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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Pelo e contro...pelo

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 di Leo Spanu All'inizio dell'era preistorica, la donna dell'uomo di Neanderthal non aveva problemi di peli; infatti era appena passata l'era glaciale (qualche milione di anni) e faceva ancora freddo. Quando uscirono dalle caverne le donne si accorsero che le differenze con le scimmie erano minime per cui decisero di andare dell'estetista ma la depilazione risultava dolorosa perchè ancora la lametta non era stata scoperta dal signor Gillette e la pietra focaia spesso bruciava. Nel frattempo furono inventate nell'ordine, la ruota, la crema da barba, il laser e il bordello e cominciò un'epoca nuova e più civile. A parte le cinesi che si incollavano peli posticci sulle parti intime entrando in concorrenza con i loro uomini che invece i peli se li attaccavano sul mento per far finta di avere la barba, tutte le donne del resto del mondo urlarono: " Via tutti  i peli dal corpo !"  Rimasero solo in due ad andare controcorrente: Frida Khalo che unificò le

Simboli: etera

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 di Leo Spanu Termine antico, oggi adottato in maniera impropria (e negativa) per indicare una donna dedita alla prostituzione ma d'alto bordo. In realtà le etere, nell'antica Grecia, erano delle donne, colte e spesso artiste che,  oltre a prestazioni sessuali offrivano compagnia e intrattenimento. Le etere ( in greco hetairai , compagna) si distinguevano dalle donne ateniesi sposate, che si dedicavano all'educazione dei figli e alla gestione della casa, per un ruolo ritenuto di prestigio in quanto praticavano la filosofia, la musica e la danza. Da questo punto di vista avevano molto in comune con le geishe giapponesi ma avevano in più una condizione di autonomia e di indipendenza sconosciuta in Giappone. Infatti potevano gestire i loro averi a differenza delle donne comuni, potevano creare vere e proprie aziende di accompagnatrici e potevano partecipare ai simposi maschili dove le donne erano generalmente escluse. Niente in comune quindi con le prostitute (in greco, pornai

Autoritratti

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 di Leo Spanu Una volta ho presentato una serie di autoritratti di pittrici: è ora di dare agli uomini l'occasione di presentare  la loro bellezza (si fa per dire). In fondo la vanità non ha sesso. Oltre agli artisti noti (almeno al grande pubblico) ho inserito altri artisti bravi ma meno noti. Perchè, come diceva non mi ricordo chi, la fama è una grande puttana ma non va con tutti. Ghirlandaio (Domenico Bigordi, Italia 1448- 1494) Albrecht Durer (Germania 1471- 1528) Lorenzo Lotto (Italia 1480- 1556) Raffaello (Raffaello Sanzio, Italia 1483- 1520) Tintoretto (Jacopo Robusti, Italia 1518- 1594) Annibale Carracci (Italia 1560- 1609) Gian Lorenzo Bernini (Italia 1598- 1680) Diego Velasquez ( Spagna 1599- 1660) Antoon Van Dyck ( Belgio 1599- 1641) Guido Cagnacci (Italia 1601- 1663) Rembrandt (Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Olanda 1606- 1669) Anton Raphael Mengs (Germania 1728- 1779) Jacques- Louis David (Francia 1748- 1825) Jean-Auguste-Dominique Ingres ( Francia 1790- 1867) Eugene D