Post

La demolizione dei casotti di Platamona (R)

La demolizione dei casotti da Marina di Sorso a Platamona di Leo Spanu I protagonisti di quella “strana scelta” furono i giovani assessori della prima giunta Bonfigli: Bruno Melis, Sandro Roggio, Leo Spanu. Come scritto in un precedente articolo ( vedi Giuseppe Borio), nei primi anni Ottanta nasceva una nuova concezione dell’utilizzo dell’ambiente basata sul rispetto e su una gestione intelligente e responsabile del territorio. Nuova, non solo perché il partito del mattone aveva ( e ha) sempre molti sostenitori in tutte le fasce della società e finiva col condizionare pesantemente la classe politica dirigente. Negli anni 70, le amministrazioni comunali di Sorso, in nome di un presunto sviluppo turistico, avevano dato il via ad una serie di lottizzazioni che avevano riempito la costa di seconde case: Centro Commerciale, Arboriamar, Villaggio grigio e altri insediamenti di grosso impatto economico. Nella zona di Porchile invece le case spuntavano come funghi sulla base di iniziat...

Giuseppe Borio: un sindaco socialista (R)

di Leo Spanu Giuseppe Borio è stato sindaco di Sorso dal 1970 al 1974. Eletto consigliere regionale, muore nel 1977, a cinquantatre anni, in un incidente stradale sulla 131. Finisce  tragicamente, proprio nel momento dell'ascesa, l'avventura umana e politica di una straordinaria  persona. Fratello minore di Antonino, uomo politico di  valore che, durante il fascismo, con Salvatore Cottoni (1 ) e lo scrittore Giuseppe Dessì si schierò all'opposizione distribuendo, fra l'altro, manifesti per le vie di Sassari (1942).  Antonino nel dopoguerra si trasferì Parigi, dove insegnò e diventò un fine e apprezzato acquarellista (purtroppo anche lui è finito nel limbo dei “dimenticati”). Giuseppe eredita dal fratello la passione per la politica con la P maiuscola ed emerge subito anche per la sua umanità e il suo carisma. Alternativo al socialdemocratico Cottoni, dopo una militanza comune, nel 1970, nelle liste del partito socialista ottiene la maggioranza relativa e con una co...

L'aeroplano di Matusalemme

di Leo Spanu Confesso che detesto la pubblicità specie quando non la capisco ( quasi sempre) per cui voglio parlare di una pubblicità che in questi giorni sta passando in televisione. Alla  prima visione sono rimasto perplesso, dopo la seconda ho pensato che mi  (ci) pigliassero per i fondelli, con la terza mi sono convinto che ormai per me è cominciata la discesa verso la demenza senile. Avete presente le varie miniature ( macchine, trattori, mezzi bellici, navi etc, etc.)  vendute a fascicoli, il primo a 1 euro e novanta e gli altri non lo so. Qui trattasi di aereo da trasporto passeggeri; ho subito pensato ad un trucco dell’Alitalia per risanare i suoi ( i nostri) debiti. Numero di fascicoli: 357.000 ( si avete letto bene: trecentocinquasettemila). Venduti uno alla settimana  ci vogliono oltre 6800 anni per comprarli tutti ma anche a venderne uno al giorno non si scherza: gli anni sono oltre 978. Solo Matusalemme è così vecchio da poterli acquistare tutti ...

Passeggiando per i vicoli di Sorso (R)

di Leo Spanu E’ difficile liberarsi dalle abitudini. E’ più facile abbandonarsi alla calda sicurezza del conformismo o, per usare una metafora che va di moda oggi, dell’usato sicuro. Amori, amicizie, rapporti personali sistemati dentro una scatola di cartone dove i pensieri ammuffiscono come vecchie cartoline. Abbiamo smesso di sognare in grande. Tutto è in formato usa e getta: speranze, desideri, futuro. Quando a noi bambini di una volta chiedevano “cosa vuoi fare da grande?” le risposte andavano dall’esploratore all’aviatore, dal medico all’ingegnere. Oggi il massimo dell’aspirazione è diventare usciere all’ASL.  Sandokan è stato gettato nel dimenticatoio e Fantozzi è diventato l’eroe dei nostri tempi. Non sappiamo più guardare con altri occhi. Che significa? Semplicemente che guardare e vedere non sono la stessa cosa. Ci vuole cuore e cervello per andare oltre la superficie, per scavare dentro le apparenze, per capire che quello che gli occhi ci trasmettono è solo un me...

