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Brescia e dintorni 11

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 di Leo Spanu Da " I ragazzi delle case INCIS" (EDES 2012) 12 ottobre 1958. " Il viaggio fu lungo e noioso. Presto calò la notte e anche la campagna  che correva fuori dal finestrino divenne una tela nera con qualche luce ogni tanto a illuminare case isolate, strade di campagne, filari di alberi, piccoli paesi che apparivano e sparivano come fantasmi. Quella notte il treno era un'illusione che fuggiva via. Quando arrivarono a Brescia Leandro era troppo stanco per pensare. (...) Leandro si guardò intorno, in fondo al viale una grande fontana luminosa sembrava dargli il benvenuto. (...)  Leandro studiava la nuova città così ricca di luci, di rumori, di macchine. Così diversa da Treviso. Brescia Aldo Coen. Chiesa della Pace: cupola Franco Castellini. Contrada S.Urbano Armanda Medani. Tempio Capitolino Lorenzo Guidozzi. Tempio Capitolino Marco Seminario. Città vecchia, quartiere Carmine Maria Luisa Stefanini. Piazza della Vittoria, particolare Teatro Grande Tempio Capito...

Ieri Siria, oggi Palestina

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 di Leo Spanu Tammam Azzam ( Siria 1979) è un artista che, attraverso le sue opere, ha raccontato il suo paese, da anni martoriato dalla guerra. Guardando quelle immagini c'è da chiedersi cosa c'è di diverso da altri paesi sfortunati che da sempre vivono in un inferno regalato dai potenti della Terra. Sarebbe lungo l'elenco dei paesi prima e dopo la Siria, paesi dove la parola pace non è mai stata scritta: i signori della guerra, che sorridono alla lettura dei bilanci delle loro aziende sempre più attive,  trovano continuamente capi di stati e di governo complici per mantenere vivo il loro mercato di morte. Cosa importa se uomini, donne e bambini devono morire senza sapere perchè: oggi è la Palestina a pagare il conto. Domani, quando questa storia sarà finita e nuove città ultramoderne saranno costruite sulle fosse comuni, troveremo altri stati, poveri e indifesi, dove esportare la nostra civiltà. Statua della Libertà Follia Lettera dalla Siria  Io sono siriano L'aquilo...

Le 500 canzoni più belle. 201-300

di Leo Spanu La terza puntata di questa scalcagnata classifica sta lentamene volgendo verso la follia. Non riesco a trovare le ragioni per cui una canzone deve essere più bella di un'altra. Ci sono canzoni che sembrano ascensori, salgono e scendono in base all''umore e al momento dell'ascolto. Forse la musica, la poesia e la vita sono come l'abito di Arlecchino, tanti pezzi di stoffa colorata messi insieme a casaccio ma pieni di allegria. Lo so, sto facendo filosofia spicciola o peggio e, come diceva il poeta ( Montale  mi perdoni) il mio è solo un " Cazzeggiare pallido e assorto/ davanti ad bicchiere colmo di Porto" . Peccato che io sia quasi astemio e , in ogni caso, preferisco un bicchiere di Brunello di Montalcino (semel in anno) 201) L'amore quanto vale (1984) Rosanna Ruffini. " Forse l'amore è un poeta, forse un assassino/ è un amico che non scappa con il tuo bottino/ come Romeo ti fa su e giù da una finestra aperta/ forse è una rendit...

Ladri di francobolli

 di Leo Spanu Non ho mai avuto nessun interesse a sapere chi ha ucciso l'Uomo Ragno, senz'altro è un benemerito dell'umanità, ma sarei curioso di conoscere colui che si è rubato i francobolli. Veniamo alla storia. Ho scritto un lettera (era da molto che non lo facevo) per dire grazie ad una persona gentile (lo so, non è più di moda) e al momento della spedizione della medesima (la lettera)  mi sono ritrovato stupito e basito come Cristoforo Colombo quando ha saputo di non aver scoperto l'America ma di essere finito in un villaggio turistico con l'antenato di Fiorello che faceva (come oggi) giochi scemi. Stupito e basito perchè nessuno mi aveva ancora detto che sono talmente vecchio da appartenere a un'epoca precedente ai francobolli, quando si comunicava con i segnali di fumo. Mi hanno spiegato che oggi bisogna prenotarsi all'ufficio postale dove una solerte impiegata provvederà alla bisogna, cioè spedirà la mia lettera. Ho qualche perplessità: siccome ai mi...

