Canzoni stonate
di Leo Spanu
Le canzoni sono come le persone; a volte ti lasciano senza
una ragione e non le senti più. Poi nel corso degli anni ne incontri qualcuna, magari invecchiata e priva di fascino. Diversa da come te la ricordavi e ti prende un
momento di tristezza perché muore un altro ricordo, un altro momento
felice che si perde nell'indifferenza. E’ sempre più difficile conservare passato e presente
insieme, finiamo col diventare solo frazioni
del tempo, ore e giorni sempre uguali, che volano via come coriandoli e non lasciano tracce.
Tra gli aspetti positivi di internet è che oggi puoi
recuperare le canzoni perdute e cominciare un viaggio nella memoria a ritrovare le tue piccole storie.
La prima canzone che mi lasciò era Guarda
che luna (1959) di Fred Buscaglione. Anche lui se ne andò
un anno dopo schiantandosi con la sua Ford Thunderbird color lilla.
Altra canzone che durò quanto un amore giovanile fu The incanted sea (1959) degli Islanders. Ci furono molte cover a cominciare da Santo e Johnny: infatti si tratta di un classico specie per i dilettanti che studiano chitarra. Ho riascoltato di recente il pezzo su Youtube: ha la classe e lo stile di una vecchia signora.
Un soldino (1962) di Gene Pitney era un brano con un testo di straordinaria stupidità ma la musica ti entrava nelle orecchie e nella testa e non ti mollava più. La voce infantile, l’aspetto da bravo ragazzo del cantante americano che partecipò anche ad un festival di Sanremo ebbero un successo incredibile in Italia. Così tutti quelli che non avevano "un soldino per suonare il juke box erano tristi in attesa dell’arrivo della ragazza dagli occhi blu".
Ci voleva Michel Polnareff , un casco di cappelli biondi tipo vecchia checca con la sua Bambolina che fa no no no (1966) per farci ritrovare il buonumore: un testo altrettanto stupido, una musica ipnotica e tutti a cantare “ No, no, no” con due accordi di chitarra.
Altra canzone che durò quanto un amore giovanile fu The incanted sea (1959) degli Islanders. Ci furono molte cover a cominciare da Santo e Johnny: infatti si tratta di un classico specie per i dilettanti che studiano chitarra. Ho riascoltato di recente il pezzo su Youtube: ha la classe e lo stile di una vecchia signora.
Un soldino (1962) di Gene Pitney era un brano con un testo di straordinaria stupidità ma la musica ti entrava nelle orecchie e nella testa e non ti mollava più. La voce infantile, l’aspetto da bravo ragazzo del cantante americano che partecipò anche ad un festival di Sanremo ebbero un successo incredibile in Italia. Così tutti quelli che non avevano "un soldino per suonare il juke box erano tristi in attesa dell’arrivo della ragazza dagli occhi blu".
Ci voleva Michel Polnareff , un casco di cappelli biondi tipo vecchia checca con la sua Bambolina che fa no no no (1966) per farci ritrovare il buonumore: un testo altrettanto stupido, una musica ipnotica e tutti a cantare “ No, no, no” con due accordi di chitarra.
Ma la canzone che più mi fece arrabbiare come un’amante
capricciosa fu Eva (1963) di Ricky Gianco. La canzone infatti
sfumava sul più bello lasciandoti come un bambino che si vede portare via il
piatto col dolce che ha appena iniziato a gustare. Ricky Gianco ( al secolo
Riccardo Sanna) è stato uno dei più bravi plagiari della storia della musica
leggera italiana: vedi Pregherò lanciata
da Adriano Celentano e Come un bambino
eseguita dal complesso Ricky (lui) ed un altro artista (Gino Paoli).
Forse più bravi di lui sono Zucchero ( che a me piace moltissimo) e Ivan Graziani che con la sua “Agnese dolce Agnese, color di cioccolata” ha fatto un pezzo più bello dell’originale. La canzone Agnese (1979) deriva dal rondò della sonatina in sol maggiore op.36 n. 5 di Muzio Clementi ( 1752-1832) un pezzo che ha avuto millanta rivisitazioni. Tra le tante esecuzioni la versione di Elvis Presley è il massimo.
Forse più bravi di lui sono Zucchero ( che a me piace moltissimo) e Ivan Graziani che con la sua “Agnese dolce Agnese, color di cioccolata” ha fatto un pezzo più bello dell’originale. La canzone Agnese (1979) deriva dal rondò della sonatina in sol maggiore op.36 n. 5 di Muzio Clementi ( 1752-1832) un pezzo che ha avuto millanta rivisitazioni. Tra le tante esecuzioni la versione di Elvis Presley è il massimo.
Altra canzone perduta e ritrovata grazie alla cover di Franco Battiato è J’entend siffler le train (1962) di
Richard Antony. Giuro che l’avevo completamente dimenticata anche perché era
legata alla fine di un amoretto giovanile. Oggi non capisco ma allora mi
sembrava importante: un disco regalato ( proprio quello), un ultimo saluto, tanti
auguri ( era Natale ) e non ci siamo più visti. Non è nostalgia ma questa
ballata triste mi mette un po’ di malinconia . Il bello è che non ricordo
neppure il nome di quella ragazza. Il treno ha smesso di fischiare.
La playa (1964) di
Marie Laforet fu un successo
planetario. La canzone ha avuto moltissime e varie interpretazioni; è diventato
un classico per chitarra solista ma Maria Laforet con quel filo di voce è un
altro mondo. Due occhi da incantare e una bellezza che ti fa capire che il
paradiso esiste, la cantante e attrice francese ha lasciato il segno, per molti della mia generazione, come una delle
donne più belle in assoluto.
Enrico Macias è un cantante francese di origine algerina. Oggi verrebbe definito " un migrante". La sua Il paese del cuore (1965), solo voce e chitarra è storia di oggi per tutti quelli che emigrano in cerca di una vita migliore.
Enrico Macias è un cantante francese di origine algerina. Oggi verrebbe definito " un migrante". La sua Il paese del cuore (1965), solo voce e chitarra è storia di oggi per tutti quelli che emigrano in cerca di una vita migliore.
Concludiamo questo breve viaggio tra alcune delle “mie” canzoni preferite e dimenticate con Apache (1961) degli Shadows. Un mito la canzone e un
mito il gruppo col chitarrista Hank
Marvin.
Credo che Shadows e Champs ( se non sapete chi sono pensate a Tequila -1958- ) siano i migliori complessi ( si chiamavano così) strumentali di tutti i tempi.
Se poi mi sbaglio chiedo scusa. Io so suonare solo il campanello e neppure bene.
Credo che Shadows e Champs ( se non sapete chi sono pensate a Tequila -1958- ) siano i migliori complessi ( si chiamavano così) strumentali di tutti i tempi.
Se poi mi sbaglio chiedo scusa. Io so suonare solo il campanello e neppure bene.
NOTE
Il titolo " Canzoni stonate" è dovuto al fatto che si tratta di belle canzoni ma se provo a cantarle io ( naturalmente senza farmi sentire da nessuno) succede qualcosa di strano. Chissà perchè?
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