Le chiese di Sorso (R)
di Leo Spanu
Quante e quali sono le chiese nel
territorio di Sorso? E' una domanda che potrebbe mettere in
difficoltà più di un nostro concittadino ma proviamo a farne
l'inventario partendo dalla più importante.
Chiesa parrocchiale
di San Pantaleo Martire. Costruita nel 1836 dal frate architetto
Antonio Cano (1), in stile neoclassico, su una precedente costruzione
romanico-pisana del XIV secolo di cui non rimangono testimonianze.
Nella facciata si aprono tre porte e cinque nicchie con statue. E'
dominata da una cupola emisferica (la zimbonia) e da altre cinque
minori. L'interno è a tre navate con statue in stucco. Il progetto
originale prevedeva due campanili ma l'opera non fu completata per la
morte del Cano, nel 1840, precipitato dai ponteggi della costruenda
Cattedrale di Nuoro. Sarebbe interessante sapere se la demolizione
del vecchio edificio fu radicale o se invece rimangono ancora delle
strutture. Magari la tomba di Barisone(2) come si favoleggia in varie
cronache del 1800. Attiguo alla chiesa c'era il cimitero.
Chiesa di san Pantaleo 19110 ca.
L'altra
parrocchia, di recente costruzione su progetto dell'architetto
Salvatore Fois, è Santa
Monica che
presenta una facciata a capanna. All'interno interessanti opere di
Marco Silecchia, tra cui un crocifisso con il Cristo che sorride,
caso più unico che raro.
Di rilievo la chiesa di Santa Croce
del XV secolo. La facciata che termina con un timpano e un campanile
a vela, presenta un portale ad arco acuto, di buona fattura, decorato
in stile gotico-catalano. L'interno è ad una navata con cappelle
laterali. E' stata restaurata in tempi recenti e, mentre l'interno è
gradevole, l'esterno è discutibile e mostra gravi segni di degrado.
Di valore un crocifisso ligneo, anch'esso restaurato. L'omonima
confraternita celebrava i riti della settimana santa.
Chiesa dei
Cappuccini o della Madonna di Noli Me Tollere. Si tratta di un edificio del XVII secolo ad unica
navata con volta a botte. Ristrutturata in tempi moderni, la facciata
è stata rivestita con lastre di marmo scuro e travertino. Vi è
annesso un convento.
Chiesa dei Cappuccini 1900 ca.
Chiesa della Madonna d'Itria o Convento.
Del XVII secolo, ha la facciata, con portico, scompartita da lesene.
All'interno, a navata unica con due cappelle laterali, un crocifisso
del Seicento e una tavola, opera di scuola spagnola del XVII secolo.
L'ex convento collegato è attualmente sede del Municipio. A fianco
il secondo cimitero cittadino.
Chiesa di Sant'Anna. E' una
piccola costruzione del XVII secolo senza pregi architettonici.
All'interno, ad una navata, un altare in legno dorato di gusto
barocco. Restaurato qualche anno fa, è stato letteralmente gettato
in un angolo e rischia di rovinarsi definitivamente. Cosa si aspetta
a ricollocarlo al suo posto?
Con queste chiese abbiamo completato il
centro urbano. Adesso facciamoci una passeggiata per le campagne.
Iniziamo dalla Cappella della Madonna di Noli Me Tollere
costruita nel 1949 in
località Preddugnanu. E' singolare che il culto mariano, molto
sentito dalla comunità sorsense, abbia prodotto solo quest a modesta
cappelletta priva di qualsiasi attrattiva. Eppure, nella località
dov'è apparsa la Madonna, si dovrebbero investire più mezzi . Altre
città, per avvenimenti religiosi meno significativi e di minore
importanza, hanno prestato più attenzione alla loro storia.
Ma
continuiamo il nostro viaggio fino alla chiesa di San
Michele di Plaiano ( Santu Miali de li Plani) in località
Buddi-Buddi. Molti sono convinti che questo bel esempio di
costruzione romanica appartenga al comune di Sassari ma è un errore
diffuso. La chiesa fu costruita in due tempi nel XI secolo, con
impronta romanico-lombarda, come appare dalle monofore a gradoni e
dagli archetti e nel XII secolo con derivazioni pisano-lucchesi come
risulta dalla facciata. Il portale è lunettato. L'interno, ad unica
navata, presenta una copertura in legno a capriate. Nelle vicinanze
ci sono i ruderi dell'abbazia che fu prima dei Camaldolesi poi dei
Vallombrani.
Chiesa di san Michele 1930 ca.
In località Funtana Niedda c'è una
bella chiesa in stile barocco, San
Pasquale di Baylon. Costruita nel 1780 dai Gesuiti
presenta una facciata con timpano e campanile a vela. All'interno, ad
unica navata coperta con travi in legno, una statua di buona fattura
del santo. In località Tanica sono ben due le chiese campestri.
