Città d'Italia: Brescia
di Leo Spanu
Su Brescia non avrei altro da aggiungere, ho scritto diversi articoli (pubblicati su questo blog) e un romanzo (A Brescia non c'è la nebbia). Posso solo dire, e per molti sarà una sorpresa, che Brescia è anche una città d'arte.
P.S.
In questo nuovo mondo costruito o in costruzione da parte di nuovo e imprevisto creatore (coronavirus) ci son aspetti che fino a ieri nessuno avrebbe mai preso in considerazione.
Strade deserte e silenziose, un cielo così pulito che sembra dipinto: eppure questa è sempre stata una stagione incerta, un periodo di nebbia, anzi di smog per le città inquinate.
La Brescia della mia gioventù era una città che si nascondeva. Oggi non so che tempo fa, qui da noi piove ma non c'è nessuna tristezza, le stagioni riprendono le loro antiche abitudini, come è giusto che sia.
Forse è ora di smetterla con le previsioni, tutte le previsioni, quelle sul tempo, quelle sulla pandemia, quelle su come sarà la nostra vita di domani. Non ne azzeccano mai una e sanno solo farti venire il malumore.
Quando ho scritto che a Brescia non c'è la nebbia non raccontavo solo di un periodo delle mia vita ma di come potremmo essere se avessimo il coraggio e la capacità di guardare oltre la punta del nostro naso. Oggi Brescia soffre e forse tra le persone che se ne sono andate in silenzio, ci sono amici di ieri, persone che ho conosciuto o che ho incontrato per un attimo. C'è anche una piccola parte di me, forse la migliore, quando sapevo vedere i colori nascosti dietro la nebbia.
Chiesa di san Pietro in Castello (chiesa dei santi Pietro e Paolo o chiesa di san Pietro in Oliveto): chiostro (1910 ca.) XII secolo, rimaneggiata nel XV secolo.
Su Brescia non avrei altro da aggiungere, ho scritto diversi articoli (pubblicati su questo blog) e un romanzo (A Brescia non c'è la nebbia). Posso solo dire, e per molti sarà una sorpresa, che Brescia è anche una città d'arte.
P.S.
In questo nuovo mondo costruito o in costruzione da parte di nuovo e imprevisto creatore (coronavirus) ci son aspetti che fino a ieri nessuno avrebbe mai preso in considerazione.
Strade deserte e silenziose, un cielo così pulito che sembra dipinto: eppure questa è sempre stata una stagione incerta, un periodo di nebbia, anzi di smog per le città inquinate.
La Brescia della mia gioventù era una città che si nascondeva. Oggi non so che tempo fa, qui da noi piove ma non c'è nessuna tristezza, le stagioni riprendono le loro antiche abitudini, come è giusto che sia.
Forse è ora di smetterla con le previsioni, tutte le previsioni, quelle sul tempo, quelle sulla pandemia, quelle su come sarà la nostra vita di domani. Non ne azzeccano mai una e sanno solo farti venire il malumore.
Quando ho scritto che a Brescia non c'è la nebbia non raccontavo solo di un periodo delle mia vita ma di come potremmo essere se avessimo il coraggio e la capacità di guardare oltre la punta del nostro naso. Oggi Brescia soffre e forse tra le persone che se ne sono andate in silenzio, ci sono amici di ieri, persone che ho conosciuto o che ho incontrato per un attimo. C'è anche una piccola parte di me, forse la migliore, quando sapevo vedere i colori nascosti dietro la nebbia.
Piazza Duomo, ora piazza Paolo VI (1950 ca.). Duomo Nuovo o cattedrale di santa Maria Assunta. XVII secolo. Duomo Vecchio. XI secolo, rotonda in stile romanico: all'interno una cripta e tele del Moretto e del Romanino. Sullo sfondo il palazzo del Broletto, (sede di uffici comunali) del XII secolo e la torre del Pegol (torre del popolo) XII-XIII secolo
Duomo e torre: notturno (1950 ca.)
Il tempio della Beata Vergine dei Miracoli (1900 ca.) Fine XV secolo
Chiesa di san Francesco: chiostro (1950 ca.) XIII secolo. All'interno affreschi del Moretto e del Romanino.
Chiesa di san Pietro in Castello (chiesa dei santi Pietro e Paolo o chiesa di san Pietro in Oliveto): chiostro (1910 ca.) XII secolo, rimaneggiata nel XV secolo.
Piazza della Loggia (1950 ca,) Il palazzo della Loggia è una struttura rinascimentale risalente al XVI secolo. Nella costruzione sono intervenuti architetti come Jacopo Sansovino e Andrea Palladio.
Piazza della Vittoria (1935-40) ca.) Costruita nel 1932 su progetto di Marcello Piacentini, è un tipico esempio di architettura del ventennio fascista. Per fare posto alla piazza e ai palazzi, fu demolito l'antico centro storico di origine medievale. Fu demolita anche la chiesetta romanica di sant'Ambrogio. Alcuni elementi, tipo la fontana con la statua del "Bigio", sono stati rimossi nel dopoguerra.
Il grattacielo: notturno (1935-40 ca. )
Palazzo delle poste (1935-40 ca.)
Corso Zanardelli (1950 ca.) Uno dei salotti della città. A sinistra, sotto i portici, l'ingresso del Teatro Grande.
Piazzale Cesare Battisti (1950 ca.)
Via san Faustino (1950 ca.) La via collega piazzale Cesare Battisti con piazza della Loggia e delimita, ad est, il quartiere del Carmine.La chiesa di san Faustino e Giovita, del XII secolo, costruita su una precedente del IX secolo è probabilmente la più antica della città. Questa cartolina è anche la copertina del mio libro.
Il Castello (1910 ca.) Sul castello di Brescia ho scritto un articolo pubblicato su questo blog il 19 febbraio 2016 (quasi quasi lo ripropongo).
1920 ca.
1950 ca.
Area monumentale del Foro Romano (1950 ca.) Comprende il santuario repubblicano, il Capitolium, il teatro romano.
La Vittoria alata (1950 ca. I° secolo d.C. Attualmente si trova nel museo di Santa Giulia. E' un simbolo della città di Brescia, forse un portafortuna. Chissà, magari domani si torna a volare.
Torre della Pallata (1960 ca.) XIII secolo.
Monumento a Arnaldo da Brescia (1950 ca.)
Case INCIS (1950 ca) Questa cartolina l'ho messa perchè è il palazzo dove abitavo ed è "protagonista" del mio romanzo .
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