Ho dei pensieri che non condivido

di Leo Spanu

La famosa battuta di Altan fotografa in maniera perfetta alcuni momenti difficili della mia (nostra?) quotidianità.  Ho impiegato anni per costruire valori sui quali fondare il mio modello di vita. No, purtroppo non ho certezze, i dubbi mi accompagnano ogni giorno specie quando vedo e sento cose che non capisco. Ma sono fortemente convinto che nessuno ha il diritto di giudicare gli altri. Certo un sistema , qualunque sistema, deve avere delle regole e delle leggi, possibilmente giuste. Ma definire cosa è giusto e cosa no, non è facile. Infatti la giustizia è solo una parola in quegli stati dove esiste la pena di morte e, probabilmente, anche l’ergastolo è una pena troppo definitiva qualunque sia il delitto. La giustizia diventa una forma mascherata di vendetta quando si uccide o quando si toglie la libertà per sempre anche al peggiore dei criminali. Sono fortemente convinto di quanto affermo ma poi, ogni tanto, succedono fatti che mi mettono in profonda crisi. Allora l’istinto cerca di vincere la ragione ma l’istinto è spesso come un animale feroce che esce dalla tana alla ricerca di una preda. Non vede e non sente niente; la ferocia guida le sue azioni per ferire e uccidere anche senza motivi. Una volta eravamo così poi siamo diventati civili. Abbiamo imparato a leggere e a scrivere, abbiamo scrutato il cielo per studiare le stelle, abbiamo sfidato Dio con la poesia, la musica e l’arte. Siamo diventati uomini e grandi. Ecco perché credo nella supremazia della ragione e dell’intelligenza. Il male che alberga in noi può essere controllato perché noi siamo esseri pensanti non bestie feroci e selvagge.  Ma sarà vero? Tutti i libri che ho letto, tutte le parole che conosco non mi danno risposte accettabili e non mi spiegano la brutalità e la violenza dell’uomo.
Un ospedale bombardato in Siria: una bambina che piange e chiede perché. Perché è la guerra e la guerra è un affare, un grosso affare. Cosa importa ai grandi del mondo di una bambina, di dieci, cento bambini. Sono solo numeri nel grande gioco di potere tra gli stati.  Noi guardiamo lo spettacolo alla televisione e ci sentiamo impotenti. Davvero non possiamo fare niente per fermare i signori della guerra?
A Napoli invece  c’è una bambina violata nella sua infanzia e poi uccisa e molti che sapevano hanno taciuto. Fanno troppo male certe storie, il cuore si spezza e il pensiero si rifiuta di credere. Non può essere vero perché se fosse vero bisognerebbe radere al suolo quella casa, quel palazzo, quel quartiere. Bisognerebbe  cancellare quella gente dal genere umano. Perché sono peggiori degli orchi. Di questi non voglio neppure parlare perché dovrei buttare all’aria tutte le mie convinzioni. Anche a me vengono pensieri che non condivido e non dico quali.  Ma quella gente è gente normale, padri e madri come noi. Nessuno ha sentito il dovere di intervenire , di segnalare, di denunciare . Non possono passarla liscia. Non c’è un giudice che porti in tribunale tutte quelle “ persone”  (non so come definirli) che sapevano e non hanno difeso  quella bambina innocente e tutti gli altri bambini vittime di orchi? Non c’è una legge che condanni la vigliaccheria di quella gente?

Non c’è bisogno di costruire di costruire muri ai confini dei nostri stati e delle nostre città, abbiamo già un muro nella testa e nella  coscienza. Ma va bene, va bene così;  attenzione che quel muro non diventi  anche la nostra pietra tombale, quando l’egoismo e l’indifferenza ci seppelliranno. 

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