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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Favole: Genevieve

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 di Leo Spsnu Genevieve   (1959) è una canzone di Giorgio Gaber, il Gaber degli inizi, quello del rock all'americana tipo   Ciao ti dirò  o  Una fetta di limone  cantata insieme all'amico Enzo Jannaci. E' una canzone molto dolce da cantare all'innamorata che si chiama..... Già, come si chiama? Genevieve è la versione francese di Genoveffa, nome diventato famoso negli anni 30 grazie alla penna di Attalo (Gioacchino Colizzi 1894-1986) un famoso disegnatore di vignette umoristiche. Purtroppo il personaggio era quello di  Genoveffa la racchia , la donna più brutta della storia del'umanità. Da allora Genoveffa è diventato sinonimo di donna brutta ma veramente brutta. Genevieve (la e finale è muta) ha un suono delicato, da amore perduto. Infatti Giorgio Gabere cantava: Or che tu, non sei qui, io ti amo Genevieve, dove mai troverò felicità,  (in coro)  GENEVIEVE. Vediamo di ricostruire la vera e triste storia di Genoveffa facendoci aiutare dalle immagini di  Ritva Voutila

Favole: Il giorno che mi nascosi in una scatola

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di Leo Spanu Il giorno che mi nascosi in una scatola volevo solo giocare ma non venne nessuno a cercarmi. Al giorno seguì la notte  e poi mille giorni e mille notti sempre uguali, tanto che non riesco più a contarli. Allora ho acceso una lampadina perché volevo accendere anche i miei sogni  ma ormai non c’era più niente da vedere. Ho provato ad inventare  altri mondi, chiuso nella mia scatola.  Aspetto  qualcuno che abbia voglia di giocare con me. David Campbell Wilson  è un artista americano che va a spiare nella solitudine degli altri. Forse per non raccontare la sua. Una mano gentile che ti offre una rosa. Anche il niente è fatto di colori. Puoi costruire una città dentro il teatro e dare al pubblico l'illusione che dentro c'è davvero la vita. Fuori la realtà è solo un biglietto scaduto.  L'amore è un abbraccio per non aver paura. C'è sempre un angolo buio dove non ti vede mai nessuno. Il mare è troppo lontano, come un volto che non puoi più accarezzare. Un cielo con

La bellezza: Nebbia

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 di Leo Spanu San Martino La nebbia agli irti colli piovigginando sale,  e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar,  ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor de i vini l'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando sull'uscio a rimirar tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri,  nel vespero migrar. Giosuè Carducci (Pietrasanta/Lucca 1835- Bologna 1907) A proposito di nebbia, vi ricordo il mio romanzo "a Brescia non c'è la nebbia" (EDES Sassari, 2018). A parte qualche refuso (non è colpa mia) leggerlo  non è una perdita di tempo (e di denaro)

Favole: Una giornata alla grande

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di Leo Spanu Ci sono giorni speciali e giorni normali. Questi ultimi son appannaggio delle persone banali e piccole invece non c’è mai niente di scontato quando si affronta la vita dal lato giusto. E’ un problema di prospettive: vivere alla grande è un privilegio di quelli che hanno, da tempo, dato un senso diverso alle dimensioni perché ricordatevi che un culo grande non è un grande culo. Il primo è solo una misura dello spazio, il secondo è un capolavoro della natura.                       ORE 7.00 Le righe orizzontali non mi stanno molto bene. Stasera mi metto questo per la festa da ballo, però quelle righe continuano a non  convincermi. ORE 8.00                                                                                                          Questa camicetta è un amore, mi fa sentire virginale; a proposito devo andare al mare, meglio provare il costume. Reggiseno Mutandine. Perfetto           ORE 9.00 Una giornata al mare con le amiche ORE 14.00                              

Favole: Biancaneve, cinque nani, tre megere e un cavallo bianco

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  di Leo Spanu Oggi racconteremo la vera storia di Biancaneve. Lo so che circolano sugli schermi cinematografici molte versioni: da vampira a mignotta, da Cenerentola a Heidi, da lady Oscar a monaca di clausura. Biancaneve ha cercato invano un ruolo vero e definitivo per la sua vita ma il massimo è stato fare la commessa e vendere scarpe di vetro scomodissime ad aspiranti principesse con la decima misura di tette e una circonferenza di culo che ci vuole mezza giornata a farci il giro intorno. Intanto il Principe Azzurro va in giro a cercare ragazze senza zoccoli. Lui vuole solo ragazze vergini, non zoccole e intanto continua a leccare piedi. Piedofilo! E voi che credete  ancora alle Favole! Le illustrazioni (belle) sono dell'artista russa  Oxana Yambykh.  Ed io mi scuso con lei per l'uso improprio. C'era una volta una bella bambina chiamata Biancaneve per via della candida veste e  dei capelli (ossigenati) talmente biondi da sembrare bianchi alla luce della luna.  La bambin