Cartoline e dintorni. 19
Torino-Val
Sesia 2008
Torino. Cattedrale 1950 ca.
Mercatini
di Natale
Prima volta in viaggio
organizzato con pullman e varia umanità, nel complesso gradevole. Con noi anche
Salvatore Gaspa con moglie e figlio. Salvatore è un vice questore della Polizia
di Stato. Che io sia amico di uno “ sbirro” è una delle tante incongruenze
della mia vita. Comunque il suo è un mestieraccio. A forza di guardare il
marcio della nostra società rischia di vedere solo lo sporco. Quando dal
mercatino decidiamo di andare a piedi verso palazzo Madama, la faccia di
Salvatore rassomiglia paurosamente a quella di uno che ha appena avuto una
brutta notizia. Mi viene da ridere ma dobbiamo attraversare l'Africa, L'Asia,
il medio Oriente e tutta una serie di territori pericolosi nascosti nelle carte
geografiche più sconosciute. La deformazione professionale emerge subito.
Quegli alieni che ci girano intorno sono tutti potenziali delinquenti,
possibili sovversivi o perlomeno figuri poco affidabili. Ci accodiamo ad una
pattuglia di ronda formata da poliziotti, carabinieri, alpini e altre divise
che non riconosco. Mancano solo le crocerossine. Attraversiamo così il deserto
dei tartari, il deserto dei Gobi e il deserto del Kalahari, tra nugoli di
esseri di vari colori, vestiti e linguaggi. Finalmente arriviamo davanti al
palazzo Reale e possiamo cominciare la visita ai monumenti che ci circondano.
Mi improvviso cicerone per il piccolo gruppo che si è formato intorno a noi e
ottengo pure un certo successo. Cosa vuol dire aver letto qualche libro!
Al ritorno ci manca la
ronda. Il mercato di piazza Castello sta sbaraccando ma ci sono ancora migliaia
di persone. Invochiamo la Santa Lega Lombarda o una sua succursale piemontese
per mandarci almeno una guardia giurata, che so, un metronotte. Niente. Gli
alieni sono intorno a noi.
Provo a recitare a voce
bassa il decalogo del perfetto leghista:
Gli indiani ( quelli
dell'India) hanno le corna da satiro sotto il turbante.
I cingalesi (da dove
cazzo vengono?) hanno uno strano color marrone perchè mangiano il lucido da
scarpe al posto della crema.
I marocchini durante
la seconda guerra mondiale, nel Lazio, si sono inchiappettati donne, bambine,
mucche, pecore, galline, oche, scrofe e tutte le statue del Campidoglio,
comprese quelle maschili.
I tunisini hanno la
mosca al naso.
I mau-mau (senegalesi,
nigeriani, kenioti e tutti i neri compresi quelli che vengono dalla Sicilia e
dalla Sardegna) hanno invece l'anello al
naso e un affare lungo così. (in verità le mogli leghiste non si sono mai
lamentate).
I turchi fumano
troppo, non si lavano mai e hanno tre mogli a testa nell' harem.
Gli arabi (tutti) sono
mussulmani e prendono ordini da Maometto
I cinesi sono tanto
uguali che non li distingui, mangiano i nostri cani e le loro cavallette. Però
sono un miliardo e mezzo .Un bel problema eliminarli tutti.
I peruviani ( i
colombiani, i cileni e le altre etnie del sud America) sono brutti con quei
nasi da avvoltoio su quelle facce da luna triste e spaventano i nostri bambini.
I brasiliani sono
tutti trans e rubano il lavoro alle nostre puttane.
C'è pure un undicesimo comandamento:
i terroni (dalla padania in giù) sono fannulloni, mafiosi e pisciano nei
giardini pubblici delle nostre belle città. Abbasso Roma ladrona!
Finita la recita mi
guardo intorno. Mia moglie si è fermata ad una bancarella con la moglie di
Salvatore e stanno facendo acquisti. Quella cacofonia di lingue diverse ha un
suono piacevole.
C'è allegria nell' aria
mentre i commercianti ripongono le loro mercanzie. Non riesco a vedere ne
mostri ne demoni. Non dev'essere una vita facile. Lontano dalla loro terra,
dalle loro famiglie, lontano da tutto. Tra gente che si rifiuta di guardare e
di capire. I nostri nonni sono andati in giro per il mondo in cerca di fortuna
o più semplicemente di un'occasione per costruirsi una vita decente.
Noi lo abbiamo dimenticato.
1950 ca.
Serravalle
Scrivia
A Serravalle Scrivia, il
pullman, come da programma, ci scarica nel
megamercato della moda, il più grande d'Italia. Persone come vespe
assatanate, a sciami entrano ed escono dai negozi. All' ora di pranzo, file
come nei paesi poveri del terzo mondo, quando distribuiscono un piatto di riso
a gente che fino a quel momento pensava che il riso fosse un movimento
involontario dei muscoli della bocca.
Ma qui siamo tutta gente
benestante, civile. Se non mi strappano il panino di mano è perchè lo tengo ben
stretto sotto l' ascella. Il consumismo è il nostro credo religioso e la nostra
bandiera ideale. Dobbiamo comprare, soprattutto quello che non ci serve.
Questo si che è un mondo
di alieni e mi fa paura.
Susa. Chiesa di san Francesco 1970 ca.
Commenti
Posta un commento