Prego, vuol ballare con me
Pubblicato il 29 giugno 2016. In televisione hanno riproposto la canzone di Celentano ! Prego, grazie, scusi". Sempre gradevole.
di Leo Spanu
Nei primi anni 60 Adriano Celentano faceva ancora il cantante e non il profeta e cantava roba come "Il tangaccio" oppure:
Al matinèe/ del giovedì/ ballo liscio/ al Garden Blu/ con l'orchestra Serenade./ Spengono le luci/ tacciono le voci/ e nel buio senti sussurrar:/ Prego vuol ballare con me?/ Grazie preferisco di no./ Non ballo il tango col caschè/ perciò grazie./ Prego grazie scusi tornerò.
Geniale! Anche il mio amico M.V. era geniale; suonava una marea di strumenti musicali, aveva una collezione di armoniche a bocca di tutte le dimensioni compresa una lunga quanto il traforo del Sempione e un'altra a quattro piani. Aveva anche una mini palestra in casa e qualche volta cercavamo di imitare Steve Revees ( l'Ercole cinematografico dell'epoca) tirando su qualche bilanciere. Ai quei tempi lui aspirava a diventare santo o pazzo, non so cosa sia diventato perchè aveva talento in tutti e due i campi.
Una notte (in realtà erano solo le 19, 30 ma d'inverno è talmente buio che per rompere le scatole cantavamo a squarciagola: A mezzanotte va la serva col pompiere, versione porno di una famosa canzone" Il tango delle capinere"), dicevo una notte, rientrando da uno dei tanti balli familiari del sabato sera, M.V decise che non gli piacevano le recinzioni metalliche delle villette del viale dove stavamo dando fastidio con urla e schiamazzi vari.
Nei suoi film preferiti della serie Ercole contro tutti, cani e porci compresi, c'era sempre una scena dove il "fustone" allargava le sbarre della prigione dove era eternamente rinchiuso. Il fatto è che le sbarre cinematografiche erano di gomme mentre quelle che svergolò il mio amico erano di ferro.
Mi sono sempre domandato che faccia dovesse avere il padrone della villa quando la mattina scoprì che tutte le sue frecce tese e puntute si erano trasformate in archi. Chi erano i colpevoli? Folletti dispettosi o, peggio ancora, feroci alieni?
Comunque il reato è andato in prescrizione. Forse anche il proprietario della villa.
Ogni tanto si andava in qualche balera nella bassa bresciana a caccia di ragazze, contadinotte e operaie disponibili ad incontri più ravvicinati di quelli che ci permettevano le nostre amiche e compagne di liceo.
Una volta, dentro un buco talmente pieno di fumo che sarebbe stato opportuno chiamare i vigili del fuoco, il mio amico adocchiò una coppia di ragazze sedute al tavolino che, nell'attesa di un invito, sorseggiavano un martini con l'oliva (non era classe ma James Bond ha creato più di un'illusione) .
" Io ci provo" disse il mio amico e partì con passo spedito in direzione di quelle che a me sembravano dei normalissimi cessi. Appena giunto davanti alle fanciulle, fece un inchino che neanche il principe di Galles e disse: "Permette?"
Quella più racchia si inventa un sorriso da sconvolgere anche Belzebù e mentre si alza lisciandosi la gonna a pieghe, il mio amico prende da uno dei bicchieri l'oliva, se la mette in bocca, dice felice e contento: "Grazie!" Poi gira le spalle e se ne va.
Quella sera imparai un paio di imprecazioni nuove; e pensare che credevo di conoscerle tutte.
Liz McKay è nata in Tasmania nel 1974: Pur occupandosi da sempre di disegno e pittura solo da pochi anni ha cominciato ad esporre le sue opere.
I suoi ballerini sono un irresistibile invito alla danza, all'intimità della coppia anche in un ambiente fumoso e affollato. Forse sono un invito all'amore.
di Leo Spanu
Nei primi anni 60 Adriano Celentano faceva ancora il cantante e non il profeta e cantava roba come "Il tangaccio" oppure:
Al matinèe/ del giovedì/ ballo liscio/ al Garden Blu/ con l'orchestra Serenade./ Spengono le luci/ tacciono le voci/ e nel buio senti sussurrar:/ Prego vuol ballare con me?/ Grazie preferisco di no./ Non ballo il tango col caschè/ perciò grazie./ Prego grazie scusi tornerò.
Geniale! Anche il mio amico M.V. era geniale; suonava una marea di strumenti musicali, aveva una collezione di armoniche a bocca di tutte le dimensioni compresa una lunga quanto il traforo del Sempione e un'altra a quattro piani. Aveva anche una mini palestra in casa e qualche volta cercavamo di imitare Steve Revees ( l'Ercole cinematografico dell'epoca) tirando su qualche bilanciere. Ai quei tempi lui aspirava a diventare santo o pazzo, non so cosa sia diventato perchè aveva talento in tutti e due i campi.
Una notte (in realtà erano solo le 19, 30 ma d'inverno è talmente buio che per rompere le scatole cantavamo a squarciagola: A mezzanotte va la serva col pompiere, versione porno di una famosa canzone" Il tango delle capinere"), dicevo una notte, rientrando da uno dei tanti balli familiari del sabato sera, M.V decise che non gli piacevano le recinzioni metalliche delle villette del viale dove stavamo dando fastidio con urla e schiamazzi vari.
Nei suoi film preferiti della serie Ercole contro tutti, cani e porci compresi, c'era sempre una scena dove il "fustone" allargava le sbarre della prigione dove era eternamente rinchiuso. Il fatto è che le sbarre cinematografiche erano di gomme mentre quelle che svergolò il mio amico erano di ferro.
Mi sono sempre domandato che faccia dovesse avere il padrone della villa quando la mattina scoprì che tutte le sue frecce tese e puntute si erano trasformate in archi. Chi erano i colpevoli? Folletti dispettosi o, peggio ancora, feroci alieni?
Comunque il reato è andato in prescrizione. Forse anche il proprietario della villa.
Ogni tanto si andava in qualche balera nella bassa bresciana a caccia di ragazze, contadinotte e operaie disponibili ad incontri più ravvicinati di quelli che ci permettevano le nostre amiche e compagne di liceo.
Una volta, dentro un buco talmente pieno di fumo che sarebbe stato opportuno chiamare i vigili del fuoco, il mio amico adocchiò una coppia di ragazze sedute al tavolino che, nell'attesa di un invito, sorseggiavano un martini con l'oliva (non era classe ma James Bond ha creato più di un'illusione) .
" Io ci provo" disse il mio amico e partì con passo spedito in direzione di quelle che a me sembravano dei normalissimi cessi. Appena giunto davanti alle fanciulle, fece un inchino che neanche il principe di Galles e disse: "Permette?"
Quella più racchia si inventa un sorriso da sconvolgere anche Belzebù e mentre si alza lisciandosi la gonna a pieghe, il mio amico prende da uno dei bicchieri l'oliva, se la mette in bocca, dice felice e contento: "Grazie!" Poi gira le spalle e se ne va.
Quella sera imparai un paio di imprecazioni nuove; e pensare che credevo di conoscerle tutte.
Liz McKay è nata in Tasmania nel 1974: Pur occupandosi da sempre di disegno e pittura solo da pochi anni ha cominciato ad esporre le sue opere.
I suoi ballerini sono un irresistibile invito alla danza, all'intimità della coppia anche in un ambiente fumoso e affollato. Forse sono un invito all'amore.
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