" Siam tre piccoli porcellin"
di Leo Spanu
I tre porcellini (
siamo tre fratellin) del titolo erano perseguitati dal lupo cattivo per cui
dopo tre anni di persecuzioni e molestie ( non sessuali, almeno si spera!)
decisero che era giunto il momento della vendetta, pardon, del riscatto e della
rivincita. Così per ripristinare la democrazia in quel bel paese pieno di
giocattoli e di leccornie noto come Partito Democratico, un vero paradiso se
non fosse stato per quel lupo feroce che comandava tutto e da solo, decisero di
recarsi da Roma a Firenze per compiere la loro missione.
Il nome dei tre crociati: Emiliano da Bari, Anonimo Rosso da
Nonsodove e il più giovane e coraggioso di tutti, un senza nome e senza speranza che proveniva da Capo Horn o dintorni. Con la benedizione del loro capo Dalemon Uno
( e Unico) iniziarono il periglioso viaggio per combattere la terribile belva nomata Renzi da Via dal
Campo ( via dal governo e via dalla segreteria. Facciamo via da Tutto).
Giunti nei pressi di Bolsena incontrarono un simpatico
sacerdote che per la modica spesa di tre candele, quattro Ave Maria e cinque
Pater Nostro raccontò loro la triste storia della santa Martire Cristina.
Attorno al IV secolo la fanciulla fu perseguitata prima dal padre poi da una
serie di inquisitori ante litteram perché rinunciasse alla sua fede cattolica.
La ragazza fu flagellata, poi incarcerata e torturata a lungo infine legata alla
ruota col fuoco acceso ma visti gli scarsi risultati, dopo averle legata una
pietra al collo, la gettarono nel lago.
Ma la giovane si rifiutava di morire, allora fu immersa in una tinozza piena di
pece bollente. Niente da fare, le tagliarono i capelli e la
trascinarono nuda per le strade del paese. Dopodichè fu messa dentro ad una
fornace a cucinare. Ancora niente. Provarono a metterla in mezzo ai serpenti velenosi
ma i rettili si rifiutarono di morderla anzi si lanciarono sugli spettatori. Come Bruce Willis, Cristina era dura a morire quindi le tagliarono il seno e la lingua e finalmente riuscirono a ucciderla con un colpo di lancia.
-Potremo fare così anche con la belva- Propose Emiliano
- E invece delle tette gli tagliamo il pisello- Disse il
giovane Speranza
- Prima di tutto è da tagliare la lingua. E’ quella la parte
più pericolosa.- Disse il saggio Rossi.
Firmato il patto d’acciaio i tre moschettieri ripresero il
viaggio ma si fermarono subito perché c’era lo sciopero dei taxi e fino a
martedì col cavolo che riprendono a lavorare. Anche loro, dentro il Colosseo,
col braccio alzato come i gladiatori, gridavano tutti insieme: -Vogliamo giustizia.-
Solo un burino
della Garbatella brontolò ma sottovoce : -Veramente preferirei i soldi.-
Intanto a Firenze il lupo Renzi grattava le palle al verro (
dicono che porta fortuna!) pensando che è alquanto stravagante che un lupo
massaggi le parti intime di un maialone mentre tre maialini sono in
guerra contro di lui.
-Ma alla fine che vi ho fatto per volermi tanto male. Si è
vero che volevo rottamarvi ma era per amore solo per amore. Avevo già
preparato il tavolino nei giardini pubblici,
il mazzo di carte per la briscola, il fiasco di Chianti. Avevo pure
trovato il quarto uomo per la partita: un certo Bersani da Bologna. Si è vero è un po’ svanito, gli anni a volte fanno
qualche scherzo alla memoria, ma è un bravo ragazzo. Lo giuro, non volevo fare
del male a nessuno. Volevo solo comandare come vogliono tutti in Italia perché,
come spiega un vecchio proverbio siciliano, comandare è meglio che fottere. Si
gode di più.
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