Mi scappa la pipì
di Leo Spanu
Data la mia non più giovane età ho conosciuto i vespasiani, gli orinatoi pubblici popolarmente chiamati pisciatoi. Ce n'era uno a Brescia, in via XX settembre che sembrava disegnato da un architetto per l'eleganza della costruzione, una specie di stile neoclassico rivisto dal severo gusto fascista. La mia curiosità, allora, era dove andavano a fare la pipì le donne dal momento che non esistevano strutture per le loro esigenze. Niente da dire, le donne hanno sempre avuto una resistenza incredibile e non solo della vescica.
Oggi questi monumenti all'incontinenza maschile non esistono più. Ma dove vanno gli uomini quando natura chiama, anzi urla? Ma nei bar, è evidente, peccato che sono sempre occupati dalle donne (occupano d'abitudine i cessi sia femminili che maschili) e non sempre prendono un caffè o un'altra consumazione. Una volta a Lucca, il barista, per solidarietà maschile, mi fece usare il servizio del personale (al piano di sopra), perchè nell'altro c'era una fila di turiste in fila che neanche quando ci sono i saldi.
Ma vediamo un pò di storia: in Francia i vespasiani si chiamavano pissoir (o urinoir), si pensa che gli orinatoi stradali siano un'invenzione francese e sono apparsi la prima volta a Parigi, nel 1830. In seguito anche in Francia cominciarono ad essere chiamati vespasiennes in onore dell'imperatore romano Tito Flavio Vespasiano (I secolo) che che aveva imposto una tassa sull'urina nei bagni pubblici (pecunia non olet cioè i soldi non puzzano). La diffusione dei pissoir fu notevole, i parigini pisciavano molto e negli anni 30 del XX secolo ce n'erano ben 1230 ma nel 1966 il loro numero s'era ridotto a 329. Nel 2006 ne esisteva solo uno.
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