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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

A Brescia non c'è la nebbia. Cap. 10

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Capitolo 10°           Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo Il film   Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (1963), un capolavoro della commedia americana, fu presentato in prima visone nel cinema Crocera, in corso Zanardelli e Leo preferì andare da solo a guardarlo per non essere disturbato dagli amici. Quasi tre ore di divertimento puro e quando Leo uscì dalla sala aveva le lacrime agli occhi per le risate e gli faceva pure male la pancia. In quell’occasione capì l’espressione “ pisciarsi dalle risate” perché c’era andato molto vicino. Tornò a rivederlo   il giorno dopo, di domenica, perché si era reso conto di aver perso troppo scene per le continue risate sue e   altrui. A pensarci bene aveva visto più di una persona alzarsi e uscire tenendosi la pancia e non doveva essere stato il solo a necessitare di una seconda visione. Quell’anno, il 1963, era stato un anno molto strano, pieno di avvenimenti importanti   e anche con momenti poco allegri. Non che Leo fosse molto a

A Brescia non c'è la nebbia. Cap. 9

Capitolo 9°        Cronache liceali Il liceo scientifico Annibale Calini era organizzato come un sistema militare. Ad ogni mancanza seguiva la punizione, guai ad entrare in quella logica o meglio in quel girone infernale perché non esisteva nessuna pietà per gli studenti “sbagliati”. La strada scendeva precipitosamente e alla fine, come traguardo,   c’era la bocciatura   e praticamente l’uscita   o meglio l’espulsione da quella scuola. La classe dirigente doveva difendere il suo potere quindi la selezione era spietata.  Quando il signor Sanna volle iscrivere il figlio a quel prestigioso istituto lo fece per il più semplice dei motivi: lui che aveva preso la terza media da militare sognava un figlio laureato e all’epoca solo i due licei permettevano l’accesso all’università. Leo aveva un buon curriculum scolastico, le tasse pagate per il profitto perché non credere che il figlio di un modesto lavoratore potesse aspirare ad una posizione migliore nella società? In realtà solo l

I disegni: Van Gogh

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di Leo Spanu Vincent Van Gogh (Paesi Bassi, 1853-1890) Il giardino della casa parrocchiale (1881) Otterlo, Rijkmuseum Donna che cuce (1881) Otterlo Ragazza che rastrella (1881) Utrecht, Centraal Museum Sorrow (1882) USA Figura di donna chinata (1882) Otterlo Ragazza con scialle (1882-1883) Amsterdam, Rijkmuseum Mensa dei poveri: distribuzione della minestra (1883) Amsterdam Donna con carriola (1883) Sentiero con pioppi (1884)  Amsterdam Betulle spuntate (1884) Amsterdam Testa di contadina (1885) Amsterdam Nudo di donna (1886)  Amsterdam Frutteto provenzale (1888) Amsterdam Riva del Rodano (1888) Rotterdam Chiatte di sabbia sul Rodano (1888) New York

A Brescia non c'è la nebbia. Cap. 8

Capitolo 8     Picnic sul monte Maddalena Quel lunedì dell’Angelo del 1965 fu un giorno diverso da sempre, importante per gli effetti ed anche unico. Ma andiamo con ordine: a Leo non erano mai interessate le feste comandate con tutti gli assurdi e stupidi riti collettivi, anzi le odiava profondamente, figuriamoci poi la pasquetta ma aveva bisogno di staccare almeno un giorno, di liberare la mente dalla fatica. La bocciatura dell’anno scolastico precedente aveva fatto saltare in aria il mondo, tutto il suo mondo. E’ vero, il suo rendimento scolastico non era stato tra i più brillanti, ma la sentenza dei professori, obbligati sicuramente dal preside, universalmente noto come “ La Carogna” per la sua abitudine di interferire, sempre negativamente, sul loro giudizio, era stata ingiusta e immotivata. La condotta, buona o cattiva, era il vangelo del Signor Preside, pronunciato al maiuscolo da docenti e personale della scuola. Erano molti gli studenti caduti sotto la mannaia di un si

A Brescia non c'è la nebbia. Cap.7

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Cap. 7                     Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte La famiglia Sanna rimase poco nella scomoda e piccola abitazione di via Milano.  Dopo pochi mesi si liberò un appartamento nel palazzo INCIS, all’inizio di via Vittorio Veneto, proprio di fronte al Campo di Marte, una vasta area verde di oltre 30.000 quadri di superficie, di proprietà dell’esercito.  Scala 4°, terzo piano, la nuova abitazione era   molto comoda   per le sue dimensioni. Quattro camere più servizi:   un grande ingresso collegato con una stanza, la più grande, destinata a diventare salotto con una finestra che dava sulla strada, a destra un grande sgabuzzino con finestrone sulla scala interna. Fu aggiunto un letto e quella divenne la camera preferita   di Leo che la utilizzava non solo per dormire (era un gran dormiglione quando possibile) ma per leggere,   pensare e rimanere solo.  Lo chiamava   il mio pensatoio, un angolo dove isolarsi . Infatti bastavano due porte a chiudere fuori il r