Raffaello in "particolare"
Raffaello in
“particolare”
di Leo Spanu
Abbiamo la brutta abitudine di guardare le opere d’arte
nella loro interezza. Non è un’accusa: a volte sono così straordinarie che
rimaniamo incantati e stupiti come bambini sorpresi da un giocattolo nuovo. A
volte è la fretta; nei museo tocca andare a passo di corsa, perché spesso il
tempo è limitato. Altre volte è la nostra pigrizia mentale: tanti capolavori,
uno a fianco all’altro, finiscono con l’offuscare la nostra sensibilità. Così
non riesci neppure a goderteli certi capolavori. E’ come bere in pochi minuti
un vino d’annata, magari un Brunello di Montalcino. Per gustarlo bisogna
sentirne il profumo, farlo ondeggiare davanti alla luce per coglierne i colori,
bisogna berlo a piccoli sorsi assaporandone i sapori con la bocca e con la
mente e, tra un sorso e l’altro, lasciare liberi i pensieri e far viaggiare la
fantasia. Così, davanti a certi quadri, dopo una veduta d’assieme, bisogna
sedersi e cominciare a leggere i particolari come momenti di una storia. Una
storia coi suoi personaggi e le loro emozioni e il paesaggio sullo sfondo. Un
racconto fatto di immagini e di colori. I primi affreschi avevano spesso una funzione didattica: raccontare al popolo perlopiù analfabeta
la storia di Gesù e le cronache delle Sacre Scritture. Dove non potevano le
parole scritte, arrivavano le parole lette e cantate e le parole dipinte. Così l'informazione diventò arte e poesia.
Raffaello Sanzio (1483-1520) probabilmente e il più grande
pittore di tutti i tempi, le sue opere universalmente note. Proviamo a
guardarle in maniera diversa; forse scopriremo tesori che ci erano sfuggiti.
La Fornarina. 1518-1519
Dama col liocorno. 1505-1506
Madonna col Bambino e i santi Girolamo e Francesco. 1501-1502
Madonna della seggiola. 1513-1514
Santa Caterina d'Alessandria. 1508
Gli ultimi due quadri rappresentano due momenti della vita e della morte di Cristo.
Nella Pietà di Michelangelo la figura della madre che piange il figlio morto ha
qualcosa di divino perchè Maria è giovane come Gesù. Lei è davvero la Madonna.
In Raffaello invece Maria è più umana. Nel primo dipinto sembra lanciarsi verso Gesù,
a stento trattenuta dalle altre donne. Vuole aiutare quel suo figlio sofferente,
portare almeno in parte il peso della sua croce. C'è in lei un dolore vivo,
è una madre che soffre mentre il cielo è lontano. Nel secondo dipinto tutto ormai accaduto. Maria ha perso i sensi,
il suo volto è girato dal lato opposto, gli occhi sono chiusi.
Le donne la sorreggono, forse la accarezzano. Non è più la Madonna o forse si.
Forse è la Madre di tutte le madri.
Spasimo di Sicilia (Andata al Calvario). 1515-1516
Trasporto del Cristo morto. 1507
BIBLIOGRAFIA
Raffaello. Grazia e bellezza. Skira 2001
Raffaello.Electa 2006
Raffaello e la sua scuola. A cura di Ippolita di Maio. E-education.it 2007
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