantatela di andare a frugare nella merda. Tornate a far politica sul serio, così anche qualche baldo dirigente del PD perderà  un po’ di spocchia  per mettersi a lavorare  invece di andare fissi  in televisione a mostrare alternativamente il profilo sinistro e quello destro.  Anche perché noi  spettatori disillusi vediamo sempre l’aspetto posteriore del problema e non ci piace.
Intanto noi italiani poco intelligenti  cercheremo di capire perché un vecchio stanco e patetico come Berlusconi, dopo aver fatto carne di porco dell’Italia, per un ventennio ( certe date tendono a ritornare con una frequenza inquietante) oggi è ancora qui a dare carte a tutti e, con una verginità rifatta, a vincere.
Ma è mai possibile che siamo sempre noi elettori a sbagliare? Voi classe dirigente ( A proposito:  ma chi vi nominato visto che, con l’abolizione delle preferenze, sono anni che non vi votiamo?) siete sempre esenti da ogni colpa? 
Ma perché se le banche falliscono, i responsabili vengono incensati con fior di milioni di liquidazione e a noi cittadini tocca l’onere di pagare i debiti?  Colpa nostra?
Perché lo stato deve trattare i suoi cittadini nel migliore dei casi come sudditi quando non ci tratta da delinquenti incalliti? Sbaglia la burocrazia ma tocca a noi dimostrare la nostra innocenza. Ancora  colpa nostra?    
Abbiamo dei servizi pubblici che ci costano un occhio ma spesso  funzionano male quando non funzionano per niente. Vuoi vedere che la colpa è dei pensionati che non sanno fare la differenziata.  Ecco perché Roma è coperta di mondezza!  Il debito pubblico cresce a dismisura, prodotto dai costi dell’apparato burocratico, dicono. E allora tagliate i rami secchi, eliminate i servizi improduttivi. No, non si può far perdere il lavoro a tanti onesti dipendenti. 
Ho perso il mio  posto di lavoro, più volte, e non per mia colpa; ho fatto il cassintegrato e tutta una serie di definizioni frutto delle mestruazioni mentali di burocrati ministeriali  che, in vita loro, un operaio non l’hanno mai visto neppure in fotografia  però ne programmano  il futuro. 
Nessuno ha mai raccolto le firme per i calci in culo ricevuti da molti della mia generazione ( vedi zona industriale di Porto Torres di ieri ma anche di oggi) e la Camusso non si è mai strappata i capelli o le mutande per dare la sua solidarietà ai lavoratori sardi della provincia di Sassari. 
Per la verità anche molti politici locali, affetti da strabismo cronico, hanno saputo guardare solo verso Cagliari. Poi a Porto Torres  ti fanno sindaco un “americano de Roma”, un cinque stelle che a vederlo sembra, come diceva la mia nonna materna,  “ un diesilla”. E se non sapete cosa vuol dire fatevelo spiegare da quei politici sardi che si incazzano solo per una battuta della scrittrice Michela Murgia. 
Perchè lor signori conoscono benissimo  italiano e latino e capiscono benissimo il significato delle parole e i bisogni della Sardegna. Io invece non conosco e non capisco più niente allora perché dovrei andare a votare e cosa. Vedo in televisione tutti che sorridono e si congratulano per la vittoria. Tutti vincitori e Todos Caballeros.
Così anch'io,  come  un personaggio scemo dell’attore napoletano  Francesco Paolantoni,  mi sto chiedendo: Ho vinto qualche cosa?

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