Le 100 canzoni italiane più belle (31-40)

 di Leo Spanu

31-Disastro aereo sul canale di Sicilia (1976) Francesco De Gregori (Roma 1951) E’ una canzone che non ho mai sentito eseguire in radio o in televisione eppure musica e parole sono un connubio perfetto. Forse il tema? Comunque sono state dette un sacco di sciocchezze su questa canzone, ad esempio  che parlava della strage di Ustica (avvenuta quattro anni dopo) ma De Gregori non è un indovino, è un autore forse ermetico qualche volta ma davvero bravo. “ E la fabbrica di vedove volava,  sola come un uccello da rapina, il mare una tavola azzurra ormai,  l’Africa era già vicina, sul cielo una striscia di neve, bianca, bianca di carta velina."

Francesco De Gregori

32-Bella d’estate (1987) Mango (Giuseppe Mango. Lagonegro 1954- Policoro 2014) Un vero innovatore della musica leggera italiana con quel suo falsetto (io odio il falsetto ma Mango era speciale) che era uno strumento. Anche lui è stato dimenticato. La memoria degli italiani è sempre stata assurda: ricordano cose che non esistono come i treni in orario durante il fascismo e dimenticano le leggi razziali. Cosa c’entra questo con le “canzonette”? Niente ma anche una piccola canzone e un piccolo artista sono la nostra storia. Quella più vera. “ Piccoli fuochi, noi siamo zingari di periferia, i nostri son giochi, che durano poco, e la notte se li porta via.” Oltre Mango, l'altro autore della canzone è Lucio Dalla.

Copertina 45 giri

33-Radici (1972) Francesco Guccini (Modena 1940) Ecco una canzone che sto ancora cercando di capire, troppi concetti estranei alla mia esperienza.  Per uno come me che già da neonato ha lasciato la sua terra d’origine, non esiste un solo luogo del cuore. Nella mia memoria ci sono momenti e persone,  paesi e città, che sono la mia storia. Se sono tornato in Sardegna è solo perché, durante una vacanza, ho conosciuto una ragazza che poi è diventata la mia compagna per tutta la vita. In lei ho trovato le mie radici. “ La casa è come un punto di memoria, le tue radici danno la saggezza, e proprio questa è forse la risposta,  e provi un grande senso di dolcezza.”

Copertina Album

34-E ti vengo a cercare (1988) Franco Battiato (Jonia,Catania. 1945) Si può fare filosofia con una canzone? Bisognerebbe chiederlo ai pastori sardi di una volta, quelli che passavano lunghi giorni lontano dal paese, dalla famiglia e dagli amici. Avere davanti solo la montagna come immagine della propria solitudine. “ E ti vengo a cercare, con la scusa di doverti parlare, perché mi piace quel che pensi e che dici.

Copertina album Fisiognomica dove è contenuto il brano E ti vengo a cercare

35-Piazza grande (1972) Lucio Dalla (Bologna 1943- Montreux 2012) Presentata al festival di Sanremo, passò quasi inosservata (8° posto) a dimostrazione che quelle giurie sono molto esperte in lana caprina ed altri prodotti. “ A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io, a modo mio avrei bisogno di sognare anch’io. “  Coautore: Ron (Rosalino Cellamare 1953)

Copertina 45 giri

36-Mi sono innamorato di te (1962) Luigi Tenco (Cassine 938- Sanremo 1967) Oggi può sembrare banale ma nel 1962 cantare “ Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare” era semplicemente rivoluzionario. Se un giorno qualcuno vorrà scrivere una storia ragionata della musica leggera italiana non potrà prescindere da Luigi Tenco.

37-Nelle mie notti (1974) Sergio Endrigo (Pola 1933- Roma 2005) Questo brano ha dato origine ad un lungo processo per plagio in quanto il musicista Luis Bacalov (1937-2013, amico e collaboratore di Endrigo) vinse il premio Oscar per la colonna sonora del film Il postino (1994) con Massimo Troisi (1953-1994). Ad Endrigo è stata riconosciuta  una specie di co-paternità. “ Ma come il mare ascolta il vento, nelle tue mani mi lascerei andare. “

38-Eskimo (1978) Francesco Guccini. Un vero manifesto per quelli della mia generazione e dintorni. Se non l’avesse scritto Guccini (il testo) l’avrei scritto io. Con una differenza: lui era di Bologna, io di Brescia. “ Ma avevo la rivolta tra le dita, di soldi in tasca niente e tu lo sai, e mi pagavi il cinema stupita, e non ti era toccato farlo mai!”

Copertina album Amerigo contenente Eskimo

39- Per amore mio (Ultimi giorni di Sancho P. 1991) Roberto Vecchioni (Carate Brianza 1943) Canzone dedicata a Sancho Panza scudiero di Don Chisciotte, personaggio forse più poetico, che seguiva fedelmente il suo padrone. Gli ultimi due sognatori poi sono scomparsi insieme ai mulini a vento e ai sogni. “ Ho combattuto il cuore dei mulini a vento, insieme ad un vecchio pazzo che si crede me, ho amato Dulcinea insieme ad altri cento, ho cantato per lei ma perché?”

Copertina album

40-La città vecchia (1965) Fabrizio De Andrè (Genova 1940- Milano 1999) Chi ha visto Genova in quegli anni ritrova in questa canzone i personaggi e le atmosfere. Ricordo che una volta (avevo dodici anni)  nell’attesa di prendere il traghetto per la Sardegna, mio padre ebbe l’ardire di farci fare una passeggiata in via Prè, la parte alta, vicino alla stazione Principe. Una prostituta arpionò mio padre cercando di portarlo dentro il portone, ma mia madre lo prese per l’altro braccio e cominciò a tirare in senso contrario: anche mio fratello (dieci anni) si mise a tirare. Io che portavo in braccio mia sorella (tre anni) non sapevo cosa fare. La scena durò pochi secondi poi la donna mollò la presa mentre mia madre, arrabbiata col marito, urlava: -Portaci via da qui!- “ Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone, forse quella che sola ti può dare una lezione, quella che di giorno chiami specie di troia, quella che di notte stabilisce il prezzo alla tua gioia. Tu la cercherai, tu la invocherai  più di un notte, ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette, quando incasserai dilapiderai mezza pensione, per sentirti dire “Micio bello e bamboccione.”

Copertina 45 giri

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