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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

Le 500 canzoni più belle: 401-500

 di Leo Spanu Finalmente finisce questa sfacchinata: giuro che se la riguardo questa classifica,  cambio tutto specie adesso che so ascoltando Giorgio Gaber che mi canta che" la libertà è partecipazione e non stare sopra un albero". Il bello che questa canzone manco l'ho messa in questa mia raccolta di canzoni che mi piacciono. Va bene, mi avete convinto, ll prossimo anno ne faccio un'altra, magari diversa oppure una nuova classifica, magari delle canzoni più brutte. 401) Maria Maddalena (1976) Antonello Venditti . " Quella bambina a seno nudo, che lo segue con lo sguardo, ma che puttana!/ Non si vergogna di mostrare il proprio corpo, ma dove andremo a finire./ E i loro amici guarda, guarda che desolazione/ solo violenza,  droga, sesso, ma che razza di generazione! " 402)  Ti regalerò una rosa ( 2007) Simone Cristicchi. " Ti regalerò una rosa/ una rosa rossa per dipingere ogni cosa/ una rosa per ogni tua lacrima da consolare/ e una rosa per poterti ama

Da qui (Sorso) all'eternità (Cagliari)

 di Leo Spanu Da Sorso sono partite in 13 (le sezioni elettorali), numero notoriamente sfigato per via di quella vecchia cena dalle parti della Palestina dove si doveva pagare alla romana ma un certo Giuda Iscariota fuggì senza pagare: fosse stato in Albania avrebbe pagato il conto il governo nostro. Ma non divaghiamo e torniamo alle sezioni in partenza per scoprire che a Cagliari sono arrivate solo in dieci: tre si sono perse per strada. La notizia  mi ha sconvolto anche perchè tra le sezioni disperse c'è quella dove ho votato io. Vuoi vedere che mi hanno rubato il voto? Già è stata una fatica trovare quello che cercavo anche perchè non si trattava di una normale scheda elettorale ma di una carta geografica dell'Amazzonia con foreste, fiumi e animali vari. Ho pensato, con preoccupazione,  al mio amico G. che si perde solo per andare a Sennori figuriamoci in quel lenzuolo a due piazze! Nel frattempo, a Cagliari, per raccogliere i dati provenienti dai comuni, avevano organizzato

Viva la "squola"

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 di Leo Spanu Fonte: Twitter Per concludere, dopo la tristezza, un grido di speranza dalla Sardegna; FORZA PARIS !  (Avanti insieme)

Il dolce paese: Sergio Endrigo

 di Leo Spanu Sono un ex sessantottino, ho conosciuto la contestazione e la piazza. Sono stati anni difficili e, malgrado le speranze di cambiare il mondo in meglio, la mia generazione non è riuscita a vincere quella guerra. Oggi sono vecchio ma solo negli anni,  non mi sono ancora rassegnato e non mi rassegnerò mai ad accettare le ingiustizie di questa società; vedere quei ragazzi di Pisa picchiati senza ragione e con cattiveria mi ha fatto male, quasi al punto di piangere. Non è un bello spettacolo vedere un vecchio che piange. Sergio Endrigo è sempre stato uno dei miei cantautori preferiti, al livello di Fabrizio De Andrè e di  Roberto Vecchioni : anche lui cantava dell'amore e della vita, del dolore e della violenza, ma anche di chi non  paura e non si nasconde davanti agli abusi del potere. Questa sua  piccola canzone racconta dell'Italia di ieri e di oggi. Il dolce paese (1968) Io sono nato in un dolce paese dove chi sbaglia non paga  le spese dove chi grida più forte

Libri

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 di Leo Spanu Oggi non parlerò di libri ma ve li faccio vedere o meglio, vi mostro come li vedono gli artisti. Poi ci sono persone che leggono poco o niente, gente con una vita a metà. Jonathan Bartlett (USA) Enkel Dika (Macedonia) Jacek Jerka (Polonia 1952) Loui Jover (Australia 1967) Vladimir Kus (Russia 1965) Lana Marandina (Ucraina) Ekaterina Panikanova (Russia 1975) Isabelle Plantè (Francia 1965) Alexsej Ravski ( Russia 1961) Jim Rugg (USA 1977) Mike Stilkey (USA 1975) Francine Van Hove (Francia 1942) Jonathan Wolstenholme (Inghilterra 1950)

Canto notturno

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 di Leo Spanu da Canto notturno (di un pastore errante dell'aria) 1997 di Roberto Vecchioni Nella memoria del mondo ci sono battaglie  e nostalgie del cielo, grandi navi che portano a spasso la luce del pensiero, ma io ricordo solo quel bacio quel giorno di primavera, tutta la storia non vale il tuo bacio di una sera. 23 febbraio 1974: 50 anni di matrimonio Sorso 1971

Per non dimenticare: Nicola Tanda

 di Leo Spanu Ho scritto e lamentato più volte della mancanza di memoria dei miei concittadini. Sembra quasi che una strana malattia tenda a cancellare persone e cose dalla storia di Sorso; tutto viene ridotto all'appiattimento più totale, alla banalità, al nulla assoluto come se questo paese non abbia mai avuto cultura e vite da raccontare. Eppure Sorso è una città ricca di intelligenze, una città che ha dato i natali a molti artisti di qualità: poeti, romanzieri, scrittori, pittori, scultori, studiosi, scienziati, politici (1) ma, purtroppo, mai come nella nostra comunità "nessuno è profeta in patria": una  mediocrità intellettuale e culturale sembra il nuovo abito da rivestire per esibirsi in questa società fatta di sola apparenza, un nuovo mondo dove troppi imbecilli (spesso anche criminali) stanno arrivando al potere. Invece bisogna trovare il coraggio di reagire al male e scegliere da che parte stare, magari ricordando l'impegno e la cultura di coloro che prima

