Ancora Francia
Ancora Francia
di Leo Spanu
La scorsa settimana ho pubblicato vecchie cartoline (fine
1800 e inizio 1900) che rappresentano chiese di Parigi e della Francia. Il mio
voleva essere solo un omaggio riconoscente alla cultura francese e in
definitiva alla nostra cultura. L’occidente ha espresso nel corso dei secoli e
dei millenni straordinarie opere artistiche. Ma anche gli altri popoli della
terra, altre culture diverse dalla nostra non sono state da meno nel raccontare
la loro storia. Sono convinto che le guerre, la storia lo dimostra, non hanno
mai risolto nessun problema anzi ne hanno creato di nuovi. La violenza e l’odio
portano sempre altra violenza e altro
odio. Ma sono anche convinto che ognuno abbia il diritto di difendere la
propria vita, i propri valori, le persone care e il mondo in cui vive. Il problema è che oggi, almeno io, non so più
chi è il mio nemico. Giornali, televisioni,
internet ci stanno coprendo con
tonnellate di parole il più delle volte inutili quando non stupide e feroci. Io
vedo ragazzi che muoiono da una parte e dall’altra, vittime e carnefici insieme
senza una ragione che giustifichi queste
morti. Eppure sono tutti lì a spiegare, a giudicare, a sentenziare in nome di
una presunta superiorità di razza, di civiltà, di religione. Tutti ad
aggiungere altra confusione alla confusione quando invece ci vorrebbe più silenzio per cercare di capire cosa siamo
e cosa stiamo diventando. Forse sarebbe meglio se ciascuno di noi parlasse solo
delle cose che conosce e che ama, che mostrasse solo il bello del vivere quotidiano, che raccontasse solo le
speranze per il futuro.
Queste nuove (e antiche) cartoline rappresentano dei
castelli, cioè tipiche espressioni
belliche, che nel corso dei secoli la fantasia dell’uomo ha
trasformato in palazzi, regge, musei e
monumenti di straordinaria bellezza.
Ecco forse questa potrebbe essere la via giusta: riscrivere la storia con il
cuore dei poeti e degli artisti.
Pornic (Loire-Bretagne):Chateau
Ho già scritto su Jacques Prevert, un poeta francese molto
amato dai giovani negli anni 50 e 60 del secolo scorso. Una delle sue poesie più note è dedicata ai ragazzi di Parigi e di tutto il mondo.
I ragazzi che si amano (Les enfants
qui s’aiment)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore
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