Chiesa di san Pasquale
La
chiesa di San Giacomo è
stata costruita nel XIV secolo in stile gotico con
conci di arenaria. La facciata è decorata da archetti inclusi in
archi acuti e presenta un portale con un'architrave in trachite rossa
e una finestra gotica. Sull'abside e sui fianchi si aprono grandi
monofore. L'interno è ad una navata con copertura a capriate nella
navata e volta a crociera nell'abside.
Chiesa di san Giacomo
La chiesa di Santa Maria,
di fronte a quella di
San Giacomo, è invece del XII secolo ma è stata
interamente ricostruita nel XVIII. La facciata settecentesca presenta
un timpano ricurvo, un oculo e un campaniletto a vela. La nostra
ricerca potrebbe fermarsi qui ma ci sono rovine e memorie di altre
chiese.
Chiesa di santa Maria
Nel villaggio medievale di Geritu sono visibili i resti della
chiesa di Sant'Andrea. Costruita nel XIV secolo era a pianta a
croce commissa ad unica navata con abside quadrata. Parte del
materiale di questa chiesa che fino al 1800 era ancora quasi integra,
fu utilizzato dall'architetto Antonio Cano che la demolì per
costruire San Pantaleo.
Anche la chiesa di Sant'Agostino
demolita nel 1835 per liberare la piazza, fu sfruttata a scopi
edificatori con il materiale recuperato. A proposito della chiesa di
Sant'Agostino è giunto il momento di cancellare una leggenda
metropolitana che identifica la chiesa con l'abitazione dei
Fiorentino. La planimetria sottostante ci mostra la posizione e la
forma dell'edificio. Anche qui, purtroppo, non si hanno documenti
sufficienti per conoscerne le caratteristiche. Con la scomparsa
della chiesa si sono perse anche le attività collegate come il
palio, una delle manifestazioni ippiche più importanti dell'epoca in
Sardegna.
I resti della chiesa di San Pietro di Oceri si
trovano in località Perdasdefogu a breve distanza dal rio.
Nelle cronache viene citata anche la
chiesa di Santa Filitica, nell'omonima villa romana, come
esempio di costruzione bizantina ma sono pochi gli elementi che
confermano l'esistenza di questo luogo di culto. Fra le chiese citate
dal Dizionario Angius-Casalis vi sono anche le chiese campestri di
San Paolo (loc. Perdasdefogu), San Quirico (loc. Gerito), Santa
Barbara (loc. Gerito), San Biagio (loc. Gerito) e San Cristoforo
(loc. Taniga). Solo l' ultima esisteva ancora all'epoca, le altre
erano già scomparse.
Note
1) Il frate architetto, nonché pittore
e scultore, Antonio Cano era famoso ai suoi tempi per quanto ha
costruito. Infatti ha lavorato a Sassari (chiesa di Santa Maria e
altre) a Macomer, oltre che a Sorso e a Nuoro. Si è occupato anche
del restauro del Duomo di Sassari. Ma non scherzava neppure come
distruttore. A Porto Torres nel 1819, incaricato di eseguire degli
scavi archeologici, provocò danni incalcolabili con la sua
incompetenza. Infatti l'architetto Cano era anche un esperto in
esplosivi il cui uso, come tutti sanno, è ideale per conservare le
memorie. Secondo il Lamarmora (3), la morte del frate architetto è
la giusta punizione divina per i danni provocati. Se davvero il
Padreterno si interessa di edilizia allora l'inferno è pieno di
ingegneri, architetti e sopratutto geometri.
2) Si tratta di Barisone III, re di
Torres (1221-1235) che sarebbe stato ucciso a Sorso durante una
rivolta popolare
3) Alberto Ferrero de La Marmora
(1789-1862). Generale piemontese, commissario per la Sardegna, autore
del Voyage en Sardaigne.
Bibliografia
Le chiese nel verde. A cura
dell'Amministrazione Provinciale di Sassari. Amilcare Pizzi Editore
1988
Architettura romanica dalla metà del
Mille al primo 300. A cura di Roberto Coroneo. Banco di
Sardegna, Edizioni Ilisso Nuoro
1993.
Gian Paolo Ortu. Sorso. Storia e fede
di un borgo di Romangia. Carlo Delfino editore. Sassari 2004
Andrea Pilo. La zimbonia di Santu
Pantaleo. EDES Sassari 2000
Francesco Cesare Casula. Dizionario
Storico Sardo. Unione Sarda-Carlo Delfino editore. Sassari
2006
Pubblicato sul Corriere Turritano nr. 7
del 1 aprile 2012
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