Piccole lezioni d'italiano (4/10): Le figure retoriche

di Leo Spanu

Appartengono al linguaggio figurato e rappresentano oltre al significato delle parole anche le emozioni.
Apostrofe. ( dal greco: volgere altrove) Consiste nel rivolgere improvvisamente il discorso a qualcuno ( presente o assente).
Tempi moderni. Ehi tu! Cosa fai con le mani intorno al collo di tua moglie? La sto strangolando! Allora mettiti i guanti.
Deprecazione. E’ una preghiera a Dio. Con richiesta.
Da Carlo Porta ( sempre versione italiana). Mentre trovasi incomodata una signora da fortissimi dolori l'autore fece la seguente PREGHIERA:
Oh Maria che nel ventre,/ in virtù del piccione,/  per nove mesi ci avete avuto dentro/  Gesù Cristo come in prigione,/  e che infine è venuto fuori/  lasciando vergine la parpagliola; / fate in maniera che possa/  anche questa donna travagliata/ con due staia o tre di mosse ( di corpo)/ dai dolori essere liberata,/ ma però che non ci sia/  bruciore all'ano, e così sia.
Epifonema ( dal greco: esclamazione). E’ una sentenza o una considerazione finale di un discorso.
Cari amici, parenti, compagni, vicini e lontani; venditori di telefoni, pannoloni, macchine usate, consumatori di caffè e di preservativi; autori di selfie, canzoni, poesie e pernacchie; politici corrotti, tromboni, trombati, in attesa di poltrone, divani e seggiolini; popolo di dipendenti televisivi, di dipendenti statali al bar, al tennis, al lavoro da una altra parte; precari, disoccupati, occupati a farsi i fatti propri; nonne, zie, cognati e agognati, cugini e cucine pensili; malati mente e malati di culo, medici obiettori di coscienza; a tutti voi mi rivolgo per  una mia ultima considerazione sul quel lungo discorso che è stata la mia vita e a tutti voi rivolgo un sentito augurio: vedete di andare  a……
Esclamazione. Simile all’epifonema ( la più usata nei nostri tempi da uomini, donne, presentatori televisivi  e sedicenti comici  è : oh cazzo! Chissà perchè fa sempre scompisciare dal ridere.)
Imprecazione. Differisce dall’esclamazione perché aggiunge maledizioni e auguri di recarsi un posti bui e tristi. Non credo servano esempi.
Interrogazione. Non è quella classica, scolastica, quella che ha fatto morire di paura milioni di studenti. Qui non si pretende una risposta perché è implicita nella domanda. In realtà si chiede una conferma della nostra opinione.
Prosopopea. ( dal greco: rappresentazione del volto) Introduce a parlare di persone lontane o morte. Se poi il discorso si riferisce a concetti astratti si ha la personificazione. Prosopopea  ha anche il significato di un atteggiamento di una presuntuosa e spesso ridicola importanza.
Il presidente D'Alema ne è la più famosa espressione
Raddoppiamento e ripetizione. Consistono nel ripeter più volte qualche parola. Famoso il “Resistere, resistere, resistere” del Procuratore di Milano Borrelli contro il governo (?)
Reticenza. E’ una forma, improvvisa, di omertà. Nel secondo film de “ I mostri” un mafioso “viene sparato”. Un maresciallo dei carabinieri si avvicina al morente e gli chiede:-  Dimmi chi ti ha sparato? – L’uomo si guarda intorno e con l’ultimo filo di voce esclama:-  A mia spararono? Quando mai.- Subito dopo muore.
Gradazione. E’ un procedimento per il quale un concetto viene espresso sempre più intensamente. Una specie di crescendo rossiniano.
-Te lo già detto non  una  ma due, tre, dieci, cento. mille volte. Roma è mia.- ( Romolo a Remo. Il seguito  lo sapete).
Ipotiposi. ( dal greco: raffigurazione). Consiste nel descrivere un fatto con poche  parole e in modo di farci credere che quel fatto si svolga innanzi a noi. Come i maghi televisivi che fanno sparire le carte davanti ai nostri occhi. Un pò anche certi banchieri che hanno fatto sparire i risparmi dei loro clienti.
Antitesi. ( dal greco: contrapposizione) Mette in contrasto due concetti a volte diversi, a volte uguali, a volte inutili come il dibattito svoltosi nel partito democratico. Lì si sono dimenticati della sintesi e infatti c’è stata la scissione.
Sempre  Carlo Porta ci viene in aiuto coi suoi illuminanti esempi.
Due ragazzine, nell'età che gli prude la passerina malgrado fossero ancora vergini, discutevano, nell'attesa di prender sonno, sulla forma  e il gusto di uno noto strumento di piacere. Una puntava per il corto e grosso, l'altra preferiva il lungo e sottile fino a quando la madre, nella stanza accanto, stufa di tante chiacchiere " si mette a sbraitare a tutta voce: Cosa sanno loro? Duro, e che duri, e silenzio smorfiosette."
Perifrasi. ( dal greco: circonlocuzione) Consiste in un giro di parole usato per indicare un concetto che potrebbe essere espresso con una sola parola. Es: il re della foresta ( il leone).
Preterizione. (il passar sotto silenzio) Si ha quando si finge di non voler dire ciò che effettivamente poi si dice. Es: non ti dirò mai che sei un cretino...

Coss'evela la manna che el Signor

Cos'era la manna che il Signore
faceva piovere dal cielo per i suoi Ebrei?
Era un certo composto di ogni sapore
fatto a bocconi press'a poco come i tortelli.

Questi sapori si collocavano da soli
nelle bocche a misura delle loro idee,
volevano fegatelli...? arrosto...? cavolfiore...?
mangiavano cavolfiore, arrosto, fegatelli.

Pure hanno avuto la faccia tosta queste canaglie
da dire a nostro Signore che ne erano sazi,
e lui, più che buono. manda loro delle quaglie.

Se ero io il Signore: corpo di bacco!
gli volevo far piovere sul mostaccio
una manna di stronzi lunghi quattro braccia.


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