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Favole: Non bruciate la strega Cunegonda

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  di Leo Spanu Le streghe non hanno mai avuto una buona reputazione: vecchie e brutte in genere con un naso a forma di patata americana, gatti neri e altri animali strani tipo caprincapron e lucertombrichi come compagni; poi  trombavano solo col diavolo che non si presentava come Adone, anzi. E' logico quindi che fossero leggermente infelici. Poi ogni tanto qualcuno, sessualmente depresso e moralmente represso, in pratica uomini con l'anima nel cesso, le bruciavano vive sulla pubblica piazza. Così le streghe preferiscono vivere ai margini della società, in luoghi nascosti, lontano da uomini stupidi e ignoranti e piromani religiosi. C'è una cosa che mi dispiace e che purtroppo non potremo mai sapere: come fanno le streghe a far volare le scope? Comunque ecco la storia della strega Cunegonda da Pisa. E' l'unica foto che si ha di Cunegonda da bambina, poi il fotografò si suicidò. Questa invece è la foto della carta d'identità. E' vero che, normalmente, tutti ve

Favole: Animali da viaggio e una melanzana bianca

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di Leo Spanu Alexey Ezhov   (Russia 1970) è un artista che gioca col surreale. Almeno così sembrerebbe  a prima vista perchè quando ti affacci fuori dal tuo mondo per guardare il suo, viene il dubbio che  tutto il mondo, non solo il suo ma anche il mio, il nostro sia un incubo surreale. Un mondo masticato come una gomma che qualcuno ha gettato via e  si è appiccicata alla tua fantasia;  ma va bene così perchè  se finisce sui cappelli o sulla camicia sei perduto e devi tagliare tutto. Non c'è alternativa alla vita virtuale che nasce durante le ore del giorno e alla vita reale che invece viene fuori dal  computer. Oppure si; comunque è meglio fuggire se potete, andare lontano tanto per i mezzi di trasporto c'è in giro una vasta scelta. Pesce palla a mongolfiera con cintura di salvataggio e scala per salire e scendere quando si fa il bagno. Ideale per crociere a basso costo. - Per favore, non fate la pipì nella piscina - disse il Guardiano di Porta.- Ma la fanno tutti .- Rispose i

Favole: Le sorelle di Cenerentola

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  di Leo Spanu Tutti conosciamo la storia di Cenerentola ma quella delle sorelle? Nella versione originale di Perrault le due fanciulle si chiamavano Genoveffa e Anastasia ma siccome ognuno le storie le racconta come gli pare, le due ragazze cambiavano nome in continuazione al punto che il padre se ne andò di casa perchè non sapeva più come chiamarle. Non ci credete? Eccovi un piccolo elenco dei nomi che le due poveracce presero nelle varie versioni della storia di Cenerentola: Araminta e Arabella, Clorinda e Tisbe, Verbena e Serafina, Palatina e Isobella, Berta e Wilma, Minerva e Calliope, Marguerite e Josephine, Irish e Ruth, Gabriella e Brianna, Bree e Britt, Arlene  e Berta, Caterina e Giannina, Agata e Beatrice, Lucia e Teresina. Alla fine della loro esistenza le due ragazze andavano in giro per la città gridando e chiedendo: Ma noi chi siamo? E la gente, sempre gentile, rispondeva: Due cessi, due racchie, due scorfani, due befane, e via dicendo e inventando espressioni sempre più

La Bellezza: Luna

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 di Leo Spanu La luna  Un giorno all'improvviso la luna si stancò di guardare il mondo da  lassù prese una cometa il volto si velò e fino in fondo al cielo camminò. E sorpresa fu che la bianca distesa non fosse neve. Erano solo sassi e i piedi si ferì piangendo di nascosto lei fuggì. Affrontare il mondo a piedi nudi non si può e dall'alto a spiarlo lei restò e non sorpresa non è più che la bianca distesa non sia neve. Angelo Branduardi

Favole: Genevieve

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 di Leo Spsnu Genevieve   (1959) è una canzone di Giorgio Gaber, il Gaber degli inizi, quello del rock all'americana tipo   Ciao ti dirò  o  Una fetta di limone  cantata insieme all'amico Enzo Jannaci. E' una canzone molto dolce da cantare all'innamorata che si chiama..... Già, come si chiama? Genevieve è la versione francese di Genoveffa, nome diventato famoso negli anni 30 grazie alla penna di Attalo (Gioacchino Colizzi 1894-1986) un famoso disegnatore di vignette umoristiche. Purtroppo il personaggio era quello di  Genoveffa la racchia , la donna più brutta della storia del'umanità. Da allora Genoveffa è diventato sinonimo di donna brutta ma veramente brutta. Genevieve (la e finale è muta) ha un suono delicato, da amore perduto. Infatti Giorgio Gabere cantava: Or che tu, non sei qui, io ti amo Genevieve, dove mai troverò felicità,  (in coro)  GENEVIEVE. Vediamo di ricostruire la vera e triste storia di Genoveffa facendoci aiutare dalle immagini di  Ritva Voutila