Il dialetto di Sassari è nato a Sorso (R)

di Leo Spanu Sistemando alcuni documenti mi è capitato in mano un articolo di Enzo Espa pubblicato nel 1977 sulla Nuova Sardegna. Titolo: Il dialetto di Sassari è nato a Sorso? (notare il punto interrogativo!) Sulla base di una serie di documenti “ stesi dalla mano dei maestri ferrai di Sassari, riuniti sotto l' invocazione di sant'Alò ”  il professor Espa sostiene che il linguaggio usato dal popolo di Sassari fosse il logudorese a partire dal 1300 fino ad arrivare al 1694. I documenti citati sono piuttosto convincenti e la tesi suggestiva e verosimile. Come si è arrivati allora al dialetto attuale? Citiamo l'articolo:  " Ohè, il dialetto sassarese ve lo hanno portato da Sorso o dalle campagne, tanti anni fa, magari in una di quelle circostanze in cui Sassari si è spopolata di molta della sua gente, per una carestia o per una peste, come spesso è accaduto. E perciò i sassaresi sono dovuti ricorrere proprio a quelli di Sorso, per coltivare le campagne e per tutti g...

Mamma li turchi (R)

Mamma li turchi! Quando il pirata Barbarossa cercò di saccheggiare Sorso di Leo Spanu “Is Morus, is Morus! ” Questo l'urlo degli abitanti delle coste sarde quando sul mare apparivano le navi pirate coi loro equipaggi di feroci predoni. E il grido fu ripetuto sovente perchè le coste sarde furono “visitate” a lungo da questi sgraditi turisti, dal 700 al 1600, con effetti devastanti per la sempre povera economia sarda. Tra le peggiori incursioni che la storia racconti, nel 1527 un rinnegato spagnolo, tale Aradino Caramano noto come “ Caccia Diablo” sbarcato nel golfo di Oristano, fece stragi a Terralba, Uras e San Nicolò Arcidano. Il paese di Uras ebbe l'onore di un'ulteriore “visita” nel 1546. Questa volta, le orde selvagge erano agli ordini del più famoso dei pirati, Khayr al-Din (1466-1546) più noto come Ariadino Barbarossa. Corsaro e ammiraglio della flotta ottomana, per decenni questo famoso personaggio ha scorrazzato per tutto il Mediterraneo, in conto proprio o agli...

La calunnia è un venticello (R)

La calunnia è un venticello. Piccola storia delle “pasquinate” in quel di Sorso di Leo Spanu Per i pochi miei compaesani che non hanno dimestichezza con i libri e il loro contenuto, “le pasquinate” erano delle satire in versi che venivano scritte su fogli appesi, nottetempo, alla statua di Pasquino (1), nell'omonima piazza, a Roma, tra il XVI e il XIX secolo. Si trattava di invettive che esprimevano il malumore popolare contro il potere, in particolare quello papale. Le ultime pasquinate risalgono al 1938, in occasione della visita di Hitler a Roma. Per un imperscrutabile disegno del destino, le pasquinate si sono trasferite a Sorso dove, per mancanza di statue, sono state distribuite “brevi manu” porta a porta. Diversamente dalle loro antenate romane (brevi sonetti in in un foglio solo) le pasquinate sorsensi sono dei veri poemi, talvolta in italiano, più spesso in dialetto e, purtroppo, di pessima qualità letteraria. In alcuni casi è stata mantenuta una forma in versi ma pr...