Della "defecatio" e dei prodotti per offendere

di Leo Spanu Ogni tanto mi capita di guardare in televisione programmi diversi dai telegiornali: quelli li guardo solo per rendermi conto del livello culturale(decisamente basso) del paese Italia, perchè per le notizie devo cercare altre fonti, cosa non facile e non sempre garantiscono un'informazione corretta. I programmi che provo a seguire, almeno per dieci minuti (una volta sono arrivato a un quarto d'ora) sono varietà dove persone che dicono di essere giornalisti interrogano altri giornalisti per sapere cosa stanno facendo per governare stato, regioni e comuni; sulle provincie non saprei dato che non ho ancora capito se esistono o meno. A volte, in queste trasmissioni ci sono anche momenti comici, alcune persone che si definiscono politici (deputati e senatori) si presentano per raccontare questa storiella:  "La vispa Teresa/ avea tra l'erbetta/ a volo sorpresa/  gentil farfalletta/ e tutta giuliva/ stringendola viva/ gridava a distesa: L'ho presa! L'ho

le 500 canzoni più belle. 301-400

 di Leo Spanu In questa quarta puntata le idee stanno diventando confuse: che differenza c'è tra il primo e l'ultimo se poi  tutti stiamo partecipando alla stessa gara? La vita non ha classifiche  e neppure vincitori e vinti ma vallo a spiegare a tutti gli imbecilli che mettono in fila le persone come fossero numeri. Per fare cosa poi? Torniamo alla musica che è meglio. 301) La mer (Il mare, Francia 1946) Charles Trenet 302) Bohemian Rapsody ( Rapsodia boema, Inghilterra 1977) Queen 303) Delilah (Inghilterra 1968) Tom Jones . Cover: Jimmy Fontana 304) Whitout You (Senza te, Inghilterra 1970) Badfinger . Cover: Mariah Carey, Gens 305) La playa (Francia 1964) Marie Laforet 306) Samarcanda ( 1977) Roberto Vecchioni . " Ma c'era sulla porta quella nera signora/ stanco di fuggire la sua testa chinò" 307) Billie Jean (USA 1982) Michel Jackson 308) Maruzzella (1954) Renato Carosone 309) Cabaret (USA 1970) Liza Minelli 310) La sedia di lillà (1979) Alberto Fortis .

La colonna infame

 di Leo Spanu Quando, alla fine degli anni 60, a Santa Caterina Valfurva cominciò il turismo invernale, nacquero molte costruzioni compreso un "monumento" che, per fortuna, non passò alla storia di quell'ameno paese. Ho raccontato in " Passo del Gavia " la tragica avventura di un reparto di alpini, non ho mai raccontato del breve soggiorno di quei soldati a Santa Caterina. Il reparto, dopo la slavina, s'era sciolto come neve primaverile al primo sole; piano piano, in piccoli gruppi, i soldati entrarono in paese. C'erano alcuni civili, insieme ai militari, che ci aspettavano con gavette di the bollente, la prima bevanda calda dopo giorni di freddo e di pasti disperati. Fummo sistemati in due alberghi ancora in costruzione ma già parzialmente in attività, naturalmente non nelle camere ma nelle soffitte ancora odoranti di cemento con i pavimenti, sempre in cemento, come letti. Col sottotenente medico Z.  mio superiore, mi lamentai che io avrei dovuto dormir

Come uccidere un quadro e farla franca

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 di Leo Spanu " American Gothic" è un famoso quadro dipinto dall'artista Grant Wood (USA 1891- 1942) diventato un simbolo di un'America contadina probabilmente mai esistita ma come, capita sovente, il falso diventa più vero del vero. Comunque l'immagine è ormai un'icona della cultura popolare e quindi oggetto anche di parodie. Confesso che questo padre con forcone e figlia racchia allegata non mi invita a pensieri allegri anche perchè la casa retrostante con finestra in stile gotica può esistere solo nell'America più retrograda, quella che piace tanto ai conservatori ammiratori di gente come Trump. Aiuto! ORIGINALE American Gothic (1930) Olio su tela. Art Institut, Chicago VARIAZIONI ALTRE VARIANTI

Il Cimitero di Brescia

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 di Leo Spanu Nell'autunno del 1958 mio padre,  impiegato statale, fu trasferito a Brescia. Nell'attesa di ottenere un appartamento delle case INCIS (Istituto Nazionale Case per Impiegati Statali) andammo ad abitare in un appartamento in via Milano (una via lunghissima), ma in fondo, proprio in fondo. Io avevo 12 anni, ero un ragazzino molto curioso e scoprire una nuova città per me era un'avventura degna di un "grande esploratore". In ottobre la notte cala troppo presto: la mattina a scuola, il pomeriggio, appena mangiato dovevo studiare (ordine tassativo di mia madre), non mi avanzava molto tempo per andare a conoscere Brescia così rientravo a casa sempre al buio. Come tutti i ragazzini cresciuti a pane e libri (Salgari, Verne per citare alcuni autori) avevo molta fantasia e tra la città e casa mia c'era un territorio sconosciuto e terrificante da attraversare: la strada davanti al cimitero. Dietro il muro c'era un luminosità strana, un chiarore bianco e