Favola triste

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 di Leo Spanu Le opere sono dell'artista coreana Grace Eushin Kim, io mi sono limitato a tradurle in italiano. Il bambino si chiamava Esso, ma non perchè sapeva di benzina ma perchè tra i migranti con la questione che stanno sempre fuggendo da guerre, fame e carestie, non hanno il tempo di  dare un nome ai figli, al limite li numerano quando muoiono nel deserto o in mare. Ma Esso era fortunato perchè veniva dall'oriente e non dall'Africa dove le possibilità di morire prima del tempo sono maggiori. In realtà Esso era nato come Gesù Bambino, tutti i bambini nascono come Gesù quando nei dintorni non c'è nessun Erode a caccia di innocenti. Nella casa, la sua famiglia non stava male economicamente, c'era pure l'asino oltre al gatto. Il bue invece stava insieme ai trattori a marciare su Roma. Quando i genitori decisero di battezzare Esso così finalmente gli avrebbero dato un nome vero, in medio oriente c'erano venti di guerra, i cristiani erano visti male e c'...

Ho visto cose che voi umani...

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 di Leo Spanu Ho già pubblicato opere del fotografo polacco Darius Klimczak (1967) un'artista ricco di fantasia che mi ispira pensieri strani, a volte tristi. Come una giornata incerta di nuvole e sole (De Andrè) La casa di legno (Quando si parte la vita è a colori ma all'arrivo solo ex sogni in bianco e nero) La terra dei libri ( La biblioteca dei giorni perduti) Acrobati ( Luigi Tenco: E  lontano, lontano nel mondo, una sera sarai con un altro) Carico ( Da " I ragazzi delle case INCIS"  di Leo Spanu: A volte gli capitava di pensare che la vita è un viaggio con una valigia piena di cose messe dagli altri. Di tuo manco lo spazzolino da denti.) (Il buco nella zona morta: migranti) Il maestro degli uccelli ( Franco Battiato:  Volano gli uccelli, volano nello spazio tra le nuvole) Il pozzo del desiderio (Fabrizio De Andrè, Andrea: Il secchio disse: Signore, il pozzo è profondo, più fondo del fondo degli occhi, della notte, del pianto) Ippopotamo (Roberto Vecchioni: Gli ...

Passo del Gavia (R)

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 Dal sito dell'Associazione Alpini di Conegliano: "10 febbraio 1968. In Valfurva una slavina di notevoli proporzioni si è abbattuta il 10 febbraio su una pattuglia della 52° compagnia del battaglione Edolo del 5° Reggimento Alpini. Provenienti da Sant'Apollonia, poco distante da Pontedilegno, la pattuglia era in marcia di trasferimento a piedi da oltre dieci giorni e aveva raggiunto il passo Gavia a quota 2621. La sciagura è avvenuta durante la discesa verso Caterina Valfurva, durante un passaggio obbligatorio. Nell'incidente sono stati coinvolti sei alpini: Walter Pederzoli di Darfo (Brescia) che è rimasto ucciso, Roberto Frisoni di Voghera che ha avuto una caviglia fratturata mentre gli altri alpini sono stati estratti illesi."  Questa è la cronaca di quei giorni. Il racconto è stato scritto nel 1972. Passo del Gavia    di Leo Spanu Partenza per il Gavia - Maledizione, ma non si arriva mai?- La voce si accese come una fiammella sulla sterpaglia secca e sub...